Il colosso di Mountain View ha pubblicato un rapporto sugli spostamenti degli utenti nel periodo compreso tra il 24 aprile e il 5 giugno. Il ritorno alla normalità è ancora lontano
Il Covid-19 come ha cambiato le nostre abitudini? A questo quesito "l'onnipotente" Google prova a dare una risposta pubblicando i dati del "Rapporto sugli spostamenti" della comunità che ha un account sui sistemi del colosso californiano nel periodo ricompreso tra il 24 aprile e il 5 giugno. Lo scopo della rilevazione sugli spostamenti e la loro variazione – scrive l'azienda di Mountain View – è "mitigare la diffusione del COVID-19". Tuttavia – sottolinea Google – i dati non devono essere utilizzati "per finalità di diagnosi, prognosi o cure mediche. Non devono inoltre essere usati per avere indicazioni relative a piani di viaggio personali."
Al di là delle intenzioni circa l'uso dei dati l'aspetto che emerge dal rapporto è che rispetto al valore mediano ( valore di riferimento relativo a un dato giorno della settimana, per il periodo di cinque settimane che va dal 3 gennaio al 6 febbraio 2020) il ritorno alla normalità è ancora lontano.
Nell'analisi,che riguarda tutte le regioni italiane, Google ha focalizzato la ricerca sugli spostamenti in cinque aree-macrocategorie (Retail e tempo libero; Alimentari e farmacie; Parchi; Stazioni trasporto pubblico; Luoghi di lavoro; Zone residenziali) e misurato la variazione delle visite e della durata della permanenza presso luoghi diversi rispetto a un riferimento.
Con l'unica eccezione della voce "Parchi", che fa segnare un +32% rispetto al valore di riferimento pre Covid-19, segno evidente della necessità di riprendere contatto con la natura dopo la quarantena forzata, tutte le altre voci fanno segnare il segno "meno".
Valore negativo perticolarmente significativo per quanto riguarda i trasporti pubblici che, alla voce "Stazioni trasporto pubblico" fa segnare un-24% come valore medio su tutte le regioni (con diversa articolazione da regione a regione).
Significativo, inoltre, il dato relativo alla voce "Luoghi di Lavoro": anche qui il ritorno negli uffici è ancora lontano dai livelli pre Covid-19. Il -18% oltre che segno evidente della crisi in atto indica una crescita della modalità "smart working" dal momento che trova un riscontro nell'aumento degli utenti nelle "Zone Residenziali" rispetto allo scoppio della pandemia.