Predisposto ed inviato documento unitario di Ataf, Autolinee Toscane, BusItalia-Sita Nord, Cap e Li-Nea

Firenze. Tpl: appello delle aziende al presidente del Consiglio Monti

Firenze. Tpl: appello delle aziende al presidente del Consiglio Monti

I presidenti delle aziende di trasporto Ataf, Autolinee Toscane, BusItalia-Sita Nord, Cap e Li-Nea, chiedono di vincolare una parte di risorse destinandole al recupero di una parte dei servizi di trasporto bus, urbano ed extraurbano, , tagliati in questi ultimi 15 mesi nella provincia di Firenze

Le società di trasporto pubblico locale su gomma della Toscana hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro dello Sviluppo e dei Trasporti Corrado Passera chiedendo "non per noi stesse, ma per i cittadini dei nostri territori, risorse vincolate destinate a recuperare almeno parte dei servizi di trasporto bus urbano ed extraurbano tagliati in questi ultimi 15 mesi nella Provincia di Firenze''.

La lettera-appello é firmata dai rappresentanti di Ataf, Autolinee Toscane, BusItalia-Sita Nord, Cap e Li-Nea ed é indirizzata anche al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci.

In particolare le società esprimono "forte preoccupazione per gli utenti del trasporto pubblico che saranno colpiti ancora di più dal previsto taglio di ulteriori chilometri di servizio".

"Noi aziende – si legge nella lettera – siamo pronte alla sfida con il mercato, siamo convinte di poter misurare le nostre capacita' manageriali senza reti di protezione e nei confronti di qualsiasi operatore rispettoso delle regole, ma non ci sara' alcun mercato se non ci saranno più gli utilizzatori dei servizi e le aziende disposte ad erogarli"

Tra pochi giorni, ricordano le aziende, "si abbatterà sui cittadini del nostro territorio un nuovo drammatico taglio dei servizi di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Le ragioni di questa ulteriore riduzione di servizi, dopo quella pesantissima disposta nell'anno 2011, riguardano la riduzione della capacità complessiva di spesa dello Stato, delle Regioni e delle Amministrazioni locali in genere" e "sono ignote e comunque non comprese dai cittadini che attribuiscono alle aziende di trasporto le responsabilità di ogni modifica in peggio del proprio diritto alla mobilità, come di eventuali aumenti delle tariffe".

Secondo i vertici delle aziende "minori servizi ai cittadini non portano solo minori entrate nei bilanci delle aziende, mettendone quindi a rischio la stessa esistenza con inevitabili ricadute sui posti di lavoro, portano soprattutto disaffezione al servizio pubblico, minori entrate dalla vendita di biglietti e abbonamenti, in un circolo vizioso dal quale tutte le parti in causa escono perdenti".

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