L'assessore ai Trasporti in commissione Territorio, ambiente, mobilità

Bologna. Tpl in Emilia Romagna: l’allarme di Peri in Commissione

Bologna. Tpl in Emilia Romagna: l’allarme di Peri in Commissione

Peri: "Dopo spending review non so' se reggeremo ancora molto. Noi proponiamo di ripartire i fondi secondo dei criteri di premialità, come del resto richiederebbe la spending review, ma siamo gli unici, siamo isolati”

La condizione del trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna, alla luce del decreto del Governo sulla spending review, è di “emergenza stabile”, perché “non c’è sicurezza di poter reggere ancora molto”, dal momento che la Regione “sta coprendo, come se i soldi fossero in cassa, il 50% dei trasferimenti dello Stato, con il rischio che dovremo avvicinarci all’80%”.

A dirlo è l’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri, durante la seduta di ieri mattina della commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli. Peri non nasconde di essere “allarmato” ed elenca ai consiglieri alcune delle “note particolarmente dolenti” del decreto: prima di tutto i tagli complessivi dei trasferimenti alla Regione, che dai 700 milioni per il 2012 supereranno il miliardo di euro a partire dal 2014, aggravati inoltre dal fatto che “percentualmente queste decurtazioni influiranno molto proprio sui trasporti, dal momento che per la sanità c’è un programma di tagli differente”.

Inoltre, fa notare Peri, ad oggi “non abbiamo ancora visto un euro dei fondi statali per il 2012, e siamo quindi costretti a intervenire con la nostra spesa corrente, perché al contrario di altre Regioni che ogni mese rischiano la causa civile con i fornitori noi paghiamo regolarmente i contratti”. Anche il rapporto con le altre Regioni non è semplice, lamenta l’assessore, e diventa quindi difficile impostare una linea comune: “Noi proponiamo di ripartire i fondi secondo dei criteri di premialità, come del resto richiederebbe la spending review, ma siamo gli unici, siamo isolati”.

Un altro problema è quello della “fiscalizzazione sia del trasporto su gomma che del trasporto su ferro”, perché “si arriva alla contraddizione che ad un minor consumo di benzina da parte dei cittadini corrisponde un taglio ai fondi per i servizi- sottolinea Peri-, e quindi se i cittadini scelgono l’autobus come mezzo di trasporto, rinunciando all’auto, alla fine si riduce il numero di autobus a disposizione a causa del minor numero di risorse”.

La linea dell’assessorato e della Regione è chiara: “Chiediamo certezze e autonomia, a partire da una fiscalità che però non sia di certo solo accise, noi difendiamo i cittadini e i servizi facendo da forza di interposizione contro i tagli dall’alto, ma ormai siamo ben oltre il livello di guardia, l’unica alternativa sarebbe tagliare i servizi dal 10 al 20%”. Anche perché, rivendica Peri, l’impegno da parte dell'Emilia-Romagna c’è stato: “Risparmiamo almeno 300 milioni di euro per i trasporti rispetto alle Regioni a noi analoghe, e siamo l’unica Regione che ricorre per ogni contratto di servizio ai bandi di gara e non all’affidamento diretto, adesso è ora di procedere con una revisione del patto sulla mobilità perché sono cambiati i fattori principali che lo sostenevano”.

Dopo l'intervento dell'assessore, Paola Marani (Pd) ha chiesto “quanti fondi mancano all’appello rispetto a quello che potrebbe essere il nostro fabbisogno”. Secondo Giovanni Favia (M5s), “il taglio da Roma potrebbe essere sostenibile dal bilancio regionale, che presenta a fine anno un avanzo notevole, specialmente provvedendo a una vera spending review interna”. Sandro Mandini (Idv) ha lamentato invece “come il Governo sia sordo alla nostra controproposta sulla premialità”.

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