Aziende, sindacati e amministratori hanno fatto il punto sul peso della manovra: risorse esigue per il 2012 tali da rendere necessaria rivoluzione del tpl. L’assessore Vesco ha programmato tavoli con confronti separati già a partire dalla settimana prossima per cercare una conclusione positiva
E' uno scenario complesso quello emerso ieri nell'ambito della riunione in Regione sul futuro del trasporto pubblico locale soprattutto in riferimento al 2012. Aziende, amministratori e sindacati si sono incontrati per affrontare il problema che attanaglia le quattro province. Da quanto emerso i fondi per il trasporto pubblico, pari a circa 119 milioni di € per il 2011, subiranno una variazione negativa per il 2012 tale da portare la dotazione disponibile a soli 50 milioni di euro, con una contrazione superiore al 50%. Per mantenere gli impegni e gli obiettivi che le aziende si sono date con i propri Piani Industriali diventa impellente individuare una serie di azioni aggiuntive che, a differenza di quelle fino ad ora attuate, avranno necessariamente un riverbero sociale dovendo, inevitabilmente, aggredire i livelli occupazionali e i salari, oltre che l’aumento di produttività. Il taglio di 69 mln porta ad un totale delle risorse del Piano triennale per l’anno 2012 di circa 50 mln che, applicato proporzionalmente alle diverse aziende vede: AMT 27.295.430 € TPL 5.423.675 € ATP 6.816.940 € ATC 6.050.165 € RT 4.413.790 € Le risorse per il 2012 sono talmente esigue da non consentire interventi di modifica parziale ma da rendere necessaria una vera e propria rivoluzione del tpl Il peso della manovra, oltre che a gravare sulle aziende e quindi sui propri dipendenti, avrà impatti anche sull’utenza, a seguito degli aumenti tariffari previsti e del taglio dei chilometri che si renderanno certamente necessari. A oggi le società sono nell’impossibilità di approvare i bilanci 2011 stante le attuali previsioni mancando la continuità per il 2012. Per il 2012 si renderanno necessari: 1. Adeguamenti tariffari sia nel livello che nell’articolazione dell’offerta tali da consentire il recupero delle risorse mancanti (aumenti anche del 100% del prezzo dei biglietti, revisione dei sistemi di integrazione tariffaria esistenti); 2. Rivisitazione totale delle reti di servizio, con tagli almeno pari a quelli già praticati per i servizi su gomma e con totale eliminazione dei servizi su modalità alternative il cui mix tariffe / utenti non raggiunga almeno la copertura dei costi; 3. Applicazione del solo CCNL ai lavoratori delle aziende (eliminazione della contrattazione di secondo livello); 4. Esternalizzazioni di rete e di attività “non core” (es. gestione della mobilità, manutenzioni); 5. Esodo di personale in esubero dopo la riprogrammazione del servizio; 6. Ricorso a forme di acquisizione di finanziamento degli investimenti con modalità più flessibili (es. leasing operativi). Nel 2012 servirebbero 120 milioni per il trasporto in gomma e 70 per quello in ferro, ma considerato che i treni, secondo le ultime stime potrebbe subire un taglio del 70%, i conti salteranno per tutti. Anche per questo i sindacati premono da tempo per ottenere l’azienda unica “che pur essendo una goccia nel mare, consentirà un’economia di scala” con la rassicurazione che “saranno mantenuti gli accordi aziendali singoli per non aggravare sui costi” entro fine dell’anno, come paventato anche nell’ultimo consiglio regionale quando i lavoratori Amt furono ricevuti dall’assemblea. In questo senso, se il bacino unico sembra un miraggio, da Comune di Genova e Provincia è arrivata una prima apertura verso l’unione Amt e Atp. L’assessore regionale Vesco ha inoltre programmato una serie di tavoli con confronti separati già a partire dalla settimana prossima per cercare una conclusione positiva. Tra le altre questioni emerse, anche la necessità di integrare il trasporto pubblico con i parcheggi di interscambio. Bocciate invece diverse proposte per fare cassa: dall’aumento del bollo auto a una tassa sul transito autostradale che esula dalle competenze regionali. Riconosciuto l’impegno dell’assessore Enrico Vesco, la consapevolezza di mancanza di risorse rimane, tanto che i sindacati hanno chiesto un incontro ulteriore con il presidente Claudio Burlando e con l’assessore al Bilancio, Pippo Rossetti.