In un mondo dove l'inquinamento pare abbia preso il sopravvento, parlare di mobilità sostenibile è quasi un'utopi

Mobilità sostenibile: le città che sognano un futuro senza auto

Mobilità sostenibile: le città che sognano un futuro senza auto

L'industrializzazione è alla base della società odierna, impossibile dire il contrario: eppure sono tante le persone che desidererebbero poter vivere in un luogo più pulito, dove non c'è la paura di macchiarsi i polmoni di grigio.

Già nel 2013 questa volontà pare sia stata più forte nella lontana cittadina di Suwon, in Corea, che dista circa 30 km da Seoul. Dando il via alla prima edizione dell’EcoMobility Festival che per tutto il mese dello scorso settembre, è stata una vera città dedita alla mobilità sostenibile, dove i cittadini si spostavano senza l'utilizzo delle auto. Tante le attività culturali e artistiche che si sono svolte nei giorni in cui si teneva l'iniziativa: festival del cinema e persino un karaoke a pedali.   Per ovviare alle automobili, l'evento ha messo a disposizione dei cittadini diversi tipi di biciclette e di veicoli elettrici offerti da produttori americani, coreani e tedeschi, per un totale di circa 9 milioni di euro di investimenti pubblici.   Naturalmente, è stato il sindaco Yeom Tae che si è fatto avanti per promuovere l'iniziativa e che può essere preso ad esempio di come si possa vivere benissimo anche senza le automobili. Eppure, una mossa verso questa direzione non proviene soltanto dall'estremo oriente.   Un progetto assai ambizioso sembra stia prendendo piede ad Amburgo, città tedesca a favore della mobilità sostenibile. Può vantare di uno dei più grandi porti europei – secondo soltanto a Rotterdam – ed è la seconda città della Germania per popolazione, dopo Berlino. Si tratta di una città assolutamente sviluppata dal punto di vista economico, nel teatro e nella musica; eppure, non mancano progetti volti all'ambiente.   C'è infatti in cantiere un grande piano programmatico, che prende il nome di Green Network e che intende migliorare la qualità della vita dei cittadini limitando l'utilizzo delle automobili, anche per merito della forte presenza di verde pubblico e parchi giochi. Basti pensare che circa il 40% della superficie di Amburgo è verde ed è proprio qui che il Green Network affonda le sue radici.   Il tutto dovrà essere ultimato entro il 2034, che si preannuncia quindi un anno importante per la mobilità sostenibile: eliminare le automobili da quella zona, significa naturalmente dare più spazio alle biciclette e ai mezzi pubblici, nonché all'area pedonale. Questo sarà possibile ad Amburgo grazie alla struttura della città che si presta perfettamente ad un simile progetto: infatti, l'attività economica e industriale si svolge lontano dalle residenze degli abitanti.   Difficile fare qualsiasi pronostico sulla riuscita o meno di tale iniziativa. Sta di fatto che Amburgo non è comunque sola, ma anche altre città europee cominciano a voltare lo sguardo verso progetti del genere. Un esempio potrebbe essere Copenhagen, eletta capitale "più verde" dalla Commissione Europea, dove è stata avviata la realizzazione di 26 maxi piste ciclabili, utili per collegare i quartieri esterni al centro della città.   Anche Friburgo, di nuovo in Germania, sostiene iniziative del genere: è stato infatti creato un quartiere di circa 5000 abitanti dove non si utilizzano le automobili. Difficile credere possibile, almeno per noi, una realtà del genere. Tuttavia sembra che la Germania sia davvero intenzionata ad intraprendere una strada del genere in ottica futura: sì, perché anche le energie rinnovabili sono di importanza primaria per i tedeschi, tanto che si sono prefissati di produrre energia solo ed esclusivamente mediante fonti rinnovabili entro il 2050.   Ad oggi è impensabile, visto che comunque la Germania ha prodotto soltanto il 3% della propria energia utilizzando fonti rinnovabili, ma resta importante avere obiettivi ambiziosi per il futuro, purchè raggiungibili. Difficile, ma non impossibile anche secondo l’agenzia tedesca per l’ambiente, UBA-Umwelt Energiewende, che conferma la possibilità di eliminare gli impianti nucleari e a fonti fossili nei prossimi 36 anni.   Una scossa importante è stata data senz'altro dal disastro di Fukushima nel marzo 2011, che ha allarmato tutto il mondo. E se ora come ora è impossibile supplire completamente all'utilizzo dei combustibili fossili, buone possibilità si potrebbero avere convertendo l'energia elettrica proveniente dalle fonti rinnovabili in bio-combustibili liquidi o in bio-gas, utili per il funzionamento degli impianti “no carbon” già in funzione.   Se già da adesso si cominciassero a vedere le cose in un'ottica del genere, si potrebbe realmente costruire in futuro un mondo più pulito, verde e quindi migliore. [Fonti: Arch daily, Grist]

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