Il trasporto pubblico pisano dovrà tagliare 900mila euro, pari al 15% del fatturato

Pisa. Contro i tagli sindaci pisani e Provincia fanno volantinaggio sui bus

Pisa. Contro i tagli sindaci pisani e Provincia fanno volantinaggio sui bus

Ai cittadini incontrati lungo il tragitto hanno consegnato un documento, sottoscritto da altri trenta primi cittadini della Provincia, inequivocabile fin dal titolo: “Fermare le ingiustizia e l’aggressione del governo alle nostre comunità”. Il primo cittadino di Scandicci regala mele 'Siamo alla frutta'

Con fascia tricolore e volantini a Pisa 14 sindaci e il presidente della Provincia hanno preso il bus e spiegato ai cittadini quanto incidono i tagli del Governo sui servizi degli enti locali.
Sono a rischio, é stato detto, trasporto pubblico, manutenzione stradale, difesa del suolo, servizi per infanzia e famiglie.

Alla protesta hanno aderito 31 dei 39 comuni pisani. A Scandicci  il sindaco ha regalato mele per dire che con i tagli 'Siamo alla frutta'.

In pullman, dalla Stazione a Piazza XX Settembre, per spiegare quello che sta accadendo nel Paese, ossia che è in corso «il più forte attacco centralistico alle autonomie locali dal dopoguerra», una strategia che «penalizza gli enti locali più virtuosi e, soprattutto, mette a rischio servizi fondamentali per i cittadini quali trasporto pubblico e viabilità, ma anche buche nelle strade e manutenzioni, assetto idrogeologico, cura degli asili e delle scuole e servizi sociali per i più disagiati».

Hanno optato per l’autobus pubblico i sindaci e gli amministratori locali della Provincia di Pisa che, sabato mattina, hanno deciso di manifestare pubblicamente per far conoscere le reali conseguenze della linea politica seguita dall’esecutivo. E la scelta è tutt’altro che casuale dato che il trasporto pubblico è una delle principali vittime della manovra economica del governo: nel 2011, infatti, il taglio a livello regionale sarà del 15% e, se non vi saranno correttivi, l’anno successivo andrà molto peggio. Valori percentuali che, tradotti,  significano tante risorse in meno: solo a Pisa si stima che si dovrà fare a meno di ben 900mila euro già dal prossimo anno – spiegano gli amministratori pubblici -.

Centinaia di migliaia di euro in meno che significano, di fatto, una diminuzione dei servizi al cittadino.
Anche per questo, dunque, sindaci e amministratori locali sono saliti su una delle linee del trasporto pubblico guidati dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi e dal presidente dell’amministrazione provinciale Andrea Pieroni. Ai cittadini incontrati lungo il tragitto hanno consegnato un documento, sottoscritto da altri trenta primi cittadini della Provincia, inequivocabile fin dal titolo: “Fermare le ingiustizia e l’aggressione del governo alle nostre comunità”.

Perché la scure del ministro Tremonti, stavolta, farà davvero male e gli amministratori del territorio pisano lo hanno spiegato chiaramente ai cittadini: «Nonostante il conclamato orientamento federalista del governo – hanno scritto nel documento – assistiamo ad un taglio del 30% dei trasferimenti agli enti locali mentre le spese dei ministeri vengono ridotte solo del 10% e niente si fa per ridurre sprechi e clientelismi governativi».
Quella dei tagli, peraltro, è soltanto una delle questioni che i sindaci hanno voluto porre all’attenzione della cittadinanza: «Viene di fatto cancellata ogni autonomia impositiva e pesantemente colpita l’autonomia statutaria e quella organizzativa».

E soprattutto «si impongono regole sul patto di stabilità che penalizzano gli enti locali più virtuosi e impediscono di finanziare opere pubbliche che darebbero risposte importanti ai cittadini e ossigeno alle imprese». La conseguenza è una sola: «Così si deresponsabilizzano gli amministratori locali e, invece di coinvolgerli quale parte fondamentale della classe dirigente del Paese, gli si rende impossibile governare».

«Quello del trasporto pubblico locale rappresenta anzitutto per la Provincia di Pisa un servizio di valore essenziale per la tenuta stessa del territorio – ha sottolineato Andrea Pieroni -.  Garantisce i collegamenti, le relazioni e gli scambi L'interno di confini vasti, articolati, suddivisi in zone distanti sia L'una dL'altra, sia rispetto al baricentro amministrativo costituito dal capoluogo.
Colpire il tpl significa indebolire la struttura di rete L'interno di questo spazio e quindi la sua coesione: tanto più in quanto si tratta di un settore che rivolge le sue prestazioni in primo luogo alle fasce sociali più deboli (anziani, persone di condizione economica meno elevata e così via), dunque ancor più bisognose di sostegno in una fase di crisi acuta come L'attuale; perché è un dovere garantire il diritto alla mobilità anche a chi non può permettersi L'utilizzo di veicoli privati».

«Secondo punto – prosegue Pieroni -, i tagli a questo comparto incidono negativamente sul percorso strategico di investimenti che gli enti locali hanno sviluppato negli anni. Infatti, proprio per le ragioni esposte, e insieme per le scelta maturate in tema di sviluppo sostenibile, le amministrazioni pisane hanno investito convintamene sul tpl, in quanto fulcro di un progetto di mobilità nel quale si scommetteva sui vettori collettivi (autobus e treni) per allentare la pressione sul reticolo stradale, decongestionare i centri urbani, limitare le emissioni di inquinanti: in sintesi per alleviare gli impatti ambientali e migliorare la qualità della vita. Ecco, colpire oggi il tpl significa mettere a rischio il cospicuo lavoro e le ingenti risorse impegnati su questo fronte».

«Infine – conclude Pieroni – da queste stesse premesse, discende una conclusione che smentisce in modo inoppugnabile la tesi per cui la Finanziaria varata dal governo "non mette le mani nelle tasche dei cittadini": per garantire un livello accettabile di trasporto pubblico locale sarà infatti inevitabile ritoccarne i costi, aumentando i prezzi di biglietti e abbonamenti. E questo, appunto, in un momento di difficoltà grave per i cittadini e le famiglie».Manu Mich. – clickmobility.it

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