Un articolo di Alessandro Palmesino sul Secolo XIX della scorsa settimana sottolinea come "in media un tabellone su cinque non fornisce il servizio di informazioni in tempo reale"
A sollevare il caso un articolo di Alessandro Palmesino sul Secolo XIX. "SISTEMA Simon" recita la palina. Buono a sapersi: meglio sarebbe però se funzionasse. E se non funziona, è perché c'è troppa gente con il telefono cellulare. L'esempio più calzante è quello di piazza della Nunziata, dove da mesi, ormai, la palina elettronica di Amt non è in grado di annunciare i tempi di arrivo degli autobus, sostituiti dalla deludente scritta fissa "Amt spa, sistema Simon". Ma, se per durata del guasto e centralità della fermata, lo schermo della Nunziata rappresenta il caso simbolo, questo malfunzionamento non è certo l'unico: in media, una centralina segnaletica del sistema su cinque, ovvero una ventina sulle circa 100 installate, ha problemi ricorrenti, ammette la stessa azienda di trasporto pubblico. I malfunzionamenti che affliggono le paline sono tanti, ma classificabili in due filoni principali. Il primo e più frequente: il sistema funziona grazie a un software di geolocalizzazione che si appoggia ai ripetitori della Vodafone. Che cosa vuol dire? Che il Simon (acronimo di Sistema Automatico di Monitoraggio, partito 12 anni fa) si avvale della stessa tecnologia e delle stesse infrastrutture dei cellulari. L'ultimo appalto per la gestione del sistema, prossimo alla scadenza, l'ha vinto Vodafone, e va bene così: nel senso che si utilizzano, a costi relativamente ridotti, infrastrutture già esistenti. Ma c'è l'altra faccia della medaglia: l'uso della stessa banda, cioè dello stesso canale, che trasporta i dati delle telefonate e dei passaggi web degli abbonati Vodafone, provoca dei sovraffollamenti che le parabole non reggono, facendo saltare il sistema. E prima di ripristinarlo, ci vuole tempo. I ponti radio sono una parte fondamentale per la gestione complessiva del sistema. E, in occasione di un blackout del flusso di dati, anche temporaneo, perdono la sincronia e non c'è modo di farle ripartire, se non con un ripristino manuale. In attesa dello stesso, le centraline vanno in blocco, non danno più informazioni, o peggio, forniscono informazioni fuori tempo, come quella di via XX Settembre, altezza Mercato Orientale, che più di una volta ha continuato a dare notizia di scioperi già conclusi o di allerta meteo già esaurite. Il classico sintomo di questa avaria è, appunto, la scritta fissa "Amt spa". Questo, peraltro, vale solo per le "paline" delle zone più frequentate, dove ci sono i maggiori scambi di dati (cioè la maggior presenza di persone che telefonano o comunque utilizzano i telefonini). E il paradosso è che proprio nei momenti di maggiore affollamento – sotto le feste di Natale, per esempio – quando c'è maggiore utenza, che il sistema si dimostra più vulnerabile: altre aree critiche sono, ad esempio, la Fiumara e Brignole, dove numerose centraline dell'area erano impazzite nei giorni del mercatino di viale Caviglia. Ma anche questo non esclude la fallacia di altre centraline che hanno ulteriori problemi tecnici ricorrenti, non legati alla gestione del traffico dati, su cui l'azienda non si è dilungata. Si tratta comunque di stazioni "problematiche" che comunque rendono difficile una resa costante. Il problema ulteriore, spiega Amt, è che per rimettere in funzione una palina "impazzita" serve l'impegno di personale aziendale, che con la crisi di bilancio, di organico e con i contratti di solidarietà è al lumicino: di fatto, ogni giorno non ci sono più di due tecnici disponibili. E, beffa della tecnologia, i lavori per rimettere in sesto le centraline non si possono fare se il tempo non è buono: in caso di pioggia, non si possono mettere le mani nei cassetti elettronici, a rischio di fare più danno che altro. Problemi su problemi, anche perché lo stesso ufficio operativo di Amt conta sul sistema Simon per verificare la puntualità dei bus e la scorrevolezza del parco mezzi circolante. Con il risultato che le paline malfunzionanti non si limitano a lasciare nel dubbio e nell'ansia gli utenti ma anche gli stessi controllori del traffico. Simon, costato 12 anni fa 13 miliardi di lire (6,7 milioni di euro) continua a funzionare a metà.