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Atac: al via la sperimentazione del primo “smart bus”

Atac: al via la sperimentazione del primo “smart bus”

La vettura, completamente elettrica, sarà in servizio sulla linea 64 fra Termini e San Pietro

Da oggi, lunedì 25 ottobre, per un periodo sperimentale di sei mesi, il primo SmartBus della flotta Atac sarà attivo sulla linea 64 che collega la stazione Termini con la stazione San Pietro, dove sarà collocato l’impianto di ricarica.

Lungo 12 metri, con tre porte per la salita e la discesa dei passeggeri, il nuovo SmartBus sarà completamente elettrico e privo di batterie. L’autonomia, che può variare fra i 25 e i 45 chilometri, sarà infatti garantita da un supercapacitore che viene caricato in pochi minuti tramite l’uso di un pantografo installato sul tetto del veicolo. Il progetto è stato sviluppato grazie al lavoro congiunto di Roma Servizi per la Mobilità, Atac ed Ecobus.

La sperimentazione sulla linea 64 è il primo passo di una politica di investimento dedicata all’incremento dei mezzi elettrici che Atac sta sviluppando in collaborazione con Amn e Atm. L’azienda prevede di aumentare significativamente la dotazione di bus elettrici grazie ai fondi previsti dal PNRR.

L’Amministratore Unico Atac,  Giovanni Mottura, nel commentare questo importante passo in direzione di una mobilità ecosostenibile ha dichiarato che per l’azienda capitolina si tratta di una “scelta strategica” in linea con il recente passato dell’azienda che ha acquistato in autofinanziamento 100 autobus ibridi. Con questo primo SmartBus sperimentale – ha aggiunto – potremo testare la bontà della strada intrapresa e degli obiettivi che ci eravamo posti: una flotta rinnovata e, soprattutto, sostenibile dal punto di vista ambientale”.

Per Stefano Brinchi, Presidente e AD di Roma Servizi per la Mobilità, il primo smart bus indica che “l’obiettivo è quello di arrivare alla progressiva elettrificazione della flotta limitando la necessità di ingenti investimenti nei depositi per le infrastrutture di ricarica. In questo modo si eviteranno anche eccessive concentrazioni di potenza in singoli punti della città. Si vuole sperimentare, invece, il modello del rifornimento energetico ai capolinea, più diffuso sul territorio e con meno bisogno di kw”.

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