Il 2020 un anno da dimenticare per i trasporti e per la mobilità in generale. Annus horribilis per il Tpl. Crescita vigorosa della mobilità dolce grazie alla “riscoperta” della bici e all’affermazione dei monopattini
“I dati consolidati del 2020 dell’Osservatorio “Audimob” sulla di mobilità dei cittadini segnano inevitabilmente un punto di rottura nelle serie storiche della domanda, con pesanti variazioni negative. I volumi di mobilità feriale si sono ridotti, rispetto al 2019, del -22,3% in termini di spostamenti e del -39,8% in termini di distanze coperte (passeggeri*km); la mobilità festiva ha registrato una flessione anche superiore negli spostamenti (-31,1%) e omogenea nei passeggeri*km. Il tasso di mobilità (feriale) è sceso al 69% (85,3% nel 2019), in piccola parte compensato dalla crescita della mobilità di prossimità (percorrenze a piedi molto brevi). In sensibile riduzione anche il numero medio di spostamenti della popolazione (da 2,1 a 1,7), il tempo medio pro-capite percepito per la mobilità giornaliera (da 50 a 33 minuti) e la distanza media pro-capite percorsa ogni giorno (da 24 a 15 km)”.
Questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dal 18° Rapporto Audimob realizzato da Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca sui Trasporti), in collaborazione con il Cnel e il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e con il contributo scientifico di Agens e Asstra.
L’anno della pandemia ha dunque ridisegnato la mappa della domanda di mobilità e le abitudini degli italiani. Di fronte a un calo generalizzato l’automobile ha mantenuto la sua posizione dominante nella scelta degli italiani e affossato il Trasporto Pubblico per effetto delle regole del distanziamento sociale e della paura del contagio. Il 2020 è stato infatti annus horribilis per il Tpl che ha visto dimezzare la quota modale (dal 10,8% al 5,4%) e perdere nel corso dell’anno oltre il 50% dei passeggeri; parallelamente è crollata la quota di viaggi intermodali (dal 6,5% all’1,7 di quelli motorizzati).
In controtendenza e in forte sviluppo la mobilità dolce grazie in particolare agli spostamenti a piedi, il cui peso è cresciuto dal 20,8% del 2019 al 29% del 2020, e al consolidamento della bicicletta e micromobilità (dal 3,3% al 3,8%). Complessivamente, grazie soprattutto alla grande spinta degli spostamenti a piedi, il tasso di mobilità sostenibile (peso dell’insieme di spostamenti con soluzioni a basso impatto: piedi, bici, micromobilità e mezzi pubblici) è salito nel 2020 al 38,2% dal 35% del 2019.
Nel rapporto è evidenziato inoltre che le macro tendenze modali – esplosione della mobilità attiva, crollo della mobilità collettiva e sostanziale tenuta dell’auto – hanno interessato tutte le aree territoriali, il Nord come il Sud, le grandi aree urbane/metropolitane come i piccoli centri, i Comuni-polo come quelli periferici e delle aree interne, con impatti tuttavia differenziati tra le varie aree del paese che hanno “ampliato i divari di sostenibilità nella ripartizione modale tra i territori, già molto rilevanti prima della pandemia”. In altri termini, se calo c’è stato non ha avuto lo stesso impatto fra le diverse aree del paese.
Il tasso di mobilità sostenibile – certifica il rapporto – è infatti ora inferiore di quasi 5 punti al Sud rispetto al Nord, di quasi 25 punti nei Comuni più piccoli rispetto alle grandi città, di circa 18 punti nelle aree periferiche e interne rispetto ai Comuni-polo.
Qui il rapporto completo.