Per le applicazioni che forniscono un servizio informativo e non di prenotazione non occorre nessuna autorizzazione. A stabilirlo una pronuncia della Corte di Giustizia UE
Un'app che si limita a mettere in contatto tassisti e clienti e non offre un servizio di trasporto è un "servizio della società dell'informazione" e non è soggetta ad un'autorizzazione preventiva per operare.
A stabilire questa novità per l’intero settore del trasporto non di linea una sentenza della Corte di Giustizia Ue, che in merito a una richiesta sollevata dal Tribunale superiore di Bucarest e relativa a una vertenza fra il Comune di Bucarest e una società rumena di app per Taxi, ha risolto stabilendo che le applicazioni che forniscono esclusivamente informazioni ai clienti e non sono collegate all’erogazione del servizio non hanno bisogno delle autorizzazioni municipali. Per i giudici di Lussemburgo, il servizio fornito dalla società rumena (che si era opposta alle sanzioni comminate dal comune di Bucarest) si aggiunge e non si sostituisce a un servizio di trasporto mediante taxi già esistente e organizzato.
La Corte ha stabilito infatti che se un’app si limita a fornire un elenco di tassisti disponibili ad effettuare una corsa senza che ciò si traduca in una prenotazione lo strumento si configura come “servizio informativo” e non come parte integrante di un servizio il cui elemento principale sia una prestazione di trasporto.
La decisione della Corte è particolarmente importante perché stabilisce un principio che dovrà trovare applicazione in tutti gli stati dell’Unione.