FederMobilità compie vent’anni e da Lerici lancerà il manifesto con le “8 parole chiave” del TPL. In attesa dell’importante evento riportiamo l’intervista rilasciata dal Presidente di federMobilità Giuseppe Ruzziconi a mp, il settimanale di Ferpress uscito ieri.
Giuseppe Ruzziconi, presidente di federMobilità che sta organizzando una iniziativa per celebrare i vent’anni dell’associazione, che raggruppa agenzie della mobilità, amministrazioni comunali. Nell’intervista ci anticipa qualche riflessione sull’associazione ma soprattutto sul settore del trasporto pubblico in Italia. Il prossimo appuntamento dell’Associazione federMobilità si terrà a Lerici dal 16 al 18 ottobre 2024.
Le numerose e qualificate presenze che partecipano all’iniziativa fanno capire che l’appuntamento è molto importante e non solo perché federMobilità quest’anno compie la bellezza di 20 anni di attività ma anche perché per il settore del trasporto è un momento cruciale.
I vent’anni di età dell’associazione e la sua attività svolta finora dimostrano il bisogno di un continuo confronto tra i soggetti che si occupano del settore. In primo luogo del Governo e del suo Ministero. Non è un caso che il parterre prevede la presenza di numerosi parlamentari, Presidente e Vice della IX Commissione Trasporti della Camera e del Vice Ministro Rixi. Oltre naturalmente alla presenza delle istituzioni locali che ci ospitano e di tutti i Soci che animano la vita associativa.
Quanto è cresciuta federMobilità sotto la sua Presidenza?
FederMobilità è cresciuta e continua a crescere. E’ chiaro che più un’associazione è rappresentativa, credibile, oltre che coerente, maggiore è il suo peso. Poi gli Enti Locali da rappresentare sono di verse centinaia ed è per questo che se continuerà a lavorare con questa serietà e assiduità è destinata, inevitabilmente, a crescere. Nonostante le difficoltà economiche degli Enti Locali.
Difficoltà degli Enti Locali per una adesione a federMobilità?
Certo. Anche 3.000 euro di adesione o il costo di 250 euro per un corso di formazione è un problema per molti Enti. Pensi che proprio loro che sono i titolari del trasporto pubblico locale dei loro territori hanno scarse possibilità di far partecipare i dipendenti ai nostri corsi di formazione.
Ma è così complesso dal punto di vista legislativo il settore?
In questi ultimi 8-10 anni, soprattutto con l’istituzione dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, il settore con le sue norme si è molto avvicinato al livello europeo. Questo anche in relazione a quanto previsto dai nuovi compiti assegnati dal legislatore nazionale all’Autorità stessa. Norme importanti sulle gare, sugli affidamenti, sulla qualità del servizio, sulla tutela dell’utente, ecc. si sono moltiplicate e fatte più stringenti. Io credo positivamente, ma, in un settore che cresce ed evolve, le persone che vi operano hanno bisogno di sostegno formativo. Anche per questo, abbiamo costituito una Scuola di formazione avvalendoci della professionalità di ISFORT, un importante istituto nazionale di ricerca e formazione sui trasporti. Negli ultimi 6 anni, abbiamo incontrato non meno di 1.000 addetti del settore e coinvolto almeno un centinaio di docenti.
Ma voi riuscite ad avere il polso della situazione all’interno degli Enti Locali e delle Agenzie della mobilità?
Nel giro di 5 anni abbiamo fatto due indagini sulle competenze degli addetti degli Enti Locali e delle Agenzie della mobilità e ciò che emerge è uno scenario complesso e variegato ed a mio avviso veritiero. La parte pubblica, togliendo le Regioni e i grandi Comuni, è molto in difficoltà sia dal punto di vista dei ruo liche delle competenze. Anche per questo approfitteremo dell’iniziativa per lanciare le nostre proposte che si basano su otto parole chiave scelte e valutate dai nostri associati in un lavoro di inclusione e condivisione importante per la vita associativa. Poi, lanceremo e promuoveremo anche idee sulla regolazione locale e sul modello delle Agenzie della Mobilità.
Presidente come sta il settore?
Il settore del trasporto pubblico, in generale, non sta molto bene ed è sottofinanziato. Oggi il Fondo Nazionale di 5 miliardi non è più sufficiente. Mancano almeno altri 3 miliardi. Poi – non nascondiamocelo – ci sono inefficienze aziendali un po’ in tutto il Paese che andrebbero recuperate. Nel tra sporto, come negli altri servizi a rete: acqua, gas, energia elettrica. Però non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: ci sono realtà aziendali importanti eguagliabili con quelle europee. Purtroppo un trasporto pubblico debole si porta dietro l’altra faccia della medaglia che è la quantità di auto circolanti (In Italia sono 39,8milioni dietro solo alla Germania e davanti alla Francia, ma entrambe con popolazione ben maggiore dell’Italia! [Fonte:ACEA,Associazione europea dei costruttori di automobili], ndr).
E’ solo un problema che riguarda lo spostamento delle persone?
No, assolutamente. Il problema del trasporto merci forse è ancora più grave. Per quanto si faccia, le merci viaggiano soprattutto su gomma. Ha mai circolato sulle arterie autostradali? In quelle più importanti, ormai ci sono due corsie occupate dai tir. Una esagerazione che si porta dietro non il po
tenziamento e una migliore efficienza del trasporto merci ma la costruzione di altre corsie stradali. Con il risultato che consumiamo territorio e non risolviamo il problema della congestione.
