Decine di certificati medici falsi all’origine della segnalazione dell’azienda alla Procura di Roma. Nel mirino numerosi dipendenti su cui pesa il sospetto di aver consegnato certificati medici contraffatti
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano romano “Il Messaggero” un nuovo scandalo rischia di travolgere la malandata azienda di trasporti capitolina.
Questa volta a guadagnare l’onore delle cronache la scoperta che numerosi dipendenti avrebbero nel corso degli anni fatto pervenire all’azienda pile di certificati “manomessi” per giustificare malattie dei figli completamente inventate.
Quello che per ora emerge è che l’azienda di Via Prenestina ha chiesto una perizia calligrafica su numerosi certificati che presentano singolari somiglianze a un pool di esperti esterni e la segnalazione alla Procura di Roma.
L’analisi dei certificati con lo stesso timbro ma con firma diversa ha insospettito l’ufficio del personale: un certificato di un pediatra (compiacente o vittima di un raggiro, saranno gli inquirenti a verificarlo) che faceva scattare l’assenza dal lavoro.
A differenza dl certificato medico rilasciato ai lavoratori dipendenti (la cui trasmissione al datore di lavoro avviene telematicamente dallo stesso medico curante) quelli dei pediatri che hanno in cura i figli sono ancora cartacei e la consegna viene fatta a mano dal dipendente.
Per ora l’indagine è ai primi passi ma i dipendenti che hanno utilizzato questo “trucchetto” rischiano pesanti sanzioni disciplinari che possono arrivare al licenziamento.
L’Atac, giova ricordare, è l’azienda di trasporto pubblico che vanta il record dell’assenteismo: record confermato anche nel 2020. Secondo i dati diffusi dall’azienda riportati dal “Messaggero” nel I trimestre dell'anno il 16,8% dei dipendenti non si è presentato al lavoro e quasi un lavoratore su dieci (il 9,8%) ha presentato un certificato medico. Un trend confermato nel II trimestre, come annotato nell'ultimo rapporto sulle presenze pubblicato dall'azienda.