Oggetto di contestazione anche il programma sul controllo di gestione

Savona. Acts Linea, Sar Tpl e RT presentano ricorso al Tar contro i criteri di ripartizione dei finanziamenti regionali per il tpl

Savona. Acts Linea, Sar Tpl e RT presentano ricorso al Tar contro i criteri di ripartizione dei finanziamenti regionali per il tpl

Le società hanno sottolineato che alcuni dei criteri di ripartizione delle risorse, stabiliti dal programma triennale, siano illegittimi perchè discriminanti e non ispirati ad una logica di uniformità di trattamento delle aziende erogatrici del servizio “con una ingiustificata penalizzazione di Acts, Sar e RT nella distribuzione delle risorse”

Acts Linea SpA, Sar Tpl SpA e Riviera Trasporti SpA hanno presentato al Tribunale Amministrativo della Liguria il ricorso formale contro i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie per il settore del trasporto pubblico stabilite nel programma regionale dei servizi pubblici locali per il triennio 2009-2011.

Le tre società hanno sottolineato che alcuni dei criteri di ripartizione delle risorse, stabiliti dal programma triennale, siano illegittimi in quanto discriminanti e non ispirati ad una logica di uniformità di trattamento delle aziende erogatrici del servizio “con una ingiustificata penalizzazione di Acts, Sar e RT nella distribuzione delle risorse” come si legge nella nota resa pubblica dalle aziende.

Motivo di fondo del ricorso è rappresentato dal fatto che il 90% dello stanziamento complessivo, secondo il programma regionale, è ripartito ogni anno secondo il servizio pianificato nel 2008, considerando sia i chilometri di servizio programmati, sia le ore di servizio.

Il 50% dell’importo indicato risulta distribuito fra i vari bacini secondo il peso percentuale dei chilometri di servizio pianificati ed il 50% secondo il peso percentuale delle ore di servizio pianificate (nel 2008).

Il piano introduce alcuni correttivi che alterano la linearità del criterio – fanno notare le tre società -. Il primo di questi è legato alla considerazione della “diversa valenza del trasporto urbano rispetto al trasporto extraurbano” e viene espresso attraverso un “indice che rappresenta la differente velocità commerciale media dei servizi, ricavato dalla percentuale dello scostamento in negativo rispetto alla velocità media regionale” (che sarebbe di 19,73 km/h), che corregge il peso percentuale dei chilometri, “ponderando” la percentuale che ne risulta, attraverso l’attribuzione di un numero di chilometri maggiore di quelli effettivamente pianificati.

Una ponderazione che le tre società ritengono vada ad esclusivo vantaggio del bacino urbano genovese aumentando i 30.975.636,00 chilometri pianificati a 37.893.422,91, e lasciando inalterati quelli relativi agli altri bacini.
"Il calcolo delle ore di servizio, per il rimanente 50%, privilegia chi impiega più ore perché ha una velocità commerciale più ridotta" elemento per cui le società non credono debba concorrere nuovamente a privilegiare chi è già stato avvantaggiato con il primo criterio.

Ulteriore elemento di contestazione è rappresentato dal fatto che, una volta stabilite le percentuali attribuibili a ciascun bacino, sulla base dei primi due criteri, si sarebbe arrivati ad una ripartizione delle risorse sulla base delle medesime percentuali.

“Tuttavia il piano prevede che le risorse in questione siano ripartite tenuto conto dello scostamento tra le percentuali di ripartizione di cui sopra e quelle ricavate dal riparto delle risorse storiche – prosegue la nota -. Non è del tutto chiaro che cosa si debba intendere per risorsa storica, ma sembra che ci si riferisca in concreto al riparto effettuato nel 2008. Nella sostanza, la percentuale che deriva dall’applicazione del criterio del servizio pianificato, viene corretta, applicando solo il 65% della differenza fra la percentuale stessa e la percentuale di riparto del 2008. Questo meccanismo serve dunque a ridurre le differenze rispetto alle percentuali del 2008. Ovviamente penalizza tutte le aziende che hanno incrementato il servizio, aumentando chilometri e ore, ed avvantaggia i bacini che hanno avuto invece una riduzione di chilometri e ore”.

Oggetto di contestazione anche il programma sul controllo di gestione, che dispone che “le aziende del TPL ligure su gomma e su ferro provvedano nell’immediato a trasmettere alla Regione Liguria tutti i documenti: piano dei conti; bilancio, documenti contabili, etc. ed avverte che in caso di inadempienza le aziende del trasporto su gomma destinatarie di tali imposizioni “non avranno titolo a partecipare alla ripartizione delle risorse”.

Secondo le aziende la Regione sembra proporre un sistema di controllo di gestione da vagliare e definire con le società di trasporto, ma poi fa richiesta nell’immediato di produrre tutti i documenti richiesti: il controllo viene operato in via autoritativa e la mancata collaborazione viene sanzionata con la perdita delle risorse.
“Non sembra che, in base alla normativa vigente, la Regione, titolare di funzioni di programmazione, possa rivendicare la potestà di imporre il controllo di gestione sulle aziende di trasporto e si omette di considerare che non tutte le aziende di trasporto operano in house o in regime di controllo analogo. In particolare, diverse aziende liguri, fra le quali le ricorrenti, sono titolari di contratti di servizio stipulati ad esito di gara pubblica. La Regione, riservandosi l’accesso a documentazione contabile e di qualunque tipo, si attribuisce un potere ispettivo che lede non solo le esigenze di riservatezza dei dati industriali e commerciali, ma anche l’autonomia della gestione aziendale”.

“Infine – conclude la nota -, non sono noti i dati di tutti i bacini. Si ha motivo di ritenere, in particolare, che il chilometraggio riconosciuto al bacino G Urbano ecceda quello certificato o certificabile. L’acquisizione in giudizio dell’istruttoria svolta dalla Regione nella formazione del piano potrà dimostrare la fondatezza della censura”.Manu Mich. – clickmobility.it

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