Ribadito contenuto segnalazione: restringe la concorrenza

Roma. Ferrovie: Catricalà “Abrogare norma su obbligo contratti nazionali”

Roma. Ferrovie: Catricalà “Abrogare norma su obbligo contratti nazionali”

Il presidente dell'Antitrust, Catricalà, in audizione ieri alla Camera ha ribadito che la norma in questione ostacola la concorrenza e "rischia di produrre l'effetto non voluto di far perdere definitivamente il posto di lavoro a coloro che sono stati assunti dalle nuove imprese e impedisce di crearne di nuovi"

La norma contenuta nell'ultima manovra che obbliga le imprese ferroviarie ad applicare i contratti collettivi nazionali di settore anche riguardo alle condizioni di lavoro del personale, va abrogata.    Il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, in audizione ieri alla Camera, ribadisce che tale norma ostacola la concorrenza e "rischia di produrre l'effetto non voluto di far perdere definitivamente il posto di lavoro a coloro che sono stati assunti dalle nuove imprese e impedisce di crearne di nuovi" e chiede "alla luce degli inconvenienti che la disposizione pone si suggerisce quindi la sua abrogazione".   La restrizione alla concorrenza avverrebbe, spiega il presidente dell'Antitrust "se la norma venisse interpretata nel senso di imporre la convergenza verso il contratto di lavoro stipulato dall'ex-monopolista, tutt'ora impresa dominate, il gruppo FS".    Ciò potrebbe essere anche in contrasto con il Trattato di Maastricht nella parte in cui, precisa Catricalà, la norma venisse applicata anche nei confronti di imprese straniere.    In particolare, aggiunge Catricalà "é opportuno mettere in evidenza che gli esiti di quella lettura sarebbero esiziali per quel poco di concorrenza che si e' finora potuta realizzare nel settore merci. L'imposizione legislativa degli standard economici e normativi dell'ex-monopolista anche ai nuovi operatori si tradurrebbe in un aggravio difficilmente sostenibile".    Le stesse FS, ricorda poi il presidente dell'Antitrust, hanno quantificato nel 30% il loro maggior costo del lavoro.    "Alcuni recenti dati – ricorda poi Catricalà – mostrano che nel settore merci le imprese private, oltre ad aver raggiunto una quota tra il 24 e il 28% di traffico, hanno anche incrementato l'occupazione del 20% rispetto all'anno scorso. Si tratta di dati particolarmente significativi anche perché si pongono in vistosa controtendenza rispetto al depresso andamento congiunturale. La fissazione per via normativa di livelli di costo del lavoro elevati avrebbe il sicuro effetto quanto meno di frenare il trend positivo di assunzioni registrato nell'ultimo anno".    Diverso e' invece il discorso per il trasporto ferroviario passeggeri perché "la liberalizzazione é ancora in una fase embrionale e l'introduzione di un limite quale quello paventato rischierebbe di bloccare sul nascere il processo stesso. In altri termini – conclude Catricalà -, l'intervento legislativo in questione, peraltro ambiguo nel suo effettivo significato normativo, rischia di introdurre pericolose rigidità che non giovano ai delicati equilibri del settore".    

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