Gli spostamenti per motivi di studio Nel 2000 circa 31 milioni di persone (10 milioni di studenti e 21 milioni di occupati) si sono spostati in Italia per motivi di
Gli spostamenti per motivi di studio Nel 2000 circa 31 milioni di persone (10 milioni di studenti e 21 milioni di occupati) si sono spostati in Italia per motivi di studio e di lavoro. Prendiamo in considerazione i soli spostamenti per motivi di studio. Rispetto al 1993 è diminuito il numero di chi si è spostato a piedi (dal 30% del 1993 al 27% del 2000). Spostarsi con i mezzi di trasporto risulta invece un´abitudine in graduale e costante crescita (dal 67% del 1993 al 71% del 2000): ciò è dovuto all´aumento dell´utilizzo dell´auto sia da parte dei conducenti (dal 4,4% del 1993 al 5,1% del 2000), sia, soprattutto, da parte dei passeggeri (dal 27% al 30,3%). Il ricorso al trasporto pubblico non subisce, nel periodo considerato, sostanziali variazioni per ciò che riguarda tram, autobus, metropolitana e pullman; risulta in lieve calo, invece, l´uso del treno (dal 7,4% del 1993 al 6,4% del 2000) e del pullman scolastico (dal 7,6% al 6,7%). Il 37% dei bambini e ragazzi con meno di 14 anni va a scuola a piedi, mentre una quota maggiore (43%) vi viene accompagnata in auto, soprattutto i bambini fino a 5 anni (55%). Il tempo impiegato per recarsi a scuola non supera i 15 minuti nella maggioranza dei casi (83%). Meno di un terzo degli studenti della scuola superiore o dell´università, riesce invece a raggiungere le sedi di studio in tempi inferiori ai 15 minuti. Questi studenti si spostano prevalentemente con un mezzo di trasporto (83%): principalmente pullman e corriere (23,4%) e trasporto pubblico urbano, cioè tram, bus (23,3%) e metropolitana (6,1%). A partire dalla maggiore età, maschi e femmine si distinguono per un diverso utilizzo dei mezzi di trasporto. In qualità di guidatori i maschi ricorrono all´auto in misura maggiore delle femmine: il 27,2% rispetto al 17,9%. Queste ultime scelgono con più frequenza il trasporto pubblico, soprattutto tram e bus (27,6% contro il 21,1% dei maschi).