Decaro: “In Puglia non si pensa più alla bicicletta come al mezzo di trasporto usato da pochi ecologisti o appassionati del Giro d’Italia. Vogliamo che la bicicletta conquisti un ruolo di primo piano nei trasporti quotidiani dei pugliesi e in quelli dei turisti”
Per correre al passo delle più moderne capitali europee, alla Puglia non servono aerei supersonici e neppure veloci automobili, perché quello che le occorre è soltanto una bicicletta. L’Europa ha da tempo compreso i benefici che derivano dall’uso della due ruote più ecosostenibile attualmente disponibile sul mercato. E, nel sempre crescente bisogno di percorrere la strada verso una mobilità sostenibile, ne ha fatto un mezzo di trasporto imprescindibile, legando il suo utilizzo a quello dei mezzi pubblici su gomma e su ferro, sia nei contesti cittadini sia in quelli extraurbani: praticando, così, la cosiddetta intermodalità (bici più treno – bus – nave – aereo).
Sono questi i motivi per cui il Partito democratico, da sempre attento alla mobilità sostenibile e al rispetto dell’ambiente, ha messo a punto una legge che consentirà anche alla Puglia di incrementare notevolmente lo sviluppo della sua mobilità ciclistica. Non è un caso, infatti, che la proposta di legge del gruppo consiliare del Partito democratico preveda, fra l’altro, che “tutti i progetti di opere stradali possano beneficiare di finanziamenti pubblici erogati dalla Regione solo se, in ossequio al Codice della Strada, saranno dotati di adeguate infrastrutture ciclabili tali da consentire il transito in bicicletta in condizioni di sicurezza”.
“In Puglia – spiega il promotore della legge e capogruppo regionale del Pd, Antonio Decaro – non si pensa più alla bicicletta come il mezzo di trasporto usato da pochi ecologisti o appassionati del Giro d’Italia. Vogliamo infatti che la bicicletta conquisti un ruolo di primo piano nei trasporti quotidiani dei pugliesi e in quelli dei turisti. A questi ultimi, infatti, il resto d’Europa offre già la possibilità di percorrere itinerari cicloturistici, e la Puglia, con le bellezze del suo paesaggio e i profumi delle sue terre, può fare altrettanto”.
La legge del Pd non prevede solo il finanziamento di infrastrutture ciclabili in senso ampio (piste, itinerari, vie ciclabili, interventi di moderazione del traffico tra cui le Isole ambientali), ma anche quello di attività di promozione, comunicazione e servizi ai ciclisti e ai cicloturisti. Si tratta infatti di una legge che non si limita a invitare il cittadino all’uso della bicicletta, ma che pensa e offre tutti gli strumenti necessari. Ad esempio, con l’introduzione e classificazione delle “ciclovie”. Si tratta di quella tipologia di strada dedicata alle biciclette, ma diversa dalle piste ciclabili, dotate di diversi livelli di protezione dal traffico stradale. Alla sicurezza dei ciclisti, infatti, il Pd dedica grande attenzione, soprattutto in considerazione dell’ancora scarso rispetto dei ciclisti da parte degli automobilisti.
Nell’ottica di una maggiore sicurezza, poi, si inserisce anche la realizzazione di segnaletica verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico, e della segnaletica integrativa dedicata agli itinerari ciclabili.
Questa legge servirà anche ad accelerare il processo di pianificazione ciclabile all’interno di altri strumenti quali i Piani Urbani della Mobilità (che prevedono il decongestionamento stradale e la riduzione delle emissioni atmosferiche, del rumore da traffico e dei consumi energetici), e come i Piani Urbanistici Generali e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (che impongono a Comuni e Province di dotarsi di piani di reti ciclabili e ciclopedonali).
Anche per questo la legge affida a Province Comuni l’individuazione della rete ciclabile e ciclopedonale, affinché connettano tra loro i centri scolastici, i centri commerciali, i distretti e le zone industriali,i luoghi di interesse culturale ed il sistema della mobilità pubblica. L’uso della bicicletta potrà così entrare davvero di diritto nelle abitudini dei cittadini. Non è un caso che tra gli interventi previsti ci sia anche la costruzione di cicloposteggi attrezzati (liberi o custoditi), e di centri per il deposito, il noleggio e la riparazione di biciclette. Questi dovranno essere sistemati vicino ai centri intermodali di trasporto pubblico e in strutture pubbliche.
Significativa è la disposizione, nel quadro delle indicazioni del Piano Regionale dei Trasporti, che prevede di destinare al parcheggio di biciclette una quota non inferiore al 10 per cento dei posti auto previsti. Gli Enti locali dovranno intervenire per risolvere il problema di quanti non sanno dove parcheggiare la bici quando sono a casa: nei regolamenti edilizi i Comuni dovranno inserire norme che prevedano spazi comuni, negli edifici adibiti a residenza e in attività terziarie o produttive, per il deposito di biciclette. Inoltre, negli edifici di edilizia residenziale pubblica, si dovrà consentire il deposito di biciclette in cortili o spazi comuni. L’importanza dell’intermodalità bici-trasporto pubblico e collettivo, è diventata ormai essenziale, anche per rispettare la direttiva europea sulla qualità delL'aria: è infatti arrivata alla Corte Europea di giustizia la causa che vede L'Italia sul banco degli imputati per il mancato rispetto delle regole sui valori limite delle particelle di Pm10 che sono causa dello smog. I dati più recenti, riferiti al 2009, indicano una persistenza della situazione di superamento dei valori limite giornalieri e annuali in 70 zone, tra cui c’è la Puglia. Le misure necessarie per assicurare il rispetto dei valori limite – sostiene la Corte europea – non risultano ad oggi “né attuate né adottate”.
Anche secondo l’European Cyclists’ Federation (ECF) un contributo utile alla lotta ai cambiamenti climatici si avrebbe se, a seguito di adeguate politiche locali a favore della mobilità ciclistica, entro il 2020 la media europea di spostamenti in bici passasse dall’attuale 4% al 15% e se gli incidenti mortali ai danni dei ciclisti si riducessero del 50%. Per questo motivo l’ECF ha sollecitato i sindaci delle città europee a sottoscrivere un documento di impegni in tal senso denominato “Carta di Bruxelles”. E la legge del Pd vuole lavorare fino in fondo in questa direzione, stabilendo anche che, per l’illuminazione dei tracciati e dei percorsi ciclabili, siano adottate prioritariamente fonti energetiche rinnovabili e metodologie di risparmio energetico. Con l’attuazione di questa legge, insomma, la Puglia potrà contribuire in maniera sensibile a ridurre l’inquinamento nel nostro Paese. Basti pensare che l’Italia è lo Stato con il maggior indice di motorizzazione privata in Europa: 62 veicoli ogni 100 abitanti rispetto ad una media europea del 46% (dati Euromobility 2009). Ogni auto, che molto spesso viaggia con il solo conducente a bordo, circola solo per due ore al giorno, mentre nelle altre 22 ore rimane parcheggiata. Secondo l’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, l’automobile è utilizzata dall’83% degli italiani nonostante il 60% degli spostamenti abituali non superi i 5 Km; il 40% i 2 Km e il 15% un solo Km. Tutte distanze, queste, che potranno essere presto percorse agevolmente in bicicletta, migliorando la salute e l’umore di tutti i cittadini pugliesi.Manu Mich. – clickmobility.it