Giovedì 24 novembre 2011 – ore 9.30 Aula Magna del Rettorato – giornata internazionale di studio per far conoscere i primi risultati della ricerca coordinata da Mario Cerasoli sugli effetti territoriali derivanti dai processi di liberalizzazione e privatizzazione delle infrastrutture ferroviarie in Italia
La giornata internazionale di studio Politiche ferroviarie, modelli di mobilità e territorio: le ferrovie italiane nell’epoca della pseudo liberalizzazione è promossa dal Dipartimento di Studi Urbani dell'Università degli Studi di Roma Tre e punta a far conoscere i primi risultati della ricerca coordinata da Mario Cerasoli sugli effetti territoriali derivanti dai processi di liberalizzazione e privatizzazione delle infrastrutture ferroviarie in Italia, a partire dalle direttive comunitarie in materia di liberalizzazione delle ferrovie. Con l’attuazione delle direttive comunitarie in materia di liberalizzazione delle infrastrutture, a partire dalla metà degli anni ’80, le società pubbliche che realizzavano e gestivano le infrastrutture hanno dovuto adeguare la propria natura societaria per trasformarsi in soggetti di diritto privato. In materia di mobilità e trasporti, in particolare, questa trasformazione ha comportato degli effetti – sensibili – sul territorio in tema di qualità ed efficienza dei servizi erogati e di sviluppo delle reti. In particolare, ci sono state ricadute sul territorio in termini di sviluppo e programmazione della rete ferroviaria e di gestione dei servizi in materia di trasporto passeggeri e merci. Ricadute che non sono state sufficientemente stimate a Bruxelles in sede comunitaria quando ci si è invece preoccupati di regolamentare la concorrenza nel momento in cui i mercati intereuropei si stavano realmente aprendo. In Italia, l’esperienza delle ferrovie si è immediatamente caratterizzata per una pseudo liberalizzazione accompagnata da una privatizzazione di facciata delle Ferrovie dello Stato, rispettando formalmente il dettato comunitario ma seguendo obiettivi sensibilmente diversi da quelli della UE. E in altri stati europei – e non europei – la vicenda non ha avuto esiti molto differenti. Anzi. Attraverso un approccio multidisciplinare, la ricerca, coordinata da Mario Cerasoli , si è posta come obiettivo di verificare e misurare l’ipotesi per la quale le liberalizzazioni / privatizzazioni dei soggetti infrastrutturali hanno avuto effetti territoriali non previsti. Ciò partendo dal presupposto, culturale e disciplinare, che proprio alle infrastrutture (sia quelle per la mobilità che quelle per la trasmissione dei dati e dei servizi tecnologici) è legato un ruolo fondamentale nelle trasformazioni degli assetti del territorio, inteso come fenomeno complesso che riunisce in se quegli aspetti sociali, economici e ambientali in continua e reciproca relazione che costituiscono lo scenario della nostra vita. La liberalizzazione delle infrastrutture si colloca, infatti, all’interno di un quadro d’analisi che può essere allargato e reso trasversale fino a evidenziare una sua ciclicità: dall’individuo che sceglie il mezzo di trasporto (comportamenti di mobilità) ai sistemi di mobilità indotti dalle infrastrutture di trasporto (offerta infrastrutturale), influenzate a loro volta dalle scelte in materia di privatizzazioni (politiche dei trasporti). Il legame tra trasporti, infrastrutture, benessere e giustizia sociale ha già suscitato interesse nel passato ed in letteratura si riferisce all’equità della distribuzione fisica dei beni e servizi. L’accessibilità rappresenta una delle variabili che contribuiscono alla realizzazione di un’equità spaziale ma non spiega né permette di valutare in maniera sistemica il raggiungimento di una giustizia sociale considerando i sistemi di trasporto in relazione alla mobilità degli individui ( needs and wants ) nei diversi contesti territoriali. La giornata di studio punta a far conoscere i primi risultati della ricerca che costituiscono un quadro sintetico dei vantaggi e degli svantaggi, previsti e imprevisti, che l’attuazione delle direttive comunitarie in materia di liberalizzazione delle ferrovie hanno avuto sul territorio e sui modelli di mobilità. Nella seconda parte, si affronteranno i casi specifici, attraverso un panorama di casi di spessore internazionale (Italia, Francia, Spagna e Argentina) attraverso le testimonianze di esperti ed operatori. Concluderà la giornata una tavola rotonda, coordinata da Paola Pucci (Polimi), a cui parteciperanno esperti di spessore internazionale, al fine di individuare quali siano i possibili correttivi politiche ferroviarie e territoriali, sia in termini di attuazione delle direttive comunitarie e di revisione delle politiche nazionali della mobilità, che in termini di revisione del quadro delle competenze amministrative in materia di infrastrutture, che in quella dei processi di costruzione dei quadri territoriali. In allegato il programma ….