Disabilità e Tpl, le sfide per un integrazione totale. Parla Franco Bomprezzi.

Disabilità e Tpl, le sfide per un integrazione totale. Parla Franco Bomprezzi.

Direttore edtitoriale, ma sarebbe più corretto definirlo vera e propria ´Anima´ del sito www.superabile.it, Franco Bomprezzi si occupa da anni dei problemi delle persone disabili. Lo abbiamo incontrato aMuoverSì, il

Direttore edtitoriale, ma sarebbe più corretto definirlo vera e propria ´Anima´ del sito www.superabile.it, Franco Bomprezzi si occupa da anni dei problemi delle persone disabili. Lo abbiamo incontrato aMuoverSì, il convegno organizzato da Atm e Regione Lombardia per discutere dell´accessibilità ai mezzi di trasporto pubblico.

Bomprezzi, secondo lei è sufficente l´attenzione che aziende/enti dedicano alle esigenze di mobilità delle persone con disabilità?

No, direi di no. Il tema è vissuto come marginale, non come un terreno di sfida culturale ed economica per l´innovazione e il miglioramento strutturale dei prodotti e dei servizi erogati. Il mondo delle persone disabili (pienamente compenetrato nella società cosiddetta ´normale´: non c´è famiglia nella quale non esista un problema di handicap, più o meno permanente) è una risorsa da focalizzare, e rispetto alla quale investire tempo e professionalità. I risultati saranno (o sarebbero) a disposizione di tutti.

Lei è al corrente di vere e proprie ´resistenze´ da parte di non disabili all´adeguamento delle strutture per la mobilità .

In maniera cosciente, direi di no. Nella pratica quotidiana invece sì.

Il problema è che tutto quanto riguarda la mobilità delle persone disabili viene vista come un costo aggiuntivo, non come una spesa strutturalmente doverosa e ovvia (analogamente a quanto avviene per la sicurezza, o l´igiene, o il comfort, o la velocità).

Il Trassporto pubblico locale ha intrapreso la strada della liberalizzazione del mercato. I servizi locali sono via via messi a gara e ai vecchi gestori ´publici´ sui sostituiranno imprese, o associazioni di

imprese, private. Ritiene che che questo nuovo assetto privatisticoporterà conseguenze positive nel campo dell´erogazione dei servizi di mobilità alle persone disabili? In che modo?

Dipende. In linea di massima una concorrenza sul mercato non può che favorire l´innovazione.

Però al tempo stesso c´è il rischio di non avere a disposizione mezzi economici sufficienti a realizzare servizi di mobilità adeguati. Significativo è stato l´interventodell´amministratore delle Ferrovie Nord di Milano, che al convegno MuoverSì ha parlato di necessità di ´fantasia´ per risolvere la questione delle stazioni impresenziate, ossia quelle nelle quali non si riesce a garantire il servizio di salita e discesa

delle persone disabili dalle carrozze ferroviarie.

(Marco Piuri, AD di FNME aveva detto: ´sipotrebbero affidare le stazioni non presenziate ad associazioni di volontariato che le utilizzerebbero per le loro attività istituzionali, garantendone in cambio la funzionalità´. NdR)

Al convegno abbiamo sentito lamentare la scarsa disponibilità delle aziende a interpellare le associazioni dei disabili in sede di progettazione. La ´scollatura´ tra utenti e aziende è così grave secondo lei?A cosa è dovuta? E´ sanabile? Esistono responsabilità, in questo senso, anche nel mondo delle associazioni .

La scollatura c´è. Il problema nasce a monte, nelle università, dove è raro imbattersi in docenti che si occupino regolarmente anche di progettazione accessibile o per ´utenza ampliata´. Poi le conseguenze sono inevitabili: architetti e ingegneri pensano (quasi) a tutto e solo alla fine si rendono conto di dover applicare le norme sull´accessibilità, e le vivono come dei ´vincoli´, non come delle sfide progettuali. Gli utenti dunque vengono vissuti non come consumatori maturi, ma come potenziali ostacoli alla realizzazione dei progetti. Una situazione che si può sanare solo attraverso un impegno serio e non demagogico di ´concertazione progettuale´ e di messa in campo di professionalità nuove, da una parte e dall´altra. In questo senso, in passato, le associazioni dei disabili non sempre hanno

esercitato un ruolo consono alla rappresentanza di un mondo assai ricco e variegato. Ma oggi mi sembra che le premesse, anche di comunicazione (il web ad esempio è uno strumento potente e flessibile) ci siano.

A cura di Mauro Baldassarri ? clickmobility.it

La cronaca del convegno

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