La legge di riforma del trasporto pubblico, che dovrebbe creare un unico bacino regionale, sembra naufragare definitivamente: manca infatti il consenso da parte di tutti i protagonisti. Allo studio della regione la soluzione che prevede la nascita di tre bacini al posto degli attuali cinque. Quello di Genova, uno di levante e uno di ponente. Questa ipotesi porterebbe poi alla nascita di tre aziende di trasporto in liguria
Genova – Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ha ascoltato nei giorni scorsi i sindacati che da tempo contestano le scelte legate alla crisi di Amt. Allo studio della regione la soluzione che prevede la nascita di tre bacini al posto degli attuali cinque. Quello di Genova, uno di levante e uno di ponente. Questa ipotesi porterebbe poi alla nascita di tre aziende di trasporto in liguria. Sembra invece sfumare l’ipotesi di una unica azienda che avrebbe portato ad un risparmio maggiore di risorse. Pronta la replica dei sindacati. "Va bene il tavolo ma questo non é sufficiente a revocare lo sciopero del 22 marzo e a fermare la vertenza se non darà subito delle risposte concrete". Così Andrea Gatto della Faisa-Cisal, il più rappresentativo sindacato in Amt. "Presidente – ha detto Gatto riferendosi a Burlando – non c'é più tempo, tra sei mesi noi saremo morti, senza più bus né stipendi". Gatto ha anche bocciato la proposta dei tre bacini di utenza e quindi di tre aziende formulata dopo il parere negativo del Cal (enti locali) sul bacino unico. “E’ già previsto – ha spiegato Enrico Vesco, assessore regionale ai Trasporti – un primo passaggio in commissione, ascolterò le proposte e vedremo. La mediazione dei tre bacini può essere un punto su cui convergere. Oggi purtroppo sul bacino unico c’è un voto negativo del Cal e c’è anche una certa difficoltà a ricomporre una maggioranza in consiglio. Lo stesso sindacato non ha una posizione unanime: ci sono settori di lavoratori che non condividono la proposta del bacino unico”. In attesa di capire se la proposta potrà avere seguito, la Regione deve affrontare le richieste dei sindacati che reclamano più risorse per il tpl. Punto che difficilmente troverà una risposta positiva. “Il primo tema all’ordine del giorno non sono le risorse – ha ribadito l’assessore regionale al Bilancio Pippo Rossetti – ma la nuova legge. Abbiamo affrontato anche il tema delle risorse, ma è molto complicato e purtroppo da Roma non arrivano segnali confortanti. Al momento è difficile immaginare che ci siano risorse aggiuntive: non sapremmo dove prenderle, se non da altri settori già esausti. se non arrivano nuove risorse è difficile immaginare che noi possiamo produrle”. Un tenue raggio di luce in una situazione molto complicata potrebbe però arrivare dalla discussione di domani riguardo alla riorganizzazione ed integrazione dei servizi. “Ne discuteremo e cominceremo da Genova – ha concluso Vesco -. Riorganizzare il servizio può servire a migliorare la qualità, risparmiando al tempo stesso”. Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova hanno ieri avviato il tavolo interistituzionale in regione, per giungere ad una integrazione dei servizi nel bacino genovese, al tavolo anche le tre aziende che operano sul territorio AMT, ATP e Trenitalia e a Filse da Cogoleto a Moneglia. Nell’incontro di ieri, a cui hanno partecipato gli assessori ai trasporti della Regione Liguria e del Comune di Genova, Enrico Vesco e Anna Maria Dagnino, il presidente di AMT, Livio Ravera, il vicepresidente di ATP, Maurizio Beltrami e il direttore regionale di Trenitalia, Enrico Melloni soni stati definiti tempi, metodo di lavoro e obiettivi. Tutti i soggetti si sono accordati su giugno come termine ultimo per arrivare ad un’ integrazione dei servizi, attraverso appuntamenti settimanali a prevalenza tecnica. Obiettivo finale giungere ad una maggiore integrazione dei servizi tra le tre aziende coinvolte, evitando soprattutto le sovrapposizioni e coordinando sempre più l’offerta, attraverso orari omogenei. “Quello che vogliamo – spiegano Dagnino e Vesco – è fornire un servizio più efficiente e di qualità, producendo un risparmio in grado di garantire gli attuali collegamenti”. Sassi di Atc (La Spezia) ritiene difficile l'ipotesi di realizzazione di un azienda unica di trasporto pubblico regionale. Così l'amministratore delegato di Atc Esercizio Enrico Sassi replica all'ipotesi di accorpamento regionale emersa dall'incontro di ieri tra Regione Liguria e sindacati: "Noi non abbiamo un bilancio fallimentare e a Giugno non rischiamo il default, tanto per capirci. – E questa diversa situazione economica tra le varie realtà del trasporto pubblico locale rischia di essere un grosso problema per intraprendere la strada di un'unica azienda regionale del trasporto pubblico". "Al consiglio regionale – dice Sassi – spetta il compito di ascoltare gli attori e deliberare una legge per il riordino del trasporto pubblico. Le singole aziende sono poi legittimate, confrontandosi e dialogando con il territorio e i sindacati, a operare le proprie scelte in piena autonomia, magari al difuori del confini regionali. Come amministratore delegato di un'azienda locale – conclude l'A.d. di Atc Esercizio – devo garantire una continuità occupazionale, un uguale numero di chilometri e, fatti salvi i tagli in atto, di risorse in entrata. Se questo possa avvenire con un'azienda unica o a tre soggetti lo vedremo. Ogni azienda dovrà verificare le opportune convenienze". Tpl, domani presidio dei consumatori: “Salvate il biglietto integrato, non ci lasciate a piedi!” Intanto le associazioni dei consumatori aderenti ai coordinamenti CLCU e di ADIRCONS fanno pressioni per salvare il biglietto integrato Amt-Trenitalia.