Graziano Cremonini, Presidente della Confservizi – Emila Romagna risponde alle osservazioni di Ubaldo Marra, Presidente di Setram. Il Collega Ubaldo Marra, Presidente di SETRAM spa, commentando la notizia relativa alla
Graziano Cremonini, Presidente della Confservizi – Emila Romagna risponde alle osservazioni di Ubaldo Marra, Presidente di Setram.
Il Collega Ubaldo Marra, Presidente di SETRAM spa, commentando la notizia relativa alla vendita del 30% delle azioni della ´Linea Ferroviaria´ da parte della Provincia di Arezzo, ha espresso alcune preoccupazioni e soprattutto ha avanzato una proposta del tutto condivisibile.
La ´Tentazione degli Enti Locali di far cassa´, attraverso le dismissioni dalle società di gestione dei servizi pubblici, non solo è stata ed è presente ma, penso che ? alla luce delle sempre maggiori esigenze degli Enti Locali derivanti anche dai loro nuovi compiti previsti dal Titolo V della Costituzione, dalla mancata introduzione del ´Federalismo fiscale´ e soprattutto dai tagli e dai blocchi previsti dalla proposta di legge finanziaria 2003 – rischia di diventare un ´obbligo´, una via per far quadrare i loro bilanci senza peraltro incidere oltre un certo limite sul loro ruolo istituzionale e di servizio ai cittadini.
Sta già avvenendo nei settori energetico/ambientale, può ampliarsi anche al settore dei trasporti.
In linea di principio non ci sarebbe molto da obiettare: anche in Italia esistono ´non molti´ servizi pubblici locali gestiti bene dall´Azienda privata, come ne esistono ? tanti ? gestiti bene dall´azienda pubblica.
In linea di fatto però ? e tutta l´esperienza emiliano-romagnola lo dimostra ampiamente ? non è così: la buona performance dei servizi pubblici locali è ancora collegata alla loro forma di gestione, strettamente correlata agli Enti Locali e radicata sul territorio.
La liberalizzazione dei servizi pubblici e la loro gestione affidata in competizione tra imprese diverse deve realizzarsi in tempi adeguati: ma la scelta relativa alla eventuale ? totale o parziale – privatizzazione delle attuali aziende pubbliche dovrebbe essere assunta per convenienza generale valutata nel tempo, non imposta ? di fatto ? per legge; anche perché, a parte altre considerazioni relative ai servizi, una volta fatto quadrare il loro bilancio per uno o due anni ´dismettendo´ le azioni delle loro aziende o di parte di esse, cosa dovrebbero vendere gli Enti Locali per far quadrare i bilanci degli anni successivi?
La situazione tendenziale nella quale si trovano ad operare gli Enti Locali e le loro aziende tuttavia è questa.
E allora – anche in assenza di una normativa europea valida ed uguale per tutti i Paesi membri e di una legislazione quadro nazionale che guidi omogeneamente la loro riforma ? se vogliamo evitare che i servizi pubblici locali, anziché essere diffusi e qualificati in tutto il territorio nazionale finiscano per essere depotenziati e dequalificati (come è avvenuto in Gran Bretagna con le ´riforme´ della Sig.ra Tatcher) occorre che le Regioni, gli Enti Locali e le loro Aziende agiscono rapidamente insieme in tre direzioni fondamentali.
- Le Aziende e gli Enti Locali ? anche nel settore dei trasporti ? lavorino per dare vita ad alleanze e possibilmente a grandi e forti imprese, costituite da aziende pubbliche e private non soltanto della nostra Regione in grado di partecipare e vincere la competizione che nel 2003 si realizzerà anche nella nostra realtà.
- Gli Enti Locali, come giustamente ha scritto Marra, diano vita alle Agenzie per la Mobilità, non come strumenti burocratici o tecnocratici sovrapposte o esterne alla loro volontà decisionale, ma al contrario come espressione diretta per esercitare in forma associata le loro funzioni di governo (organizzazione del servizio nel bacino di competenza, espletamento delle gare, contratti di servizio, controllo sugli obiettivi e sugli impegni assunti dai gestori, etc.).
Agenzie autorevoli perché competenti nell´assolvimento dei loro compiti di governo e di controllo del settore, non ´pesanti´ per svolgere anche attività imprenditoriali (ad ognuno il suo mestiere). Questa può essere la via per governare positivamente i servizi e per rispondere positivamente anche ai problemi che possono derivare dalla necessaria liberalizzazione del settore e dall´eventuale privatizzazione, più o meno imposta, delle Aziende.
Le esperienze sin qui realizzate in Emilia-Romagna hanno segni diversi, la scelta di fondo però mi pare azzeccata e perciò da razionalizzare e generalizzare, qui e possibilmente anche in altre realtà territoriali del Paese. - Le Regioni ? che con il nuovo Titolo V della Costituzione ne hanno piena facoltà ? dovrebbero intervenire, sia a livello generale che nei diversi settori, con apposite normative capaci di promuovere, di accompagnare, e di sostenere queste scelte. La Regione E-R, con la L.R. 30/98 in materia di trasporti e con le recenti proposte di revisione della stessa, si è posta su questa strada.
Graziano Cremonini