Il comunicato congiunto diffuso in queste ore segnala la totale assenza di misure infrastrutturali per i privati cittadini, in grado di abilitare la diffusione della mobilità a impatto zero
“La spinta verso la mobilità a bassissime emissioni, oltre che dell’elettrificazione dell’autoveicolo e delle misure di sostegno alla domanda, necessita di un’adeguata rete infrastrutturale di ricarica, diffusa sul territorio, sia di tipo pubblico che di tipo privato. Nei giorni in cui il Paese è impegnato nella discussione sulla Legge di Bilancio, nella speranza di veder approvata la proposta parlamentare che prevede un piano triennale di incentivi ai veicoli a bassissime emissioni, è necessario segnalare la totale assenza di misure infrastrutturali per i privati cittadini, in grado di abilitare la diffusione della mobilità a impatto zero”.
Così la nota diffusa in queste ore da Anfia, l’associazione che riunisce le imprese della filiera automobilistica, e Motus-E l’associazione costituita da operatori industriali, mondo accademico e associazionismo con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia.
Nonostante fossero presenti alcune valide proposte per incentivare l’infrastrutturazione dei privati come, per esempio, l’incentivo all’installazione di un POD unico condominiale che semplifichi le approvazioni assembleari e consenta facilmente ed in sicurezza ai singoli condomini l’accesso ad un proprio punto di ricarica – rilevano i firmatari del comunicato – nulla è oggi presente per la discussione in aula, nemmeno una misura base come quella del credito d’imposta al 50%, in scadenza a fine anno, che non è stata prorogata e che coprirebbe la larga maggioranza di utilizzatori di auto elettriche che non accederanno al “superbonus 110%”.
“Questo mette l’Italia in una posizione di svantaggio competitivo in termini sia di sviluppo del mercato – continua la nota – sia di crescita della filiera industriale collegata, rispetto agli altri maggiori Paesi europei – come Francia e Germania, dove i piani per lo sviluppo della rete infrastrutturale di ricarica, anche privata, sono stati da tempo annunciati o sono addirittura già in fase di attuazione”.
Anfia e Motus-E ricordano che sarebbe utile “anche una misura, a costo zero per l’Erario, volta a facilitare la diffusione di policy aziendali per il rimborso della ricarica domestica effettuata dai dipendenti, dotati di vettura elettrificata aziendale o propria”.
“L’unica certezza dei prossimi anni- chiude la nota – è che la crescita della mobilità elettrica dev’essere supportata in ogni modo, creando per i consumatori incentivi e semplificazioni che la rendano conveniente nelle scelte di vita e per i CPO (Charging Point Operators) una più facile identificazione delle aree idonee a pianificare efficientemente le potenze da installare”.