Le società leader nel settore – Flexcar e Zipcar – hanno raddoppiato il fatturato rispetto al 2005
Forte espansione per il car sharing negli USA.
Lo confermano i dati divulgati dalle due società leader di settore – Flexcar e Zipcar – che sottolineano come il fatturato nel 2006 sia addirittura raddoppiato rispetto al 2005.
Negli Stati Uniti operano complessivamente 18 società che possono contare su 102mila abbonati, una flotta di oltre 2.500 veicoli, ed un'espansione in circa 60 città.
Accanto a Flexcar e Zipcar, che hanno 65 mila clienti in sette città comprese New York, Boston e Chicago e progettano di allargarsi a 25 aree entro il 2009, troviamo fra i maggiori operatori CityWheels ad Oberlin e Cleveland, Ohio.
Negli Stati Uniti L'idea del car sharing ha iniziato a trovare spazio verso la fine degli anni novanta ma il decollo vero e proprio del servizio si è avuto solo durante questo ultimo anno.
C'è molto interesse da parte degli investitori verso le due realtà di punta del settore, a cui sono stati garantiti nuovi flussi di denaro per allargare L'attività. La Zipcar ha ottenuto moneta sonante dal fondo di private equity californiano Benchmark capital management. La Flexcar invece può svilupparsi grazie alle somme investite da Steve Case, il fondatore di America Online, che ne ha acquisito la maggioranza.
Le previsioni di Case sono decisamente ottimistiche, infatti L'uomo d'affari ipotizza che il servizio passi dai 30 mila fruitori del 2005 a 1 milione in cinque anni.
I programmi d'espansione di Flexcar infatti non hanno rilevato stop rientrando perfettamente nelle logiche programmate, passando dalle sei città in cui operava già, ovvero Seattle, Portland, Los Angeles, San Diego, Chicago e Washington, ad altri sei centri urbani.
«Il car-sharing è supercomodo e meno caro del noleggio normale – ha sottolineato Case -. Sta prendendo piede perché ha una forte logica e credo che sia un sistema a un punto di svolta».
L'espansione americana del servizio è confermata anche da Susan Shaheen, direttore del gruppo di ricerca sulla Innovative mobility alla University of California di Berkeley. «Sta crescendo il numero di membri del servizio – dice Shaheen -, vi stanno investendo venture capitalist e private equity, e più operatori si stanno facendo concorrenza nelle stesse città». M. Gio M. – clickmobility.it