Nel corso dell’annuale convegno il presidente di federMobilità ha commentato i risultati della ricerca elaborata da GPF ASSTRA.
“Fatemi fare in principio un ringraziamento particolare al Presidente Gibelli, per l’invito, e a tutta l’Associazione ASSTRA per il prezioso lavoro sinora svolto. Noi tutti, attori del settore, siamo a conoscenza di indagini che riguardano molti aspetti della vita sociale e molte dinamiche di settore, modificati dalla pandemia; quella di oggi è certamente di particolare pregio e interesse. Non solo adesso, d’altra parte, il nostro settore è studiato, approfondito, analizzato e discusso. Si pensi ad esempio al Rapporto Audimob di ISFORT, che è pubblicato da oltre 20 anni, ma anche i precedenti lavori presentati dalla vostra Associazione o quelli proposti dalla stessa federMobilità, che ha approfondito i temi riguardanti i modelli di mobilità emergenti e le prospettive post pandemiche.
“La ricerca presentata da ASSTRA – prosegue Ruzziconi – è molto interessante, e ritengo particolarmente condivisibile la questione sul ruolo strategico del TPL per il sistema Paese rispetto al quale ancora una volta dobbiamo chiederci cosa manca perché si possa fare un passo avanti oppure, cosa non siamo riusciti a fare e perché non siamo riusciti a mettere a terra progetti di riduzione della mobilità privata e di riorganizzazione conseguente del TPL.”
“Su questi punti, come potete capire – prosegue Ruzziconi – come Associazione federMobilità non ci stiamo affatto tirando indietro anzi, al contrario, ci sentiamo molto coinvolti. Tuttavia, riteniamo manchino due cose essenziali: un confronto costruttivo fra gli attori del sistema e un luogo dove svolgerlo, altrimenti è come parlare nel deserto.
“Credo sia giunto il tempo – incalza Ruzziconi – che tutti gli attori del settore, Regioni, Enti Locali, Agenzie, Gestori siano parte attiva nel riattivare un percorso di metodo, già sperimentato in passato, con il quale agire concretamente e non dare spazio a dispute di natura quasi filosofica, interessanti ma sterili. Quando penso ad un’azione concreta, penso a incontri di persone nei territori che si mettono assieme per promuovere un progetto e sperimentarlo sul campo, con la possibilità di tornare indietro e apportare modifica ma, appunto, di agire con la logica del fare.”
“Su come rendere più attrattiva la domanda, parliamo da tempo: prima della pandemia e soprattutto durante. Quante volte abbiamo già affrontato questa tematica? Sappiamo ad esempio come l’offerta di servizi TPL che siamo in grado di produrre condizioni i comportamenti dell’utenza, degli stessi cittadini, e quindi influenzi la domanda stessa nel suo complesso. La stessa puntualità, il comfort di viaggio, i nuovi mezzi contribuiscono in modo decisivo all’attrattività del TPL e queste sono alcune strade lungo le quali trovare soluzioni. E le strade su cui intervenire sono molteplici: il rinnovo dei bus, sul quale ad esempio già si sta già facendo molto, è supportato in modo decisivo dai finanziamenti disponibili per l’acquisto di nuovi mezzi.”
“I fondi per i progetti delle cosidette “aree interne” individuate, con riferimento alle iniziative di rafforzamento della mobilità nelle aree a domanda debole sono un altro esempio di percorso concreto. Agire con fermezza e determinazione sui PUMS, con un’ottica volta al monitoraggio e alla verifica dell’efficacia delle azioni promosse (zona 30, corsie preferenziali, gestione della sosta e dei parcheggi, etc.) ne rappresenta un altro possibile. Ancora, gli orari della città, in rapporto agli orari del TPL, tema molto in voga nel periodo pandemico, in relazione alla dovuta riduzione della capienza dei bus come misura contenitiva del contagio hanno sempre una loro validità pratica nella organizzazione del TPL di domani.”
“Abbiamo per tempo indicato strade – prosegue Ruzziconi – come la differenziazione, la desincronizzazione degli orari (servizi commerciali e negozi, orari di lavoro, orari scolastici del ciclo primario e secondario, etc.) per una più efficace offerta di servizi TPL, insomma una migliore organizzazione del servizio con riferimento alla domanda storica di mobilità nelle ore di punta e in quelle di morbida. Credo, se non per alcuni casi sporadici maturati in occasione della pandemia da covid-19, che di tutti questi ragionamenti non sia rimasto nulla, perché il mondo della scuola e quello del lavoro fanno davvero fatica a riorganizzarsi e la riduzione del traffico privato non si realizza.
“Certamente – propone Ruzziconi – devono essere compensate le risorse della mancata vendita dei titoli di viaggio. Poi, deve essere attuata una politica di azioni nelle aree urbane, che porti a modificare i comportamenti dei cittadini che usano l’auto privata, a pensare in modo concreto all’introduzione di zone a 30 km/h, a zone a traffico limitato e a corsie preferenziali, nonché a una diversa gestione della sosta e dei parcheggi.”
Per trovare la quadra in questo senso – conclude Ruzziconi – un insieme di tavoli territoriali può essere un modello a cui puntare, senza pensare necessariamente a quelli organizzati dalle Prefetture, molto utili nel periodo di contrasto al contagio, ma coinvolgendo in una nuova visione di sistema l’Associazione Nazionale dei Comuni e delle Province, per cominciare con loro una discussione concreta, che possa attivare progetti e iniziative comuni. Altrimenti, la preoccupazione è che di questi temi ne parleremo ancora molto a lungo.”