Ma quanto è importante socialmente il trasporto pubblico?
Intanto lo è in campo ambientale. In particolare per i gas serra: la quota di emissioni dei trasporti sul totale nazionale è pari al 24,7% (dato Ispra 2021) che a sua volta per ben il 92,9% è determinato dal solo trasporto su strada. Ebbene tra i veicoli stradali le flotte di autobus producono la
quantità minore di emissione di inquinanti, peraltro in riduzione dal 2019 del 3,1% per effetto del miglioramento dovuto all’acquisto di nuovi mezzi.
Quanto alle ferrovie, il contributo alla produzione di gas serra è stato nel 2021 pari ad appena lo 0,1% del totale trasporti.
In campo “sanitario”, in termini di incidentalità stradale, autobus e tram sono i mezzi di trasporto di gran lunga più sicuri. Nel 2021 sono stati coinvolti in 1.842 incidenti complessivi, pari allo 0,67% del totale, con 10 morti (0,34%) e 1.463 feriti (0,71%). Pensiamo invece, alle stragi sulle strade.
Ma dal punto di vista del miglioramento della congestione, i numeri del trasporto pubblico cosa dicono?
Il contributo dei mezzi pubblici alla riduzione dei costi della congestione stradale è di grande impatto. E’ stimato in 100 miliardi di euro all’anno nei Paesi dell’Unione Europea. Da fonte ASSTRA, in termini di congestione stradale, ogni autobus sostituisce la circolazione di 40 automobili, con for
te riduzione dell’occupazione del suolo pubblico (meno 87% rispetto all’auto). Ogni metropolitana sostituisce la circolazione di 600 auto e ogni treno regionale sostituisce la circolazione di 1.500 auto.
E le ricadute sull’economia e sull’occupazione?
Bastano tre dati. Le aziende che operano nel settore sono circa 930 (di cui una trentina nel comparto ferroviario) e impiegano 114.000 lavoratori e lavoratrici (di cui il 74,7% nelle autolinee/ tranvie/ metropolitane, il 22% nelle ferrovie regionali e il 3,3% nella navigazione) e generano un giro d’affari di 11,5 miliardi di euro. Inoltre il settore muove circa 50.000 mezzi (bus, treni) con rilevante impatto sull’intera filiera industriale.
Ed il ruolo degli Enti Locali e delle Agenzie relativamente alla regolazione locale cosa direte?
La regolazione locale assieme al modello delle Agenzie, di cui parlerò durante il Convegno, fanno parte delle “otto parole chiave “ individuate da un lungo confronto tra associati e tecnici del trasporto e messe in un documento (che chiameremo manifesto di Lerici) sotto forma di analisi e di proposte che l’associazione presenterà. Ciò avverrà tramite ISFORT, LEM/TTA e con i componenti del Comitato Esecutivo e Tecnico. Le sessioni di lavoro saranno tutte dirette e coordinate dal nostro bello e numeroso gruppo.
Ma lo scenario nel quale vi muovete qual’è ?
Lo scenario è variegato e complesso. Anche per questo abbiamo realizzato con ISFORT le due indagini a cui facevo riferimento prima. La strada della concorrenza, prevista come regola base dal Regolamento Europeo del 2007, il settore sta cercando di percorrerla attraverso la pratica dell’efficientamento e del miglioramento dell’offerta qualitativa dei servizi all’utenza e qualcosa è accaduto. Ma da un settore importante come il TPL ci si aspetta molto di più. Ci si aspetta ad esempio una diversa consapevolezza dei ruoli tra gestori e regolatori.
Alcuni ottimi casi ci sono, ma si contano sulle dita di una mano. Bisogna pensare che il mantenimento di un simile approccio svantaggia la crescita verso un sistema industriale maturo e soprattutto penalizza le legittime aspettative dei cittadini di vedersi offerto un livello di TPL paragonabile a
quello delle migliori realtà europee. Servirebbero quindi più professionalità e competenze in capo agli Enti locali e alle Agenzie della Mobilità.
Quindi qui si tratta di definire “un modello di soggetto regolatore locale” di livello nazionale? E omogeneo su tutto il territorio?
Esatto. Si tratta anche di coordinare meglio la ripartizione dei ruoli fra i vari Enti locali in campo. Creare regolatori locali competenti. Ne basterebbero non più di 60 a livello nazionale e con un mi gliaio di persone di adeguato livello professionale per permettere al settore di puntare con efficacia
agli obiettivi che il legislatore nazionale ed europeo ci indica ormai da oltre 20 anni. In parallelo, serve un soggetto come l’Autorità di Regolazione dei Trasporti che dispieghi tutte le sue potenzialità, ma questo mi sembra stia accadendo.
Inoltre, servono dati e confronti sui risultati che si ottengono in termini di efficienza, efficacia e qualità dei servizi di trasporto erogati con lo scopo di poter meglio supportare gli amministratori nelle loro scelte e comprendere dove le scelte sono da ricalibrare. In poche parole occorre il superamen
to dell’asimmetria informativa fra regolatori e regolati a favore dei primi. Poi, come federMobilità continueremo a fare da pungolo al sistema (cosa che stiamo facendo da 20 anni) con le nostre attività di ricerca e con proposte concrete volte a supportare gli Enti locali con specifiche e mirate attività di formazione attraverso la Scuola di formazione, coinvolgendo e collaborando con ANCI nazionale, per far arrivare i giusti messaggi al sistema dei Comuni italiani.