Trasporto pubblico in Sicilia in crisi

Anav Sicilia: «Scelte assurde che ricadono sulle fasce più deboli»

Anav Sicilia: «Scelte assurde che ricadono sulle fasce più deboli»

In mancanza di un piano organico regionale, il problema del trasporto pubblico locale assume i contorni di una telenovela che si trascina da anni con qualche toppa. Si gioca col fuoco ove si consideri che restano sempre più in forse i collegamenti di migliaia di pendolari, studenti e lavoratori

Palermo – Mentre la politica stenta a trovare una strada da percorrere per risollevare il trasporto pubblico locale e nello specifico quello siciliano, le categorie interessate, seppure con cautela ma con fermezza, protestano lanciando più che un campanello di allarme.   Il presidente dell'Anav Sicilia, Antonio Graffagnini, ancora una volta sollecita chi di competenza a guardare la realtà: la mancata soluzione del problema del trasporto pubblico locale colpisce soprattutto le fasce più deboli.   «La tutela del diritto alla mobilità rimuove squilibri economici e sociali, favorisce l'effettivo esercizio dei diritti della persona a frequentare scuole, università, ospedali, tribunali, fabbriche ed uffici», sottolinea.   Il presidente dell'Anav pone all'attenzione della politica e segnatamente del governo della Regione che «in Sicilia circa l'80 per cento delle autolinee estraurbane è affidata all'iniziativa privata che è riuscita a garantire l'espletamento dei servizi mantenendo i costi più bassi d'Italia. Se nel resto del Paese i servizi di trasporto fossero prodotti agli stessi costi della Sicilia, lo Stato risparmierebbe almeno un miliardo l'anno».   Quindi denunzia alcune incongruenze suggerite dalla Regine: «Le scelte non ponderate, quali l'assurda richiesta di circoscrivere i servizi a due sole fasce orarie della giornata o l'ancora più assurda ipotesi di discriminare gli utenti in "provinciali", "interprovinciali" o altro, avrebbero un effetto devastante sull'intero sistema che – un volta compromesso – perderebbe quell'efficienza di cui in atto godono utenti e Regione». Ed aggiunge: «Nel corso degli anni le aziende hanno approntato mezzi ed organizzazioni economici per la Regione e misurati alle esigenze della mobilità. La coesione territoriale è un valore che la Sicilia, dilaniata da tensioni sociali, non può compromettere, mentre vanno tutelate le fasce più deboli della popolazione, delle vecchie e nuove povertà».

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