Seicento 600 nuovi assunti e un modello di business da cambiare. Il Dg Arrigo Giana disegna il futuro di Atm
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano della Cei “Avvenire”, durante la visita dell’Arcivescovo di Milano Mario Enrico Delpini all’Officina Generale di via Teodosio, il numero uno di Atm ha parlato dei prossimi passi che l’azienda di Foro Bonaparte intende compiere per fronteggiare la crisi sistemica innescata dalla Pandemia.
«Puntiamo al futuro – ha dichiarato al cospetto del vescovo – e per questo assumeremo circa 600 nuovi addetti nei prossimi mesi. E, come prevede il nuovo piano strategico, cercheremo di fare anche altrove quello che già facciamo bene a Milano. In questo modo contiamo di ricavare altrove quelle risorse economiche che oggi a Milano ci stanno venendo a mancare».
Per Arrigo Giana la crisi ha colpito duro e il trasporto pubblico continua a soffrire gli effetti del Covid: “Stiamo fronteggiando un problema molto forte, dal punto di vista economico finanziario. Stiamo viaggiando con circa il 60% in meno di passeggeri. Per questioni di sicurezza sanitaria, ci è imposto di caricare ogni mezzo fino al 50% della sua capacità teorica. E nel primo lockdown abbiamo avuto un abbattimento del 95% dei nostri clienti. Questo vuole dire minori risorse. E la necessità di ripensare il nostro modello di business”.
Per il dg di Atm “per superare questo momento di stallo” l’azienda deve guardare al futuro e l’assunzione di 600 persone va in questa direzione: “Atm- dichiara Giana – ha circa diecimila dipendenti a Milano e circa 500 a Copenaghen, dove gestiamo la metropolitana. In questo tempo di pandemia non ci siamo mai fermati. Non solo: puntiamo a rilanciare le nostre attività, puntiamo al futuro, come mostrano queste 600 assunzioni”.
Un ottimismo che non è di maniera ma che poggia su solide basi: ATM – sottolinea il dg – ha un solido know how che “vogliamo valorizzare per renderlo un prodotto vendibile altrove, una possibile area di business. Ecco: i nostri servizi, le nostre attività, le nostre competenze, tutto quello che facciamo ogni giorno a Milano, può essere oggetto di un’attività commerciale di vendita. Per noi sono orizzonti inesplorati, ma questa è una fase che ci impone di cambiare”.