Pubblicato il rapporto dell'Osservatorio Cittadinanzattiva sul Trasporto pubblico locale sul costo degli abbonamenti mensili e annuali e bit orario nei 110 capoluoghi di provincia. Sotto la lente anche le Carte dei servizi dei gestori di tpl su qualità, tutele e agevolazioni previste.
In queste ore Cittadinanzattiva, associazione riconosciuta come onlus attiva dal 1978 e che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti e la cura dei beni comuni ha diffuso l'indagine sul Tpl con il focus centrato sui costi, la qualità e le tutele degli utenti.
L'indagine (realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018) ha interessato le tariffe per il trasporto pubblico locale urbano applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2020 (e confrontate con quelle applicate nel 2005, primo anno di indagine), e ha preso come riferimento i seguenti titoli di viaggio: il biglietto ordinario a tempo, l'abbonamento mensile ordinario personale e l'abbonamento annuale ordinario personale. Il dato che emerge nel confronto delle serie storiche è che negli ultimi 15 anni il costo dell'abbonamento mensile è crescito del 22%. In generale, nel confronto con gran parte dei Paesi europei, le cifre del Tpl in Italia presenta luci e ombre: se in media l’abbonamento annuale in Italia costa poco meno di 300€ rispetto agli oltre 500€ di Madrid e ai 750€ di Parigi, il parco mezzi del nostro Paese nel 2018 ha un’età media di 12,3 anni rispetto ai circa 7 anni della media europea. Dunque costi bassi ma qualità dei mezzi molto bassa. Nel 2020 l’abbonamento ordinario mensile in Italia costa in media 33 euro (+22,2% rispetto al 2005). A spendere di più sono gli umbri con 47,50€ al mese (+30% vs al 2005), a spendere meno sono i molisani con 25,13€ mensili e nessuna variazione rispetto al 2005. L’incremento più elevato negli ultimi 15 anni si registra in Calabria (+82,2%), a seguire la Sardegna con +50,7%. La spesa media per l’abbonamento annuale è invece di 297€ (+18,8% rispetto al 2005); la tariffa più elevata si registra in Liguria (374€, +37% vs 2005), quella più bassa in Campania (201€, -3,4%).
Fra i capoluoghi di provincia al vertice della top ten dei più cari troviamo Perugia con 55€ per l’abbonamento mensile e Alessandria con 473€ per quello annuale; i più economici sono invece Andria per l’abbonamento mensile (17,50€) e Vercelli per quello annuale (150€). Per quanto riguarda invece l’analisi delle Carte dei servizi Cittadinanzattiva ha riscontrato che sono reperibile nei siti delle aziende nel 93% dei casi e che in quasi due casi su cinque le carte sono aggiornate all’ultimo biennio 2018-20. Quasi 1 carta su 5 non riporta alcuna informazione sulla frequenza di pulizia dei mezzi; più di 1 su 4 non indica se i mezzi sono accessibili o meno alle persone diversamente abili o con mobilità ridotta; 1 su 4 non indica nulla, o ben poco, in merito all’impatto ambientale dei mezzi determinato dal tipo di alimentazione; in più di 1 su 3 manca il riferimento a rimborsi o indennizzi in caso di disservizi. Nei restanti 2/3 delle Carte è previsto un rimborso o indennizzo nel caso di: cancellazione o sospensione del viaggio/tratta (68%), ritardo (67%), interruzione (42%), variazione (12%), perdita o danneggiamento della sedia a rotelle (11%). In linea generale, per ottenere l’indennizzo/rimborso è quasi sempre necessario che il ritardo o interruzione del servizio sia stato superiore ai 30 minuti e in un caso su cinque ai 60 minuti. Solo in 2 delle Carte esaminate è previsto un indennizzo per ritardi inferiori ai 30 minuti (si tratta di Torino, che contempla anche ritardi sopra i 15', e La Spezia, sopra i 20'). Per quanto riguarda i diritti delle persone a mobilità ridotta, solo il 5% delle carte prevede un indennizzo nel caso in cui non venga effettuata la corsa prenotata e solo nell’11% è esplicitata la possibilità di avere un rimborso in caso di danneggiamento della sedia a rotelle”
Nell’80% dei casi sono presenti riduzioni tariffarie per studenti (a volte intesi come studenti universitari, altre volte come studenti di medie e superiori, e in altri casi ancora ci si rivolge a tutte le categorie). In oltre la metà dei casi (55,5%) sono presenti agevolazioni per persone anziane e/o pensionate (in alcuni casi over 60, in altri over 65 e in altri ancora over 70).
Infine, nel capitolo riservato ai rimborsi per effetto del Covid-19 il report indica che sebbene l’art. 215 del Decreto Rilancio (DL 34/2020) – convertito in Legge 77 del 17 luglio 2020 – abbia previsto misure per ”risarcire”, tramite estensione dell’abbonamento o voucher, i pendolari che, nel periodo di lockdown, non hanno utilizzato gli abbonamenti del trasporto pubblico locale, dalla rilevazione di Cittadinanzattiva emerge che ben il 30% dei gestori del servizio nei 110 capoluoghi di provincia non ha attivato la procedura per i rimborsi Covid: fra questi, la gran parte dei gestori nelle province calabresi, siciliane, sarde ed anche a Sondrio, Frosinone e Viterbo. La domanda, nelle città ove è attivata la procedura, può essere presentata con scadenza varia (dal 31 luglio al 31 dicembre), e in un 6,4% dei casi non è previsto nessun termine per fare richiesta.