In un convegno gli elementi per definire le prime soluzioni

Roma. Dal Freight Leaders Council nuovi modelli di mobilità sostenibile nel trasporto delle merci

Roma. Dal Freight Leaders Council nuovi modelli di mobilità sostenibile nel trasporto delle merci

In Italia ogni anno coperti quasi 75 miliardi di chilometri con uno squilibrio di fondo: 2 milioni e mezzo di furgoni (quasi tutti per trasporto in conto proprio e in città) coprono i due terzi del chilometraggio, mentre poco più di 500 mila tir (quasi tutti per trasporto professionale e fuori città) percorrono il terzo rimanente

Sono 3 milioni i veicoli utilizzati per il trasporto delle merci in Italia.
Un numero elevato per il quale fortunatamente cresce L'attenzione L'ambiente grazie L'utilizzo di veicoli sempre più ecologici, carburanti alternativi a basso impatto ambientale ed organizzazione sempre più accurata di sistemi logistici che tengono in stretta considerazione il cosidetto trasporto intelligente (ITS).
Di questo e di altri argomenti attinenti si è parlato nelL'ambito del convegno, organizzato dal Freight  Ledaers Council,  sul tema  “Nuovi modelli di mobilità sostenibile nel trasporto delle merci. L’utilizzo di energie alternate“, tenutosi a Roma i giorni scorsi.

L'impatto ambientale del trasporto merci è decisamente rilevante considerando soprattutto che i veicoli utilizzati percorrono ogni anno quasi 75 miliardi di chilometri con uno squilibrio di fondo: 2 milioni e mezzo di furgoni (quasi tutti per trasporto in conto proprio e in città) coprono i due terzi del chilometraggio, mentre poco più di 500 mila tir (quasi tutti per trasporto professionale e fuori città) percorrono il terzo rimanente.

E’ evidente, dunque, come ha sottolineato Rocco Giordano, dell’Università di Salerno, dopo i saluti del presidente del FLC, Roberta Gili, e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Fabio De Lillo, che il terreno su cui lavorare è propri quello dei mezzi più leggeri che si muovono nelle aree metropolitane, dove si concentra la maggior quantità di emissioni, e lavorano in conto proprio, su distanze brevi (in media 4,2 km) e quasi sempre con ritorni a vuoto.

Un quadro, tuttavia, che la crisi in corso potrebbe modificare profondamente, riducendo l’attività proprio dei veicoli più leggeri, utilizzati da settori produttivi che appaiono più a rischio di fronte all’impatto delle difficoltà economiche.

A fronte di questo quadro, l’Europa, come ha spiegato Elisabetta Olivi, della Commissione di Bruxelles, punta sul potenziamento dei collegamenti ferroviari e marittimi per ridurre i trasporti di lunga distanza, sullo sviluppo di un piano continentale per la logistica, sulla diffusione di sistemi di trasporto intelligente, sulla modifica delle scelte delle modalità di trasporto, sulla promozione di carburanti verdi per camion.

Nel dibattito, tutti gli intervenuti hanno fornito le risposte di competenza del loro settore. Salvatore Carbonaro ha fatto il punto delle ricerche condotte dall’Eni nel campo dei combustibili alternativi, mentre Giuseppe Braccio (Consorzio Train Enea) ha illustrato le strategie e gli obiettivi internazionali sulla produzione dei biofuels, le produzioni nazionali ed europee e i benefici connessi dal loro impiego e Vittorio Zurletti (Cryotrucks) ha presentato sistemi e tecnologie per l’utilizzo del metano liquido nei trasporti

Per i produttori di camion, Giovanni Margaria, dell’Iveco ha ricordato che varie soluzioni sono in studio: dai biocombustibili all’idrogeno. Ma ha precisato che specie nel contesto della presente crisi economico-finanziaria, la più realistica e concreta alternativa ai carburanti tradizionali risulta essere il metano.

Il punto di vista degli autrasportatori è stato rappresentato da Francesco Del Boca (Confartigianato Trasporti) e da Fabrizio Ossani (Federtrasporti). Quest’ultimo, in paricolare, ha sottolineato che per incentivare l’utilizzo dei carburanti ecologoci sarà rilevante l’opera di incentivazione fiscale (ad esempio con accise agevolate) e il miglioramento della distributivi sul territorio nazionale di tali nuovi propellenti.

Ma esiste anche una risposta in termini organizzativi, attraverso i progetti di City Logistics, illustrate da Marco Spinedi (Italmondo), che ha ricordato le esperienze di Padova, Vicenza e di diverse città dell’Emilia-Romagna, sostenute da una legge regionale ad hoc.

Progetti che incentivano gli operatori ad utilizzare i propri mezzi in modo più efficiente e/o a sostituirli con mezzi meno inquinanti, sia realizzando progetti di CDU (Centri di Distribuzione Urbana), i cui la distribuzione delle merci in un’area urbana viene progressivamente affidata ad un unico operatore, generalmente pubblico, che si prende carico dell’ “ultimo miglio”.

Spinedi si è augurato che l’esempio di Veneto ed Emilia Romagna (già seguito da altre città del Centro-Nord) sia diffuso dal governo utilizzando adeguati strumenti di sostegno sia dal punto di vista organizzativo che da quello finanziario, come è avvenuto in altri paesi nel mondo, quali ad esempio il Giappone. M. Gio M. – clickmobility.it

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