Per “fare bene all'ambiente” gli europei disponibili a cambiare abitudini. Il 61% dichiara di aver già messo in pratica misure precauzionali, mentre il 44% sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per un´energia prodotta da fonti con minori emissioni di gas serra, a fronte del 30% che invece non avrebbe questa disponibilità
Gli europei si dichiarano decisamente preoccupati dei cambiamenti climatici e sono in molti a propendere per scelte anche drastiche a patto che siano utili per "fare bene L'ambiente".
Quando si parla però di rinunciare L'uso quotidiano delL'automobile in Europa non tutti sembrano rispondere con decisione L'appello come ad esempio gli oltre mille italiani intervistati per il sondaggio Eurobarometro. Se è addirittura il 74% dei nostri connazionali a definire il cambiamento climatico un problema serio non sembrano esserci dubbi, purtroppo, in fatto di rinunce L'amata '4 ruote'.
La lotta ai cambiamenti nel nostro Paese trova terreno fertile in fatto di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti, al primo posto nelle scelte quotidiane, seguita a ruota dalla riduzione di consumi energetici, dall´abbattimento dei consumi di acqua e al quarto dai prodotti usa e getta. Relegata invece al quinto posto la scelta di ricorrere ai trasporti più sostenibili, scelti come modalità di spostamento quotidiano solo dal 21% degli intervistati, mentre ancora più in basso scivolano la rinuncia L'auto privata e il ricorso al car sharing.
I dettagli emergono netti dai risultati del sondaggio condotto da Eurobarometro e commissionato da Parlamento e Commissione europei sulL'atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico.
Gli europei nella stragrande maggioranza ritengono che gli obiettivi fissati per ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la quota di energie rinnovabili entro il 2020 siano adeguati o addirittura troppo limitati. Ben oltre la metà degli europei intervistati si considera informata circa le cause (56%) e le conseguenze (56%) dei cambiamenti climatici, e sui modi per contrastarli (52%). Tuttavia, la percentuale di cittadini che si considera poco informata al riguardo resta significativa (più di quattro intervistati su dieci) e la mancanza di informazioni viene indicata come un motivo importante per non agire.
In Europa la disponibilità al cambiamento di rotta non latita è infatti il 61% degli intervistati ad affermare di aver già messo in pratica misure precauzionali per aiutare L'ambiente mentre è il 44% a sottolineare che sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per un´energia prodotta da fonti con minori emissioni di gas serra, a fronte del 30% che invece non avrebbe questa disponibilità.
La maggior parte degli europei sostiene però che per un cambiamento radicale non siano sufficienti le scelte dei singoli ma guarda ad un disegno globale con trasformazione
in senso ecosostenibile di imprese e industrie (76%).
Per ottenere risultati concreti, i governi, le imprese e le industrie dovrebbero modificare il proprio comportamento. In quel caso otterrebbero perfino L'appoggio della maggior parte dei cittadini europei.
Gli italiani, rispetto agli europei, sono decisamente recalcitranti L'utilizzo del sistema del trasporto pubblico e troppo ancorati L'uso delL'automobile.
Le città italiane in termini di tpl offrono opportunità inferiori specie se messe a confronto con realtà quali quelle di Praga, Stoccolma e Vienna dove è possibile usare il trasporto pubblico per il 58%, 47% e 45% degli spostamenti casa-lavoro.
In città quali Copenaghen e Riga il rapporto fra cittadini e vetture è di 20 auto ogni 100 abitanti, in altre quali Berlino, Londra e Parigi la media arriva a 30 per 100 abitanti.
il rapportoManu Mich. – clickmobility.it