È stato presentato mercoledì 15 giugno a Bologna nella sede di TPER il rapporto Intesa Sanpaolo-ASSTRA “La performance delle imprese di trasporto pubblico locale” che ha illustrato gli effetti della
È stato presentato mercoledì 15 giugno a Bologna nella sede di TPER il rapporto Intesa Sanpaolo-ASSTRA “La performance delle imprese di trasporto pubblico locale” che ha illustrato gli effetti della pandemia sul Tpl in Italia e evidenziato la grave crisi che attanaglia la mobilità nel suo complesso e il tpl in particolare, per effetto della pandemia da Covid-19.
Nello scenario pre-Covid il sistema delle aziende di trasporto pubblico locale e regionale impiegava oltre 124.000 addetti. Con circa 49.000 mezzi, venivano percorsi oltre 1,8 miliardi di vettura-km annui e 228,6 milioni di treni-km, trasportando più di 5,5 miliardi di passeggeri. Il settore, nel suo complesso, produceva un fatturato di circa 12 miliardi di euro.
I dati sulla mobilità durante la pandemia
Tra il 2019 e il 2020 si è registrata una diminuzione del 21% degli spostamenti con l’auto e un crollo del 58% degli spostamenti con mezzi pubblici. I passeggeri trasportati si sono ridotti di quasi il 47%: se nel 2019 i passeggeri trasportati dalle aziende del campione erano pari a 4,6 miliardi, nel 2020 se ne perdono 2,2 miliardi.
Anche per gli anni 2022 e 2023 si evidenzia un livello della domanda ancora al di sotto dei livelli pre-Covid con una diminuzione stimata, rispetto al 2019, pari a -21% per il 2022 e -12% per il 2023.
Il calo dei passeggeri trasportati ha comportato minori entrate per la vendita dei titoli di viaggio che, tenuto conto dei guadagni cessanti e dei costi emergenti riconducibili all’emergenza, sono quantificabili per il 2022 in misura non inferiore a 1 miliardo di euro, pur prevedendo una ripresa della domanda fino all’80% dei livelli pre-Covid. Tale perdita al momento non trova alcuna misura di compensazione.
L’impatto del caro carburante
Agli effetti devastanti del Covid il documento sottolinea che per le aziende di trasporto si aggiunta, con effetti dirompenti sull’equilibrio economico finanziario del settore del trasporto pubblico locale, l’incremento esponenziale dei costi per l’energia di trazione. La stima è che per le imprese che svolgono servizi di trasporto pubblico locale, anche ferroviario, e più in generale per i soggetti ad obbligo di servizio pubblico, nel primo quadrimestre 2022 l’incremento di spesa è di circa 220 milioni di euro superiore rispetto allo stesso periodo 2020 e 2021 per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica per trazione.
Una situazione, (evidenzia lo studio con il confronto dell’andamento dei prezzi nel trasporto pubblico locale con gli altri settori delle public utilities) che le aziende non possono contrastare perché impossibilitate a riversare l’aumento dei costi sull’utente.
Gli investimenti
Sul fronte degli investimenti, i dati di bilancio di un campione di imprese confermano l’intensità dello sforzo delle aziende: nel 2018 e nel 2019 a livello mediano le imprese investono più del 9% del valore della produzione in beni materiali. Anche nel 2020, nonostante la pandemia, le imprese del settore hanno continuato a investire in modo significativo, pari al 6,5% del proprio fatturato a livello mediano.
Il trend di crescita degli investimenti è proseguito nel 2021 e nel 2022: le imprese nel 2021 sono stimate accelerare ulteriormente la propria spesa che dovrebbe aumentare del 21,6% rispetto al 2020. Nel 2022 la spesa per investimenti è attesa in ulteriore accelerazione e potrebbe realizzare un +27% rispetto all’anno precedente.
L’ammontare complessivo dei finanziamenti in conto investimenti per il settore del trasporto pubblico locale è pari ad oltre 32,4 miliardi di euro (risorse nazionali, PNRR, FNC, e altri fonti di finanziamento fino al 2033).
Secondo le stime ASSTRA, le nuove risorse previste da PNRR e FNC ad integrazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile (PSNMS) concorrono a invertire il trend di invecchiamento atteso del materiale rotabile su gomma.
La rilevante iniezione di risorse non consentirà, tuttavia, di completare il processo di sostituzione dei mezzi ante Euro IV secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente.
Rinnovo delle flotte
Lo studio evidenzia che il costo aggiuntivo per raggiungere un’età media del parco autobus circolante pari a 7,2 anni al 2026 (in linea con l’età media europea che è pari a circa 7 anni) è pari ad 1,6 miliardi di euro, di cui oltre 1,1 miliardi di euro a valere su risorse aggiuntive statali. Una nuova iniezione di risorse di questa portata consentirebbe di immatricolare, nel periodo 2022-2026, 5.000 autobus aggiuntivi rispetto alle previsioni attuali.
Previsioni di bilancio
I dati di bilancio – si legge nel rapporto – evidenziano la sostanziale tenuta dell’equilibrio economico finanziario nel 2020, grazie ai ristori introdotti e alla salvaguardia dei corrispettivi dei contratti di servizio. Per il 2021 e il 2022 le previsioni indicano una maggiore incertezza: l’anno che si è appena concluso risente della solo parziale ripresa della domanda, di ristori insufficienti e delle iniziali tensioni sui mercati energetici. Il mix di criticità, che le imprese si trovano ad affrontare nel 2022, determinerà una inevitabile erosione dei margini e della redditività delle aziende con un impatto importante sugli equilibri economico finanziari”.
La ricerca evidenzia inoltre che se ci si focalizza esclusivamente sulle imprese a partecipazione pubblica, nel 2020 le aziende che chiudono in utile scendono al 76% pur se il 93% di loro riescono a mantenere un margine operativo lordo (MOL) positivo, dimostrando di riuscire a generare ricchezza tramite la gestione operativa e grazie ad una politica governativa che ha garantito l’integrale compensazione dei mancati ricavi da traffico e la salvaguardia dei corrispettivi dei contratti di servizio.
Nell’anno della pandemia, la dotazione di certificazioni di qualità e ambientali risulta importante per la marginalità e redditività delle imprese. Le imprese con almeno una certificazione registrano, infatti, margini stabilmente superiori alle imprese senza certificazioni
Le previsioni per il 2022 sono fortemente condizionate dallo scenario internazionale che determina una sensibile accelerazione dei costi operativi per il settore. L’impatto dei rincari delle commodity energetiche sul TPL è rilevante alla luce dell’intensità di utilizzo diretto di tali input nelle proprie attività. Inoltre, anche i costi per servizi sono stimati accelerare a seguito del generalizzato aumento dei prezzi.
Il mix di criticità che le imprese si trovano ad affrontare nel 2022 determina una inevitabile erosione dei margini e della redditività delle aziende con un impatto importante sugli equilibri economico finanziari.