La conferenza ‘Treni in città’

Firenze. ‘Treni in città’, gli interventi al convegno di Regione e Legambiente

Firenze. ‘Treni in città’, gli interventi al convegno di Regione e Legambiente

Zanchini: “Le aree urbane in Italia sono anche uno straordinario motore di crescita economica e di creatività. Con le giuste politiche, proprio le città possono diventare il volano per uscire dalla crisi attraverso una prospettiva incentrata su qualità, innovazione e integrazione sociale”

“Accanto alla sostenibilità ecologica, che noi tutti auspichiamo, serve anche la sostenibilità economica”, ha detto l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti nel suo intervento alla tavola rotonda con il presidente della Regione Enrico Rossi, durante il convegno ‘Treni in città’ organizzato a Firenze dalla Regione Toscana e da Legambiente.

“Noi siamo un’azienda – ha sottolineato Moretti – e le aziende fanno investimenti, ma non possono e non devono rischiare più di tanto. Siamo consapevoli della nostra particolare funzione sociale e per questo stiamo continuando a investire sul trasporto pendolare nonostante i tagli alle risorse”. Moretti ha inoltre ricordato che “l’efficienza si realizza se tutto il sistema punta ad uno stesso obiettivo. Se si vuol promuovere il trasporto pubblico servono politiche delle città che scoraggino il mezzo privato ed altre che incoraggino quello pubblico”.

Eliminare i meccanismi dell’una tantum e del finanziamento anno per anno e fiscalizzare il finanziamento del trasporto pubblico locale non tramite un’accisa sui carburanti, come avviene adesso, ma tramite Iva o Irpef. Questa è una delle proposte emerse dall’intervento del professor Ennio Cascetta, dell’Università di Napoli. Il professore ha sottolineato che “parlare di trasporto pubblico in Italia oggi e più che mai difficile e necessario, ma il tema della mobilità non e nell’agenda delle priorità del governo italiano”, ricordando che “il rilancio del tpl potrebbe invece essere una delle questioni chiave per lo sviluppo del nostro Paese” ed ha evidenziato un paradosso che contribuisce al paradosso per cui nel tpl le risorse vengono a mancare quando aumentano gli utenti che ne fanno richiesta.

“Se il tpl si finanzia tramite accisa sul carburante – spiega Cascetta – si verifica la situazione assurda per cui se le persone scelgono il mezzo pubblico e consumano meno carburante, vengono pian piano meno le risorse destinate ad alimentare quel mezzo pubblico”. Cascetta ha inoltre illustrato una ricerca fatta dal Dipartimento di ingegneria dei trasporti dell’università di Napoli che quantifica la distanza tra la rete dei trasporti pubblici italiane e quella delle altre realtà europee.

“Servirebbero oltre un miliardo di euro di risorse l’anno per portare la dotazione pro-capite italiane di servizi di tpl nella media europea – ha spiegato il professore – e circa 4 miliardi l’anno per adeguare all’Europa la dotazione pro-capite di infrastrutture. Tuttavia una maggiore efficienza di gestione potrebbe ridurre questo svantaggio e un efficientamento di circa il 10% potrebbe bastare per recuperare oltre un miliardo di euro e con questi fondi realizzare gli incrementi di servizi più urgenti e necessari”.

“Le aree urbane in Italia – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, in apertura del convegno – sono anche uno straordinario motore di crescita economica e di creatività. Con le giuste politiche, proprio le città possono diventare il volano per uscire dalla crisi attraverso una prospettiva incentrata su qualità, innovazione e integrazione sociale”.

“In aree urbane così densamente abitate – ha aggiunto Edoardo Zanchini – una mobilità pubblica incentrata sulle ferrovie suburbane e metropolitane, con una vera attenzione ai pendolari e una attenta integrazione del servizio con il trasporto pubblico locale e con la rete dei percorsi ciclabili, può rappresentare una risposta vera ai problemi di congestione e un alternativa concreta e attraente all’utilizzo dell’automobile. L’Italia è tra i pochi paesi europei a non avere una politica specifica e un Ministero dedicati alle aree urbane. E proprio qui si sono accumulati i più gravi ritardi e le più gravi mancanze, con il 70% delle risorse nazionali che continua ad andare alle grandi opere e, in particolare, a strade e autostrade, trascurando completamente le città”.

“Bisogna investire sul ferro invece che ostinarsi a investire sulle strade – ha detto Stefano Maggi, dell’Università di Siena – cambiando un modello di mobilità che si è affermato negli anni ‘50 quando è iniziata la motorizzazione della società italiana. Con il termine mobilità si intendono gli spostamenti con tutti i mezzi, ancora piedi o in bicicletta ed è oggi necessaria un’educazione alla mobilità. La cultura del muoversi bene va intesa come la cultura del cibo sano, cioè come un progresso nella vita individuale e collettiva”.

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