tavola rotonda

Sei presenze illustri si sono sedute al tavolo del dibattito. Il ruolo di moderatore è andato all´editorialista de Il Resto del Carlino, la Nazione, Il Giorno, Gabriele Cané, che ha

Sei presenze illustri si sono sedute al tavolo del dibattito. Il ruolo di moderatore è andato all´editorialista de Il Resto del Carlino, la Nazione, Il Giorno, Gabriele Cané, che ha volutamente introdotto con brevi cenni i relatori, lasciando  loro il massimo respiro d´intervento, soprattutto perché, ha spiegato, ´ciascuno vanta un´ottica particolare´.   Attesissimo e di grande attualità l´intervento di Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, che ha anticipato la partecipazione alla tavola rotonda per impegni personali. Ha dipinto con tratti sicuri la ricetta per uscire dall´impasse, parlando di mobilità come ´condizione ineliminabile per i cittadini e le aziende´ in uno scenario che deve andare verso la ´competitività sostenibile´. Punto centrale la situazione di estrema gravità delle polveri sottili ´Gli studiosi parlano di una situazione di grave pericolo ? ha ricordato facendo un confronto decisamente attuale ? Il fenomeno della mucca pazza in Italia per ora conta un solo contagio e nessun decesso, mentre per lo smog muoiono all´anno 3.500 persone, si tratta di soggetti deboli che vedono la loro fine accelerata inevitabilmente dall´inquinamento´. Numeri alla mano, l´83% del problema smog milanese trova quale imputato eccellente l´emissione dei veicoli circolanti. ´Mobilità e ambiente devono per forza di cose formare un comparto inscindibile ? spiega il presidente Formigoni ? La Regione Lombardia nel ´99 ha assunto in fatto d´ambiente le linee della direttiva europea 99/30, una risposta all´emergenza che è proseguita con interventi a tambur battente come il blocco del traffico e le targhe alterne e si svilupperà in futuro con un piano strutturale a lungo termine, fatto di incentivi quali quelli per l´utilizzo di combustibili meno inquinanti, rivisitazione del piano delle fermate, investimenti per la sostituzione dei mezzi obsoleti, potenziamento del trasporto su ferro, uso di nuove vetture a bassa emissione´. Quello della Regione sarà un vero e proprio ruolo guida ´Dovremo coinvolgere le altre amministrazioni locali, il mondo produttivo e quello commerciale, le associazioni, la scuola per condurre una battaglia realistica e non ideologica´.   E nell´Italia che intende cambiare l´approccio con la mobilità si intersecano decine di altre realtà come quella dei circuiti autostradali, delle ferrovie, che hanno trovato spazio al dibattito bolognese.   Di vera intersezione con la mobilità cittadina ha parlato ad esempio Vito Gamberale, amministratore delegato della società Autostrade ´La mobilità cittadina e quella autostradale non sono isole, ma interdipendenti´ ? ha spiegato illustrando un programma di sviluppo ambizioso, fatto di decine di progetti che troveranno realizzo un po´ su tutto il territorio italiano. A tenere banco la  riorganizzazione logistica e la riduzione danni ambientali ´Un´evoluzione che vedrà l´uso di tutta una serie di strumenti dal  realizzo di by pass e di aree di interscambio per allontanare il più possibile dalle città i flussi di traffico. Un´innovazione nel Tpl che significa messa in opera di parcheggi scambiatori, sviluppo tecnologico del controllo e monitoraggio del traffico, road pricing´.   Quello ferroviario è un esempio decisamente lungimirante e a parlarne alla tavola rotonda è lo stesso amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Giancarlo Cimoli, che ricorda con orgoglio come per la prima volta il bilancio delle Fs si sia chiuso con  un ´leggero pareggio´. ´Nel 2001 abbiamo investito 8.700 miliardi, di cui l´80% in infrastrutture, nel 2002 è prevista l´uscita di 10mila miliardi ? sottolinea alla platea -. Oggi si costruisce con un sistema diverso che significa portare il passaggio delle merci lontano dalle città, scindere il percorso dei treni metropolitani da quelli a media e lunga percorrenza. In 5/8 anni verrà messo in atto un ulteriore sviluppo. Il sistema ferroviario è complesso ma la riforma è un´ottima occasione, certo occorrerà gestirla nel modo giusto senza commettere errori, penso soprattutto ad eventuali cambi di gestione ricordando l´esempio svedese. A vincere le gare furono i francesi, che non conoscendo affatto il sistema crearono mille problemi, risolti da un inevitabile ritorno al passato, alla vecchia gestione svedese, e da un lungo periodo dedicato al ripristino´.   Con Alberto Clò, presidente Sab Aeroporto Bologna hanno trovato spazio argomenti quali la crisi del settore ´sotto gli occhi di tutti dopo i fatti dell´11 settembre´ e la proposta bolognese ´un progetto avanzato per portare la ferrovia all´interno dell´aeroporto, sottraendo 2,5 milioni di utenti dal traffico urbano della città´ una chance in più per abbattere i problemi dell´inquinamento.   Con l´orgoglio di chi al settore sente di appartenere profondamente Enrico Mingardi, presidente di ASSTRA, Associazione trasporti, ha parlato di risultati e necessità future ´I risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: abbiamo risanato le imprese e ora andiamo verso il mercato. Tre anni fa sostenevo che il trasporto collettivo doveva crescere per ?disperazione´ e ora è così´ Al concetto di spazio dedica un´attenta riflessione ´Siamo in una situazione di netta emergenza  e le città traboccano, non c´è più spazio al loro interno. Bisogna pensare subito a come intervenire, passando attraverso soluzioni quali lo sviluppo delle corsie preferenziali, dei parcheggi, la defiscalizzazione degli abbonamenti, il rinnovo del parco mezzi, la messa a punto di una nuova cultura della mobilità a partire dalle scuole.  Non bastano i by pass per un cuore malato, occorre subito un trapianto´. Una tranche a se meritano gli investimenti. Dove trovare i soldi? ´perché non trattenere 100 lire sulla benzina da destinare agli investimenti?´.  Il requiem d´una cultura come quella dell´opera pubblica viene recitato dall´on Giancarlo Tesini, presidente di Federtrasporto ´In Italia dobbiamo superarla velocemente. Troppe volte abbiamo affrontato la mobilità delle grandi aree urbane con una certa schizofrenia: prima facciamo poi ci fermiamo. Siamo federalisti e allora se vogliamo essere coerenti costruiamo dal basso, insieme. La delibera del Cipe mi lascia perplesso: cala dall´alto i progetti e in Italia troppo spesso si vende fumo. Siamo in piena emergenza ambientale e perché allora non cominciare a realizzare un piano di intervento ottimizzando quello che già possediamo?´.  Manuela Michelini (clickmobility.it)

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