Roma e l'"epopea Metro C"

Roma e l’epopea Linea C, a giugno il primo tratto

Roma e l’epopea Linea C, a giugno il primo tratto

Tra i problemi la gestione affidata all'Atac e la nomina del direttore di esercizio, Alemanno promette "Pronta la prima tratta, poi troveremo i soldi"

Giugno 2013. È questo il nuovo orizzonte temporale che i romani dovranno considerare per vedere in funzione la Metro C, almeno – per ora – nel primo tratto, Pantano-Centocelle.   Giugno 2013: ovvero quando – secondo la programmazione dei lavori – l’intero tracciato della linea (un totale di 25,5 chilometri) avrebbe già dovuto essere operativa da qualche mese. Tutto questo mentre in settimana sono iniziati i lavori preliminari del tratto San Giovanni-Colosseo, la cui consegna, per forza di cose, dovrebbe avvenire nel giro di sette anni.
All'epoca dell’assegnazione dell’appalto della Metro C, inizio 2006, si dava per certo perfino un anticipo rispetto alle date previste dal bando di gara: tutta l'opera, la linea che dovrebbe collegare Pantano a Clodio Mazzini, sarebbe stata pronta nel 2013, anziché nel 2015. E i tratti Venezia-San Giovanni e Alessandrino-Pantano sarebbero stati operativi già nel corso del 2011.
Il problema, manco a dirlo, sono i soldi.   «Mancano le risorse per avviare la tratta T2, da piazza Venezia in poi, ma le troveremo con uno sforzo grande nei confronti del Cipe, il comitato interministeriale programmazione economica, e dello Stato, che ci devono aiutare», spiega il sindaco in scadenza (e piena campagna elettorale) Gianni Alemanno. Che attacca: «La linea va comunque avanti nonostante l'opera di diffamazione in corso. A giugno consegneremo la prima parte della linea».
All’orizzonte si scorgono anche altri problemi. Qualcuno si è detto perplesso che l'Atac – cui Alemanno ha affidato l'esercizio della linea C – possa gestire il sistema tecnologico più evoluto d'Europa (senza conducente, a guida automatica), soprattutto visti i precedenti della linea B e contando che l’agenzia del trasporto autoferrotranviario romano non ha ancora nominato il direttore d'esercizio della linea.

Insieme ai tempi si sono dilatati (e gonfiati) anche costi e proteste.   Se i costi iniziali, fissati nel 2001 a un miliardo e 900 milioni, si stima siano arrivati a 3 miliardi e 300 milioni nel 2011 («Le prescrizioni in seguito all'esito degli scavi hanno portato al dilatarsi dei tempi e dei costi – denuncia Giovanni Antonacci, responsabile del procedimento della C per Roma Metropolitane – In più, è cambiata la legislazione sulla sicurezza e si è posto il problema di dove smaltire la terra dei cantieri), la Corte dei Conti sta indagando anche sul rischio stabilità per il Colosseo, su cui continua a insistere l’associazione Italia Nostra.   «La risposta del procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio – spiega Antonio Tamburrino, ingegnere di Italia Nostra – sostiene di aver preso in esame le nostre segnalazioni».   di Matteo Macor, Clickmobility.it

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