Il quadro nazionale mostra un Paese bloccato, con gravi problemi in tema di mobilità, legalità, rifiuti, con sprazzi di eccellenze e buone pratiche sparse

Roma. Italia terza nelL'Ue per le emissioni di Co2: i dati provengono dal rapporto ambiente Italia 2010 di Legambiente

Roma. Italia terza nelL'Ue per le emissioni di Co2: i dati provengono dal rapporto ambiente Italia 2010 di Legambiente

Tra i settori più critici, viene segnalato ancora quello della mobilità. l'Italia è il paese con la più elevata quantità pro capite di mobilità motorizzata. Nel trasporto terrestre i mezzi privati coprono circa l'82% della domanda. Si registra poi una crescita sostenuta del trasporto su moto e ciclomotori

Appare decisamente negativa la performance italiana relativa alle emissioni climalteranti. Con 550 milioni di tonnellate di Co2, L'Italia è il terzo paese europeo per emissioni (era quinto nel 1990 e quarto nel 2000). Rispetto al 1990 – anno di riferimento per L'obiettivo di riduzione del 6,5% entro il 2010 del Protocollo di Kyoto – la crescita delle emissioni lorde italiane è stata del 7,1%, soprattutto a causa delL'aumento dei consumi per trasporti (+24%), della produzione di energia elettrica (+14%) e della produzione di riscaldamento per usi civili (+5%).

Le emissioni nette, considerando i cambiamenti d'uso del suolo e L'incremento della superficie forestale, sono cresciute del 5%. Tutto ciò, mentre a livello europeo si registra una riduzione del 4,3% (Eu a 15) delle emissioni rispetto al 1990, con Germania, Regno Unito e Francia che hanno già superato gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, seguiti dL'Olanda che li sta raggiungendo.

I dati provengono provengono dal Rapporto Ambiente Italia 2010, presentato ieri da Legambiente, ed evidenziano un grande divario tra nord e sud.

Il quadro numerico nazionale mostra un Paese bloccato, con gravi problemi in tema di mobilità, legalità, rifiuti, con sprazzi di eccellenze e buone pratiche sparse che, pur aprendo la strada a momenti di ottimismo non riescono a fare sistema e a caratterizzare lo sforzo unitario della comunità.

Energia, trasporti, rifiuti, acqua, cave, suolo, dissesto idrogeologico e biodiversità sono le sfide ambientali nelle regioni italiane che Legambiente mette sul tavolo alla vigilia della partenza delle elezioni regionali.

Tra i settori più critici, va segnalato ancora quello della mobilità. L'Italia è il paese con la più elevata quantità pro capite di mobilità motorizzata. Nel trasporto terrestre i mezzi privati coprono circa L'82% della domanda. Si registra poi una crescita sostenuta del trasporto su moto e ciclomotori. Le merci continuano a viaggiare prevalentemente su strada (il 71,9% nel 2008), poco in nave (18,3%) e pochissimo su ferrovia (9,8%). Il tasso di motorizzazione è ovviamente altissimo, con 598 auto ogni 1000 abitanti (+91% dal 1980).
In positivo, crescono, anche se di poco, le piste ciclabili protette e non protette nei capoluoghi di provincia (sono circa 2.840 km nel 2008 erano circa 2500 L'anno precedente).

"Vogliamo riempire di contenuti concreti la prossima campagna elettorale. Altro che schieramenti e posizionamenti, le Regioni hanno responsabilità enormi per disegnare la qualita' dello sviluppo nei territorio per uscire dalla crisi", afferma Legambiente che, nel rapporto Ambiente Italia 2010, L'annuale report sullo stato di salute del Paese, quest'anno ha voluto aggiungere ai tradizionali indicatori anche una significativa analisi delle sfide ambientali che le Regioni devono affrontare per promuovere uno sviluppo più moderno e pulito, avviando sul serio la green economy.

Il rapporto ambiente Italia 2010 é stato presentato ieri a Roma da Duccio Bianchi delL'istituto di ricerca Ambiente Italia e Edoardo Zanchini responsabile energia e infrastrutture di Legambiente. A curare il rapporto, presentato nella sede di Legambiente, sono stati Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente.

Tra le tematiche trattate guardiano più da vicino i dettagli riferiti ai trasporti.
In Italia – sottolinea il rapporto – ci sono 14 milioni di pendolari che ogni giorno si muovono verso le grandi città. Di questi solo 2 milioni e 640mila utilizzano il treno. Perché i treni pendolari sono quelli più inaffidabili, vecchi, affollati e in ritardo. E perché le Regioni, alle quali spetta definire il contratto di servizio con i gestori dei treni e individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio per migliorare i servizi, destinano pochissimo al settore. Nel 2009 in metà delle regioni non si è arrivati allo 0,1% di spesa per i pendolari rispetto al bilancio regionale. La Regione che ha speso di più per i pendolari nel 2009 (1,52% del bilancio) e che ha proposto la migliore politica ottenendo risultati significativi di crescita dei pendolari su treno, è stata la Campania. A seguire, la Lombardia che è anche quella con il maggior numero di pendolari su treno (560mila).
La sfida, è quella di far crescere, nei prossimi 5 anni, la quota di pendolari su ferro in Italia, (fino ad arrivare a 4 milioni), attraverso risorse e politiche attente: parco rotabile rinnovato, nuovi treni, maggiori finanziamenti per rafforzare i servizi, priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città.Manu Mich. – clickmobility.it

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