Le segreterie nazionali chiedono, a partire dalle necessarie correzioni al decreto, l’apertura di un confronto

Roma. Trasporti: il settore si ferma il 1 marzo per 4 ore

Roma. Trasporti: il settore si ferma il 1 marzo per 4 ore

Sindacati: La politica integrata dei trasporti è stata ed è tuttora la grande assente nel Paese, lo testimoniano con grande evidenza gli effetti sia il fermo del trasporto merci sulle autostrade che quello dei taxi nelle città. I sindacati ritengono indispensabile una politica dei trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo"

I sindacati di categoria hanno proclamato uno sciopero generale di 4 ore il 1 marzo di tutto il settore. A deciderlo sono stati unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti con una lettera inviata al presidente del consiglio, Mario Monti, ai ministri del Lavoro e dei Trasporti e alla commissione di garanzia sugli scioperi "per la grave condizione dei trasporti nel paese, ulteriormente aggravata dalle decisioni del Governo".

Lo sciopero, che riguarderà tutte le attività del comparto trasporti, – si legge in una nota – è proclamato perché il Governo nonostante le ripetute richieste, ha volutamente ignorato il confronto con il sindacato sulle enormi questioni aperte, avviandosi sulla strada di liberalizzazioni senza regole e istituendo una nuova Authority alla quale sono demandati anche poteri e funzioni proprie del Governo nazionale e di quelli regionali.

"Il Paese ha l’inderogabile necessità di riprendere a crescere per cui sono improcrastinabili interventi che introducano nel settore dei trasporti una logica di integrazione, capace di selezionare gli investimenti ed individuare i modelli di gestione, per un sistema efficace ed efficiente, integrato tra le varie modalità, sostenibile dal punto di
vista ambientale e capace di regolare la libera concorrenza in un quadro di reali garanzie per i cittadini e per i lavoratori del settore – spiegano i sindacati -.

La politica integrata dei trasporti è stata ed è tuttora la grande assente nel Paese, lo testimoniano con grande evidenza gli effetti sia il fermo del trasporto merci sulle autostrade che quello dei taxi nelle città.
La manovra cosiddetta “Crescitalia” non contiene al suo interno nessun elemento per cambiare strutturalmente la situazione di disequilibrio tra le modalità di trasporto ne, tantomeno, indicazioni cogenti e/o incentivi alla mobilità urbana del trasporto pubblico locale".

I sindacati ritengono indispensabile una politica dei trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo e soprattutto che siano evitati interventi sbagliati che aggravano i problemi per i cittadini, per la aziende e per i lavoratori.

Azioni parziali o negative sono destinate a peggiorare la situazione – sottolineano i sindacati che esaminano i vari settori, facendo il punto su difficoltà e necessità:  

– il trasporto pubblico locale, sia su gomma che su ferro, richiede certezza e stabilità delle risorse ed un progetto industriale per il settore che determini il superamento della enorme frammentazione aziendale, con la previsione di strumenti di gestione delle ristrutturazioni, in assenza del quale si metterà a rischio la mobilità collettiva nel Paese;

– nel trasporto ferroviario l’ipotesi di scorporo della rete dal sistema FS con il superamento dell’azienda integrata produrrà effetti distruttivi sull’intero sistema industriale ferroviario e aggraverà ulteriormente le condizioni del trasporto regionale e del servizio universale, facendo fare all’intero comparto un ulteriore passo indietro. Resta irrisolto il problema del servizio universale che deve garantire un trasporto ferroviario accessibile da e per i territori che sono al di fuori della copertura dei servizi ad alta velocità. Il sud del Paese è stato fortemente penalizzato dall’iniziativa congiunta di Fs e del MIT e gli effetti sui collegamenti notturni sono ancora sotto gli occhi di tutti.

– nell’autotrasporto, già oggi caratterizzato da un’ eccessiva offerta e dal dominio quasi totale del trasporto su gomma, si è ingenerato un mercato selvaggio che ha portato alla situazione insostenibile dei blocchi stradali che hanno superato ogni limite. L’assenza di ipotesi di razionalizzazione dell’autotrasporto finirà per drammatizzarne
le condizioni;

– nel trasporto aereo la cronica assenza di una politica di sistema e di una regolazione della filiera produttiva e dell’accesso ai servizi, ha determinato nell’intero settore la difficoltà per le aziende italiane a competere nel mercato. Il risultato è drammatico: migliaia di lavoratori espulsi dal processo produttivo, aziende fallite, fenomeni
inarrestabili di dumping sociale e scorribande da parte di aziende pirata che operano fuori legge perfino ricevendo sussidi pubblici diretti o indiretti. E’ vitale l’avvio di una seria politica nazionale degli Aeroporti che consenta al comparto di superare una fase storica caratterizzata da spinte campanilistiche, senza una logica di sistema;

– nella Viabilità restano irrisolti i problemi di Anas e del settore autostradale;

– la mancanza di una politica di sistema in settori quali la navigazione sui laghi, l’autonoleggio ed il soccorso stradale, mette in discussione il lavoro e le tutele dei lavoratori; in quello funiviario, il mancato sostegno legislativo ed economico rischia di trascinare al ribasso l’economia di vaste zone montane a vocazione turistica.

"La mobilitazione e lo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti mira, innanzitutto, a recuperare un confronto di merito con il Governo per rispondere efficacemente alla situazione mediante interventi idonei a creare sistema ed efficienza – proseguono i sindacati -.
Chiediamo un rafforzamento delle regole a tutela del lavoro, a partire dalla definizione dei rinnovi dei contratti di lavoro scaduti anche da oltre tre anni, l’esatto contrario della cancellazione della previsione del contratto nazionale di settore per le imprese ferroviarie contenuta nella manovra".

Le segreterie nazionali chiedono, a partire dalle necessarie correzioni al decreto, l’apertura di un confronto.
 

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