Ieri la commissione ha ospitato le aziende del tpl per riferire sullo stato di salute del settore, nel momento in cui si apprestano a diventare un’unica società di trasporto su
Ieri la commissione ha ospitato le aziende del tpl per riferire sullo stato di salute del settore, nel momento in cui si apprestano a diventare un’unica società di trasporto su ferro e gomma.
Gli amministratori hanno spiegato al presidente Chiacchieroni e ai membri della Commissione di riuscire a mitigare gli effetti della crisi finanziaria grazie ai servizi ottenuti fuori regione ed attraverso un’attenta politica di riduzione dei costi, ma chiedono alla Regione di intervenire perché non vengano meno le risorse, con inevitabili ricadute su occupazione e servizi.
Presenti L'incontro anche il presidente di Apm Giovanni Moriconi, l’amministratore unico della Fcu Ettore La Mincia, e i rappresentanti di Minimetro Spa, nella persona dell’amministratore delegato Nello Spinelli, e di Trenitalia, con il direttore responsabile regionale Fabrizio Imperatrice.
Il presidente della Commissione Gianfranco Chiacchieroni ha spiegato che a fronte della crisi economica e finanziaria che sta condizionando i progetti delle singole regioni si è reso necessario un incontro con le realtà del trasporto pubblico locale allo scopo di calibrare al meglio gli interventi che il Consiglio regionale può fare per sostenere uno dei settori più colpiti dalla crisi e dai tagli dei finanziamenti.
L’amministratore unico della holding, Christian Cavazzoni, ha affermato che la fusione delle società di trasporto pubblico locale comprese nella “Umbria TPL Mobilità” (Apm Perugia, Atc Terni, Ssit Spoleto ed Fcu, con partecipazioni varie da parte di Regione, Province e Comuni) sarà effettiva entro l’anno in corso e comporterà la presenza sul mercato di un’unica società di trasporto su ferro e gomma con un patrimonio di 60 milioni di euro e in grado di partecipare alle gare che inevitabilmente dovranno essere bandite entro breve tempo, perché i contratti di servizio delle società in questione andranno in scadenza nel 2011.
“La situazione attuale – ha detto Cavazzoni – evidenzia un contesto difficile per i problemi strutturali della nostra regione e per i bassi corrispettivi introitati dalle aziende, abituate al taglio dei costi quale unico intervento possibile. E malgrado ciò il settore del trasporto pubblico locale è in perdita, contenuta grazie alle attività che svolgono Apm e Fcu fuori regione”.
Il presidente dell’Apm Giovanni Moriconi ha illustrato i rischi cui può andare incontro il Tpl se la riduzione delle risorse pubbliche seguirà lo schema dei tagli per settore: “Se la Regione li applica – ha detto – potremmo avere un terzo dei servizi in meno, con pesanti ricadute anche occupazionali, perché trecento persone non avrebbero più un lavoro. Inoltre, in considerazione del fatto che nel 2011 dovranno essere bandite le gare a causa della scadenza dei contratti di servizio, quindi occorrerà ridefinire i servizi minimi, e non potremo non tenere in considerazione che è radicalmente mutato il quadro dei flussi di mobilità. Il trasporto pubblico – ha spiegato – è un servizio sociale, che deve servire anche zone marginali, ma sarà difficile garantire corse da 0,5 passeggeri, come attualmente accade, in un contesto di forte calo dell’utenza”.
Moriconi ha poi sottolineato che lo stato di crisi è mitigato dal fatto che Apm ha vinto una gara che vale un quarto dei servizi di trasporto della città di Roma, che porta nelle casse della società ogni anno 100 milioni di euro per otto anni.Anche l’amministratore unico della Fcu, Ettore La Mincia, ha evidenziato come i costi “enormi” del trasporto ferroviario siano bilanciati dai contratti stipulati fuori regione con Trenitalia, per una percorrenza annuale di 750mila chilometri e un introito di 4,5 milioni di euro, piuttosto che dal contributo della Regione Umbria che è graduato sulla ripartizione di risorse fatta dallo Stato risalente all’anno 2001 e riferita ai costi del 1997. “La nostra preoccupazione – ha detto – è che ci vengano a mancare i contratti con Trenitalia, e se la Regione Lazio decidesse di tagliare i costi ci sarebbero ripercussioni preoccupanti”.Invece per il direttore regionale di Trenitalia, Fabrizio Imperatrice, le cose vanno meglio da quando vige il nuovo contratto di servizio della durata di sei anni: “Prima non c’era stabilità del sistema, che – ha spiegato – non è governabile di anno in anno. Inoltre il nuovo contratto ha portato altri effetti positivi, come il ritorno della produzione dalle Marche a Foligno e la possibilità di investire sul parco macchine, alcune delle quali – ha detto – camminano da quaranta anni”.
In Umbria viaggiano 80 treni di cui 44 a vocazione sovra regionale e 36 intraregionali. “Con 24mila passeggeri al giorno e un totale di 9 milioni l’anno – ha aggiunto – non possiamo pensare di tagliare servizi. Innanzitutto perché per toccare uno dei 44 treni sovra regionali è necessario un accordo tra le Regioni interessate, che si dividono competenze e ricavi, mentre per quanto riguarda i treni regionali – ha concluso – toglierne uno solo significa lasciare a piedi come minimo 150 persone, che diventano 300 passeggeri includendo la tratta di ritorno dalla loro destinazione”.
Nell’audizione è stato sentito anche l’amministratore delegato della Minimetro Spa, Nello Spinelli, che ha fatto notare come, al momento, la società che fa capo al Comune di Perugia (che detiene il 70 per cento delle quote, ndr), non faccia parte della “Umbria Tpl Mobilità”, ma è favorevole a un “visione unitaria dei trasporti” e rientra “a pieno titolo” nella legge regionale che prevede finanziamenti a favore della mobilità alternativa. Spinelli ha anche rimarcato che è scaduto l’accordo che ha reso possibile l’utilizzo di un biglietto unico sui vari mezzi della mobilità perugina, per una durata di 70 minuti: “Una questione da ripensare anche in previsione dell’aumento del prezzo”.
Al termine dell’audizione, i consiglieri regionali membri della Commissione hanno fatto presente agli amministratori delle varie società di trasporto le esigenze dei vari territori e la necessità di carattere sociale di non lasciare a piedi nessun utente umbro nella fase di “riformulazione” dei servizi minimi ed essenziali in vista delle procedure per i nuovi bandi che istituiranno le gare per i contratti futuri”. Manu Mich. – clickmobility.it