In seguito alla sentenza la Filt Cgil chiede che la stessa norma venga impugnata di fronte alla Corte costituzionale”La norma del 1931, emanata dallo stato fascista, è superata dalle norme italiane e dell’Unione Europea, oltre a tutte le convenzioni internazionali cui aderisce l’Italia”
Aveva fatto discutere L'istanza presentata dal giovane marocchino Mohamed Hailoua, in Italia dal 2004, contro il regolamento delL'azienda dei trasporti Atm di Milano che impedisce agli extracomunitari di lavorare nel trasporto pubblico sulla base del Regio decreto n. 148 del 1931. Il 19 giugno, in primo grado, il ricorso era stato respinto perché il giovane non aveva presentato domanda di assunzione e quindi si valutava inutile il procedimento.
I giorni scorsi, con sentenza di secondo grado, il tribunale di Milano ha dato ragione a Mohamed e ha dichiarato che la norma del 1931 è "da ritenersi implicitamente abrogata" e rifacendosi al testo unico sulL'immigrazione il regolamento Atm per le assunzioni è "discriminatorio".
L'azienda milanese il Tribunale ha ordinato di "rimuovere la richiesta di cittadinanza italiana o europea tra i requisiti per L'assunzione" e Atm ha rimosso dai bandi per le assunzioni il requisito della cittadinanza, come si può notare sul sito web delL'Atm nella sezione dedicata alle offerte di lavoro.
"Siamo soddisfatti – afferma Lorenzo Todeschini, responsabile Anolf Cisl Lombardia – il pronunciamento del tribunale rimuove un ostacolo pretestuoso alla libertà di accesso al lavoro e fa piazza pulita di stravaganti giustificazioni sulla sicurezza pubblica per escludere lavoratori che sono uguali agli altri nei diritti e doveri".
Soddisfatti della sentenza anche in Filt Cgil. "Ai cittadini interessa che il trasporto pubblico funzioni bene – ha spiegato il segretario generale della Filt Cgil Lombardia Nino Cortorillo -. Atm ha difficoltà a reperire personale e da oggi non saranno assunti tutti i lavoratori stranieri ma solo quelli che hanno i requisiti professionali".
In seguito alla sentenza la Filt Cgil chiede che la stessa norma venga impugnata di fronte alla Corte costituzionale: "La norma del 1931, emanata dallo stato fascista, è superata dalle norme italiane e dell’Unione Europea, oltre a tutte le convenzioni internazionali cui aderisce l’Italia. Si dovrebbe ora impugnare questa legge di fronte alla Corte Costituzionale perché viola la Costituzione e non ha analogie in nessun paese dell’Europa. Non si tratta di dividersi tra chi vuole assumere italiani e chi vuole assumere stranieri nelle aziende di trasporto pubblico. Nel nostro paese tutti i cittadini e tutti i lavoratori devono avere gli stessi doveri e gli stessi diritti". Manu Mich. – clickmobility.it