La nuova "Ricerca sull'industria ferroviaria europea e sul ruolo della domanda pubblica"

Roma. Ferrovie: Cesit “Italia in ritardo per investimenti in infrastrutture”

Roma. Ferrovie: Cesit “Italia in ritardo per investimenti in infrastrutture”

Il Centro Studi sui Sistemi di Trasporto "Carlo Mario Guerci" propone l'istantanea del settore ferrotranviario italiano – sia dal punto di vista degli investimenti, che da quello delle imprese di costruzione – e lo mette a paragone con le omologhe realtà europee

L'Italia é in notevole ritardo negli investimenti per nuove infrastrutture nel settore ferrotranviario e i nuovi progetti sono modesti, ma nonostante una debole domanda domestica l'industria italiana di questo comparto é riuscita comunque a mantenere una forte capacità di esportazione all'estero.

I dettagli emergono dalla  nuova "Ricerca sull'industria ferroviaria europea e sul ruolo della domanda pubblica", pubblicata dal CESIT, il Centro Studi sui Sistemi di Trasporto "Carlo Mario Guerci".

Lo studio fotografa il settore ferrotranviario italiano – sia dal punto di vista degli investimenti, che da quello delle imprese di costruzione – e lo mette a paragone con le omologhe realtà europee.

Secondo la ricerca del CESIT, gli investimenti italiani in sistemi e infrastrutture "sono piuttosto modesti, almeno se confrontati con quelli dei principali Paesi europei e scarsi sono stati gli investimenti in materiale rotabile, operati in particolar modo da Trenitalia  mentre la priorità di spesa in questi ultimi anni e nei prossimi é legata soprattutto allo sviluppo dell'Alta Velocità ferroviaria".

Infatti, il valore medio degli ordini annui all'industria di nuovo materiale rotabile nell'ultimo quinquennio in Italia ha toccato circa i 450 milioni di euro, quando invece nei maggiori Paesi europei e' dell'ordine degli 1-1,5 miliardi all'anno.

Buone notizie, invece, sul fronte delle aziende nazionali specializzate nella costruzione di veicoli e sistemi ferroviari e della loro capacità di lavoro all'estero.

"L'industria ferrotranviaria italiana – afferma il CESIT – ha mantenuto nonostante la crisi una forte capacità di esportazione, superiore in termini di tassi di crescita anche all'industria tedesca e francese". In particolare, il tasso di crescita del comparto industriale italiano dal 2005 al 2010 ha avuto un aumento del 90%, contro l'82% della Francia, il 47% della Germania e il 38% della Spagna.

In Italia esiste una forte competenza industriale posseduta sia da aziende italiane, (come Ansaldo Breda e Ansaldo STS), sia da stabilimenti dei principali gruppi mondiali (Alstom, Bombardier, KnorrBremse, Faiveley), che fanno riferimento per circa l'80% a fornitori italiani, di cui circa 100 di primo livello e circa 400 pmi specializzate nel settore, con un'occupazione complessiva stimata pari a piu' di 30mila addetti.

Nello specifico si tratta di un patrimonio industriale nazionale da salvaguardare e sostenere nel pieno rispetto delle regole della concorrenza e dello sviluppo.

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