PARLA  ALFIO FEDI, PRESIDENTE ´CONSORZIO TOSCANO TRASPORTI´

 consorzio toscano per i trasporti extraurbani  

In luglio avete presentato il Consorzio Toscano Trasporti, vuole spiegarci chi lo compone? Il Consorzio Toscano Trasporti è stato costituito, al meno nella sua fase iniziale, da quattro aziende di trasporto operanti nella Toscana nord-occidentale, due a capitale privato e precisamente la Soc. L.A. F.LLI LAZZI di Firenze, pioniera nel concetto di trasporto pubblico non solo nella nostra regione ma anche in Italia, e la Società Cooperativa CAP di Prato che si caratterizza per un forte spirito imprenditoriale sia nel T.P.L., sia nel settore del turismo, e due società a capitale pubblico la CPT di Pisa e la COPIT di Pistoia, trasformatesi recentemente in S.p.A. portandosi dietro l´esperienza, tutta italiana, delle aziende municipalizzate e consortili, oltrechè un forte radicamento al territorio servito, che si realizza in un rapporto diretto e dialettico con i Comuni Soci. Il CTT nasce proprio per valorizzare questo complesso di esperienze e di storie, nonché il suolo e l´esperienza  del servizio svolto in Toscana. Le aziende che si sono consorziate possono presentarsi con una forte potenzialità, infatti insieme hanno un patrimonio netto di 118 miliardi, un valore della produzione, nei diversi servizi svolti (T.P.L.; turismo; parcheggi), di 218 miliardi, favorendo ogni anno la mobilità di oltre 36 milioni di cittadini, percorrendo per questo circa 43 milioni di chilometri, impiegando oltre 1600 addetti e 800 autobus. Con quali finalità vi siete messi insieme? Il CCT è nato con lo scopo dichiarato di realizzare una alleanza strategica tra le aziende aderenti al fine di un loro posizionamento e rafforzamento in termini soprattutto di dimensioni dal momento che in Toscana le aziende fino ad oggi sono nate in ambiti ristretti e si sono caratterizzate, in negativo, per dimensioni industriali non ottimali alla luce della evoluzione in atto nel settore del T.P.L., in vista appunto della liberalizzazione del mercato. Di fatto questa unione rappresenta una significativa e formidabile opportunità di collaborazione economica e commerciale fra le imprese di TPL, della quale scaturiranno sinergie in grado di accrescere la managerialità, introdurre criteri forti di innovazione del servizio al cliente finale, valorizzando al tempo stesso il fattore della qualità. Si è dato vita cioè ad una società di tipo direzionale in grado di realizzare non solo una robusta ristrutturazione di alcune funzioni, accentrandole, ma anche, e soprattutto, di predisporre il complesso di conoscenze e di analisi necessario per partecipare con successo alle gare, ivi comprese quelle non regionali. Per realizzare tali finalità l´attività del costituito Consorzio si esplica in: a) attività a rilevanza interna alle singole consorziate, per accentrare una serie di funzioni e servizi direzionali comuni a tutte le realtà aziendali, quali: – sistema  di acquisti collettivo; – integrazione tariffaria; – informatizzazione e gestione sistemi; – marketing; – coordinamento delle politiche del personale, compresa la formazione; – coordinamento e promozione delle politiche di qualità e delle carte di servizio;  che  possono portare alla ottimizzazione della gestione, al contenimento dei costi operativi, al miglioramento complessivo della qualità del servizio offerto al cliente; b) attività a rilevanza esterna, attraverso l´acquisizione di commesse e/o appalti di servizi e lavori, anche mediante partecipazione a procedure di gara, in forma singola o associata ad altre imprese. In questo ambito si dovranno realizzare anche le opportune e necessarie integrazioni con il sistema ferroviario, nonché la realizzazione di Società di scopo per la gestione di appositi servizi (manutenzione, sosta).  E´ fatta salva la diretta gestione da parte delle imprese consorziate del servizio di TPL nell´ambito dei rispettivi bacini di competenza. Quali saranno i prossimi passi?  I prossimi passi del CTT si muoveranno per favorire l´ingresso di nuovi soci, in primis delle aziende che operano nella Toscana nord-occidentale (ATL Livorno; CLAP Lucca; CAT Carrara), verso le quali i promotori del Consorzio manifestano un gradimento soggettivo, e per le quali  il Regolamento prevede un ingresso facilitato. In prospettiva quali sviluppi vedete della vostra iniziativa?  