Lo studio “Regulatory costs of Euro 7 – Findings from an industry survey”, commissionato da ACEA, rileva un aumento dei costi diretti da 4 a 10 volte rispetto alle stime presentate dalla Commissione Europea.
ACEA, l’Associazione europea dei costruttori di automobili che rappresenta i 14 principali produttori europei di auto, furgoni, camion e autobus, ha in queste ore diffuso lo studio di Frontier Economics (società di consulenza microeconomica con sede a Londra) che ha misurato l’impatto economico della proposta della Commissione Europea sull’introduzione dell’Euro 7 come standard comunitario sulle emissioni inquinanti.
La proposta di regolamento Euro 7 – si legge nel rapporto – aumenterà i costi di produzione di auto, furgoni, camion e autobus. I costi per veicolo, sostengono i ricercatori di Frontier Economics, sono quantificabili in circa 2.000 euro per quanto riguarda auto e furgoni con motore a combustione interna, e a quasi 12.000 euro per i camion e gli autobus diesel. Numeri che sono da 4 a 10 volte superiori alle stime della Commissione nella sua valutazione d’impatto dell’Euro 7 (180- 450 euro per auto e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus).
Le cifre fornite comprendono solo i costi diretti di produzione, principalmente per le attrezzature e gli investimenti. Si sottolinea inoltre che questi costi aggiuntivi non corrispondono ai prezzi di acquisto, ma fanno aumentare ulteriormente il valore per gli utenti finali. L’aumento dei prezzi sarebbe quindi probabilmente superiore alle cifre citate nello studio.
ACEA ricorda che con le attuali norme Euro 6/VI, l’UE dispone degli standard più completi e severi al mondo in materia di emissioni inquinanti (come NOx e particolato). Le emissioni di gas di scarico sono già a un livello appena misurabile grazie alla tecnologia dei veicoli all’avanguardia.
Sulla proposta della Commissione europea Sigrid de Vries, Direttore Generale dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) è netto: “L’industria automobilistica europea – ha dichiarato -è impegnata a ridurre ulteriormente le emissioni a beneficio del clima, dell’ambiente e della salute. Tuttavia, la proposta Euro 7 non è semplicemente il modo giusto per farlo, in quanto avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a fronte di un costo estremamente elevato. La transizione verso l’elettrificazione consentirà di ottenere maggiori benefici per l’ambiente e la salute, sostituendo al contempo i veicoli più anziani sulle strade dell’UE con modelli Euro 6/VI altamente efficienti”.
Oltre ai costi diretti – sottolinea ACEA – la proposta dell’Euro 7 comporterà costi indiretti, come l’aumento del consumo di carburante: “nel corso della vita di un veicolo – chiude il rapporto – i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20.000 euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per le auto e i furgoni. Questi costi indiretti, ignorati nella valutazione d’impatto della Commissione, si sommano ai costi diretti. Essi andrebbero ad aggiungersi al costo totale del possesso di un veicolo, ponendo ulteriori pressioni finanziarie sui consumatori e sulle imprese in un periodo di alta inflazione e di aumento dei prezzi dell’energia”.