L’Associazione Italiana delle imprese di Trasporto lancia l’allarme sulla speculazione in corso sul prezzo del gasolio e chiede al futuro Governo di intervenire immediatamente.
Il prossimo Governo, appena si insedierà, dovrà intervenire immediatamente sul caro-gasolio, per scongiurare un ennesimo, durissimo, contraccolpo sul settore dei trasporti. Lo chiede ASSOTIR, l’Associazione Italiana delle imprese di Trasporto, dopo la brusca impennata che i prezzi hanno subito in poche ore. “In appena 5 giorni, dal 7 ottobre a oggi – sottolinea Anna Vita Manigrasso, presidente nazionale dell’Associazione – il prezzo del gasolio è aumentato di ben 20 centesimi al litro”. L’Associazione ritiene inoltre che a questo punto non si possa più rinviare l’aggiornamento delle tariffe minime, ferme a febbraio nonostante la violenta impennata del costo del carburante .
Secondo la Presidente Manigrasso la corsa dei prezzi sembra dovuta a una dinamica speculativa: “È vero che l’OPEC+ ha deciso di ridurre di due milioni di barili di greggio al giorno la produzione, ma il gasolio che i distributori stanno vendendo in questi giorni è stato acquistato diverse settimane fa, a prezzi nettamente più bassi. Inutile sottolineare che, quando si tratta di abbassare i prezzi, gli interventi sono molto meno celeri”.
Ci sono altri fattori che inducono a ritenere che l’aumento del gasolio sia frutto di una speculazione: “Il Governo deve anche indagare sul fatto che i prezzi della benzina stiano subendo un andamento differente: ormai sono abbondantemente più bassi di quelli del diesel. Anzi, la forbice tra i due carburanti – osserva ancora Manigrasso – anche in questa nuova fase di aumenti, si allarga a favore della verde, per motivi che rimangono del tutto non chiariti”.
ASSOTIR chiede quindi al prossimo Governo di accertare se qualcuno, noncurante della crisi energetica che sta mettendo in difficoltà molte famiglie e imprese, stia portando avanti l’ennesima speculazione. Inoltre, come sottolinea Claudio Donati, segretario generale dell’Associazione, “La vicenda del caro-gasolio mostra come sia indispensabile intervenire senza indugio su un’altra questione, quella dei valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio”. Si tratta in sostanza dell’insieme delle voci di costo sostenute dalle imprese di autotrasporto che determinano un costo di riferimento al chilometro. E di conseguenza servono a determinare il compenso di una tratta.
“La legge – prosegue il Segretario Generale – prevede che il Ministero aggiorni ogni tre mesi questi valori. Quelli attualmente in vigore risalgono invece a febbraio. In un periodo in cui i costi stanno aumentando trimestralmente, il Ministero ha saltato ben due aggiornamenti, quello di maggio e quello di agosto. Un oggettivo regalo alla committenza, un danno altrettanto grande per i trasportatori” conclude Donati.