Con  la nascita del CTT si è dato vita ad una azienda  di dimensioni medio – grandi, con tutti i vantaggi che possono derivare da questa opportunità, senza perdere però di vista il ruolo, così precipuo e significativo in termini di gestione, di aziende fortemente legate al territorio, alle sue risorse e necessità. Un radicamento forte con il territorio  costituisce infatti la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per migliorare la rispondenza del servizio offerto alla richiesta di mobilità di una società complessa qual è quella in cui operiamo.       In un futuro a medio termine l´avvio di questo processo sinergico potrà portare a soluzioni di concentrazione di capitale, con la costituzione di un gruppo formato da diverse società  per la produzione di specifici servizi di medie dimensioni. In Toscana, come vi avvicinate alla scadenza delle gare?  La riforma del trasporto pubblico locale che aveva avuto una forte accelerazione a partire  dal Decreto ´Burlando´ prima, dalle Leggi Regionali di attivazione poi,  sta vivendo in Toscana una fase di lavoro per determinare le normative di regolazione, in attesa che sia finalmente approvata la legge per la riforma più generale  dei servizi pubblici locali. Quali ritiene saranno i prossimi sviluppi della riforma del trasporto pubblico?  Il sistema delle gare che la Regione Toscana sta approntando  dovrà avere alla sua base la Politica della Qualità del servizio, dovranno poi essere individuate le dimensioni ottimali dei bacini territoriali messi a gara, al fine di consentire significative economie, ma anche assicurare lo svolgimento di servizi diversificati, cioè a domanda debole e forte, per non vedere penalizzate alcune aree della regione, con conseguenze negative per una crescita ecocompatibileed equilibrata di tutta la società toscana. Quale ruolo vede per i grandi gruppi stranieri in Italia?  I grandi gruppi di stranieri, e qui penso in primo luogo alle imprese francesi e a quelle del nord Europa, più che in termini di risorse, certamente necessarie, dovranno essere portatori di tecnologie e innovazione, portando cioè in dote il loro bagaglio di know-how. Le aziende italiane sono pronte ad affrontare le gare?  Sostanzialmente ritengo di dare una risposta affermativa. Il sistema  delle aziende municipalizzate e consortili, e mi  riferisco in modo particolare alla realtà toscana che meglio conosco, ha rappresentato negli anni un´esperienza positiva avendo dimostrato capacità gestionali non indifferenti. Di fronte  al nuovo che avanza le aziende toscane stanno operando con entusiasmo, progettualità e capacità per a modificare il loro modo di essere, organizzandosi in forme associate e sinergiche per essere competitive nel mercato liberalizzato. Hanno accettato in pratica la scommessa per acquisire, non senza qualche difficoltà, una vera cultura d´impresa. Molte aziende di trasporto pubblico in Italia hanno ancora consistenti deficit; come è possibile rendere appetibile da un punto di vista economico questo mercato?  Il mercato del trasporto pubblico è sicuramente appetibile da un punto di vista economico, ci sono cioè a mio avviso occasioni di business, anche se lo Stato e le Regioni dovranno farsi carico di un certo livello di socialità. Occorre principalmente operare per realizzare una diversa e migliore organizzazione nel modo di produrre il servizio reso al cliente, rendendolo sempre più efficiente e di qualità. Si tratta di migliorare la produttività, e certamente migliori condizioni economiche non potevano che derivare dal sistema gare, nonché  dal modo in cui le aziende si approcceranno ad esse, ma, e su questo punto dobbiamo essere chiari e franchi, uno degli elementi, che renderanno difficile il raggiungimento di tale traguardo, è rappresentato dagli alti livelli retributivi del settore rispetto all´industria. Se non è pensabile e possibile abbassare tali livelli si renderà necessario, attraverso un nuovo capitolo delle relazioni industriali, arrivare ad una maggiore, certa e misurabile produttività, da realizzarsi attraverso la sua incentivazione economica, unitamente al non perpetrarsi di ´certi privilegi´.   Marco Talluri (clickmobility.it)

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