La battaglia campale che da oltre cinque anni si combatte intorno al trasporto pubblico su gomma della regione toscana si arricchisce di un nuovo episodio: la magistratura fiorentina ha inviato avvisi di garanzia ai componenti del collegio che cinque anni fa aggiudicò il bando di gara a Autolinee Toscane spa sui concorrenti del consorzio di imprese Mobit.  A riportare la notizia le edizioni odierne del quotidiano fiorentino  “La Nazione” e le edizioni locali del “Corriere della Sera” e de “La Repubblica”.

Dunque, secondo i magistrati, sul capo dei sei componenti della commissione aggiudicatrice  penderebbe l’ipotesi di reato di "turbativa d’asta, falso, abuso d'ufficio e l'induzione indebita da parte del pubblico ufficiale a dare o promettere utilità".  Le indagini sono al momento nella fase iniziale: secondo le indiscrezioni riportate dalla stampa nelle scorse settimane la magistratura avrebbe acquisito negli uffici della Regione e di Autolinee Toscane documenti utili alle indagini sulla base di un esposto presentato presentato in Procura da Mobit.
Al setaccio degli inquirenti l'iter che ha portato la società controllata dai francesi di Ratp  a superare "Mobit Scarl", il raggruppamento dei gestori attuali – 14 consorzi e 26 imprese toscane, da Cap ad Ataf a Linea – in cui Busitalia ferrovie ha un ruolo di primissimo piano.   E così, dopo una serie infinita di corsi e ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, il feuilleton abbandona il “sentiero amministrativo”, noioso e ripetitivo (visti i continui esiti), per abbracciare il genere “giallo” con tanto di sospettati e presunti colpevoli e o innocenti, a seconda dei punti di vista.   In attesa dei titoli di coda su questa intricata e combattutissima vicenda escludere ulteriori colpi di scena è esercizio al limite dell'azzardo.