Il XVII Convegno Tecnico  ACI in programma ieri e oggi

KYOTO UN ANNO DOPO: AL SETTORE DEI TRASPORTI IMPUTABILE IL 26% DELLE EMISSIONI DI CO2

KYOTO UN ANNO DOPO: AL SETTORE DEI TRASPORTI IMPUTABILE IL 26% DELLE EMISSIONI DI CO2

ACI analizza il percorso di adeguamento finora intrapreso dall’Italia        “Non intervenire soltanto sul traffico”

Un anno dopo l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, con il XVII Convegno Tecnico in programma ieri e oggi a Roma, L'ACI analizza il percorso di adeguamento finora intrapreso dall’Italia.

Le maggiori attenzioni per l’ambiente, anche nell’ottica di Kyoto, si sono tradotte a livello locale prevalentemente in disarticolati provvedimenti sul traffico, troppo spesso a scapito della mobilità privata, che è solo una parte del problema complessivo.
Al settore dei trasporti, infatti, è imputabile il 26% delle emissioni totali di anidride carbonica, e questa quota va poi ripartita tra le auto private (57%), i mezzi pubblici e commerciali (36%), i motocicli (4%) e gli altri vettori.

I primi produttori di anidride carbonica (impianti di produzione energetica e di riscaldamento domestico, che insieme contano per il 48% delle emissioni) sono stati oggetto di attenzioni quantitativamente e qualitativamente inferiori rispetto alle auto.

Oltre che sulle emissioni di CO2 al centro del protocollo di Kyoto, l’ACI sollecita maggiore chiarezza anche su altri fattori inquinanti. Per quanto riguarda il PM10, ad esempio, ai trasporti è imputabile meno della metà (il 49%) del totale nell’aria, e le auto a benzina (oltre 24 milioni in Italia) generano quantità ininfluenti di PM10 rispetto ai diesel e ai ciclomotori a due tempi.

Più che intervenire con provvedimenti restrittivi sulla mobilità, secondo l’ACI, vanno studiati strumenti fiscali improntati al principio del “chi inquina paga”. Questi porterebbero vantaggi all’economia e all’ambiente, consentendo ai cittadini risparmi sull’acquisto e la gestione di veicoli a minore impatto ecologico.

Al di là dei provvedimenti tecnici e delle normative, l’ACI richiama l’attenzione su un altro tema: l’ambiente è un valore per tutti, e la sfida ambientale si vince sul piano etico prima ancora che economico e sociale.
Per questo l’Automobile Club d’Italia ha proposto un Manifesto etico con cui punta a promuovere il valore della mobilità responsabile attraverso una sintesi superiore tra la mobilità intesa come “espressione di libertà personale” e la mobilità “espressione delle relazioni con l’ambiente circostante”.Manu Mich. – clickmobility.it

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