Nel nuovo report di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Sole24 ore emerge un quadro di sostanziale immobilismo dei comuni italiani. Svetta Bolzano come città pià verde seguita da trento e Belluno.
E’ stato pubblicato in questi giorni il nuovo rapporto “Ecosistema Urbano 2022”, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, che come ogni anno scatta una fotografia sullo stato di salute dei comuni italiani.
Rispetto al precedente report il dato di fondo che emerge è la sostanziale immobilità dei capoluoghi “fermi su emergenze croniche e poco propensi al miglioramento”.
“Poco propensi a migliorare le proprie performance ambientali – si legge nell’introduzione al rapporto – i comuni sono paralizzati da alcune emergenze urbane ormai croniche. Più smog con i valori di picco che tornano lentamente a crescere nelle aree urbane storicamente afflitte da mal’aria. Un parco auto che resta tra i più alti d’Europa, pochi miglioramenti sul fronte del trasporto pubblico. Torna a salire la produzione dei rifiuti prodotti . Per quanto riguarda le perdite idriche, rimangono all’incirca costanti le città dove più del 30% dell’acqua viene dispersa”.
In un quadro complessivo di immobilità, dove a primeggiare per qualità della vita sono i comuni di Bolzano, Trento e Belluno, emergono nel grigiore complessivo alcuni buoni esempi: in tema di mobilità sostenibile è il caso delle rete ciclabile strategica di Agrigento, finanziata dalla Regione Sicilia con oltre 3 milioni di Euro, che permetterà a turisti e agrigentini di muoversi in modo sostenibile e sicuro nel centro urbano; è il caso del GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici) a Roma, progetto che viene dal basso, sviluppato da Velolove col contributo di una vasta rete di associazioni (tra cui Legambiente) e istituzioni: il progetto definitivo è pronto e si aspetta solo l’avvio dei cantieri per offrire a Roma e ai romani un tracciato sostenibile, bello, sicuro sia per gli spostamenti quotidiani che per ammirare punti di interesse noti e meno conosciuti della Capitale. C’è ancora la pista ciclabile sostenibile di Genova che dal centro punta alle spiagge del levante, la rete interconnessa di Lecce ispirata alla bicipolitana di Pesaro.
Per quanto riguarda l’uso del trasporto pubblico, superata la flessione fatta registrare nell’anno della pandemia (2019), tra le grandi città turistiche, rispetto al 2020, il dato di Milano risulta in diminuzione, 303 passeggeri per abitante, mentre Venezia aumenta passando da 417 a 472 passeggeri per abitante. Roma non fornisce un dato aggiornato al 2021, rimane quindi il dato del 2020 di 328 pax/ab. Le grandi città hanno manifestato un calo medio percentuale di circa il 2% rispetto al 2020: percentuale decisamente minore rispetto al 2019, quando il calo fu del 48%.
Nei Comuni di medie dimensioni, Brescia, Cagliari, Parma e Trento superano i 100 passeggeri per abitante, mentre quest’anno diventano diciotto le città che non raggiungono la soglia dei dieci passeggeri per abitante (una in più rispetto alla passata edizione).
Il tasso di motorizzazione dei capoluoghi nel 2021 si conferma a livelli tra i più alti d’Europa, restando sui valori dell’anno precedente: da 65,7 dello scorso anno a 65,5 auto ogni 100 abitanti. Oltre al caso particolare di Venezia (che conta come nel 2020 43 auto ogni 100 abitanti), solo Genova e Milano, anche in questa edizione, registrano un tasso inferiore a 50 auto/100 abitanti.
Piste ciclabili: il primato di Reggio Emilia
A Reggio Emilia si espande ulteriormente la rete ciclabile. Il capoluogo si conferma di gran lunga la prima in questo indice con 46,50 metri equivalenti ogni 100 abitanti (erano 45,75 lo scorso anno e 44,4 due anni or sono) di percorsi per le bici, seguita da Cremona, Cuneo e Mantova, tutte oltre i 30 metri equivalenti/100ab. Resta quasi immobile l’estensione media delle isole pedonali che si ferma a 0,47 mq/ab (era 0,48 nella passata edizione).
Infine, toni grigi per quanto riguarda i PUMS nelle grandi città. Il dato positivo viene dall’adozione dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile: i PUMS Metropolitani di Firenze e Milano, sono stati adottati quelli di Bari e Torino, mentre si è avviata la redazione dei PUMS Metropolitani di Cagliari, Catania, Messina, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Venezia, che quindi al momento non è possibile valutare.
Palermo non ha in corso attività sul PUMS Metropolitano (solo quello comunale) mentre quelli di Genova e Bologna sono stati approvati nel 2019. Entrando nel merito delle procedure, tutte le città hanno adottato il processo partecipativo, coinvolgendo cittadini e stakeholders per una visione condivisa delle previsioni di piano.
Gli obiettivi ambientali sono il vero punto critico nei PUMS adottati o approvati e risultano deboli: non sono specificati i target (tranne alcune eccezioni) per la riduzione di NOx, PM10 e PM2,5. Nella maggior parte dei casi gli obiettivi di riduzione di gas serra sono molto distanti dal meno 55% al 2030 stabilito dal Green Deal Europeo.
Qui la versione integrale del rapporto