Presidenti e direttori delle aziende venete di tpl, associate alla Confservizi Veneto, si sono riuniti per fare il punto della situazione e per capire quale possa essere la via d’uscita, una soluzione che non metta nelle condizione gli amministratori di portare i libri in Tribunale per il fallimento e licenziare di conseguenza oltre seimila persone
Trasporto pubblico sull'orlo del fallimento in Veneto.
Le aziende di settore sono a rischio default e diventa estremamente difficile poter mettere in pagamento i quasi 6mila stipendi del mese di maggio.
"Le banche sono già al limite delle esposizioni finanziarie. I fornitori bussano con sempre più insistenza le porte delle nostre aziende (95% del trasporto locale di persone), ma non sono messe meglio le altre piccole aziende private dello stesso comparto – spiegano i responsabili delle aziende -.
Nonostante tanti annunci e proclami provenienti dalla laguna, la Regione Veneto non ha staccato un assegno dall’inizio dell’anno. Dall’inizio del 2012 le aziende hanno dovuto far fronte alle spese correnti con risorse proprie o delle banche aggiungendo altri oneri. Non solo la Regione Veneto non ha erogato un solo euro alle aziende di Tpl, ma rimangono avvolti nel mistero i criteri di ripartizione tra le aziende stesse. Questo sta innescando una guerra fratricida tra fratelli poveri".
Il problema centrale è quello dei tagli "si fanno e si rifanno calcoli e non si comprende come mai qualche azienda, nonostante l’ulteriore taglio di 13 milioni di euro anche per il 2012, dovrebbe percepire più finanziamenti ed altre rischiano una penalizzazione. Sembra quasi esserci una regia occulta con il preciso mandato d’innescare una guerra fratricida. In questa situazione di mancanza di finanziamenti, di mancanza di notizie certe stanno brancolando nel buio più assoluto anche gli Enti locali che da una parte sono proprietari di aziende sull’orlo del fallimento e dall’altra si trovano con la mannaia d’indire le gare. Ma su quale base contributiva se dalla Regione non vengono fornite cifre certe oltre a non essere erogate?".
Ieri presidenti e direttori delle aziende venete di tpl, associate alla Confservizi Veneto, si sono riuniti per fare il punto della situazione e per capire quale possa essere la via d’uscita, una soluzione che non metta nelle condizione gli amministratori di portare i libri in Tribunale per il fallimento e licenziare di conseguenza oltre seimila persone. Un panorama dalle tinte fosche che in caso di fallimento porterebbe alla paralisi del sistema di mobilità dell’intero territorio Veneto.
Il confronto di ieri, voluto dal presidente di Confservizi Veneto, Lamberto Toscani, ha voluto mettere allo stesso tavolo tutti gli amministratori e i direttori delle aziende per capire quale sia la reale situazione nelle aziende stesse e per studiare possibili soluzioni di pressione nei confronti della Regione Veneto.
La Regione Veneto sta penalizzando un settore strategico e vitale che coinvolge tutto il territorio senza alcun motivo, privilegiando evidentemente altri settori. Eppure il settore del trasporto pubblico locale che serve tutto il Veneto, costa alla Regione meno della più piccola Asl che serve meno di un decimo della popolazione locale.
Il presidente Toscani, terminata la riunione ha immediatamente scritto all’assessore regionale Renato Chisso manifestando tutta la preoccupazione per la situazione pre-fallimentare in cui versano le aziende, se non verranno sbloccati i fondi 2012, ed ha chiesto l’istituzione di un tavolo permanente congiunto di gestione dello stato di crisi.
"L’assessore regionale aveva chiesto alle aziende di tagliare i costi, di aumentare le tariffe pur mantenendo l’occupazione ed il livello dei servizi. Per effetto delle fusioni ormai le aziende pubbliche di trasporto sono state ridotte a sette (l’ultima fusione è quella di Treviso dov’è nata un’unica azienda rispetto alle tre esistenti, prima fu la volta di Verona che da due si è creata un’unica azienda), il livello di recupero dei costi gestionali dei biglietti è al 45% contro la media nazionale del 25%. Nonostante la Regione Veneto nei soli ultimi due anni abbia tagliato quasi 30 milioni di finanziamenti. Oltre non si può andare. Le aziende sono tutte società per azioni quindi gli amministratori rispondono in solido e non ci stanno a fallire per la mancanza di risorse pubbliche dovute per legge".