La Corte di giustizia europea stabilisce che si può affidare il servizio senza gara a patto che l'Ente pubblico controlli la società al 100%La norma italiana risulta compatibile con il diritto comunitario
SulL'affidamento diretto ieri la Corte di giustizia europea ha sciolto i dubbi pronunciandosi sulla compatibilità della normativa italiana in materia di servizi pubblici locali con il diritto comunitario.
La Corte europea ha stabilito che L'ente locale può affidare direttamente il servizio, senza il ricorso alla gara ad evidenza pubblica, a patto che sussistano due condizioni specifiche.
Gli enti pubblici potranno utilizzare L'affidamento diretto nel qual caso detengano L'intero capitale della società e a patto che L'ente pubblico eserciti sulla società concessionaria un controllo analogo a quello svolto sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con L'ente che la detiene.
La Corte ha deliberato ieri in via pregiudiziale in merito alla domanda del Tar pugliese e in relazione alla controversia C-410/04 che vedeva contrapposte L'Amtab servizio, società per azioni il cui capitale sociale è interamente detenuto dal Comune di Bari, e L'Anav.
Era stata L'Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori (Anav) a fare ricorso alla magistratura amministrativa, sostenendo che il Comune avesse violato il diritto comunitario per non aver indetto un concorso ad evidenza pubblica.
Ripercorrendo i punti focali della vicenda poniamo al primo posto la delibera del 17 luglio 2003 con cui il Comune aveva indetto regolare procedura d'appalto pubblico seguita da una scelta opposta, quella di non proseguire con la procedura d'appalto optando per L'affidamento diretto L'Amtab datata 18 dicembre 2003.
Secondo L'Anav, che aveva richiesto il giudizio del Tar, la procedura metteva in risalto una violazione del diritto comunitario per non aver fatto ricorso alla gara ad evidenza pubblica.
La risposta di Bruxelles arriva a chiarire che "le concessioni di servizi pubblici sono escluse dL'ambito di applicazione delle direttive comunitarie sulle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi" precisando al contempo che "le pubbliche amministrazioni che concludono contratti di concessione di servizi pubblici sono in ogni caso tenute a rispettare il Trattato Ue e i principi di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza in esso contenuti".
L'applicazione delle regole risulta esclusa se "il controllo esercitato sul concessionario dL'autorità pubblica concedente è analogo a quello che essa esercita sui propri servizi, e se il detto concessionario realizza la parte più importante della propria attività con L'autorità
che lo detiene".
La norma italiana nel qual caso riprenda "testualmente il contenuto delle condizioni indicate" risulta essere "in linea di principio conforme al diritto comunitario, fermo restando che L'interpretazione di tale disciplina deve a sua volta essere conforme al diritto comunitario".
I primi giudizi sulla vicenda erano già stati espressi a gennaio dL'avvocato generale della Corte di Giustizia di Lussemburgo, L. A. Geelhoed, dichiaratosi favorevole alle scelte effettuate dal Comune di Bari, dopo essere stato interpellato dal Tar della Puglia in merito alla richiesta di annullamento della delibera di attribuzione diretta del trasporto L'Amtab.
L'avvocato generale aveva preventivamente osservato come il Comune di Bari in questo caso non avesse alcun obbligo di assegnare il servizio tramite concorso, poichè L'Amtab, società nata unicamente per fornire questo genere di servizio, è un ente dal capitale sociale interamente di proprietà delL'amministrazione comunale barese. In pratica, il concessionario del servizio pubblico (Amtab) in questo caso coincide con lo stesso gestore (Comune di Bari). Manu Mich. – clickmobility.it