Per Gattuso i collegamenti tra la costa di Calabria e Sicilia sono di modesta qualità, concentrati su poche direttrici, gestiti prevalentemente da compagnie private

Un autobus del mare per l’area dello Stretto

Un autobus del mare per l’area dello Stretto

L’area dello Stretto rap­pre­senta una sin­go­lare realtà inse­dia­tiva al cen­tro del Medi­ter­ra­neo che, per sto­ria, cul­tura, rap­porti eco­no­mici e sociali, costi­tui­sce nei fatti un sistema urbano di 450 mila abi­tanti. La par­ti­co­lare con­for­ma­zione ter­ri­to­riale osta­cola tut­ta­via le comu­ni­ca­zioni e il dispie­garsi delle poten­zia­lità; il mare separa, le mon­ta­gne retro­stanti costrin­gono il tes­suto urbano su strette fasce costiere. Riportiamo l'articolo di Domenico Gattuso pubblicato ieri sul Manifesto sull'annosa questione dei collegamenti tra Reggio Calabria e Messina.

Oggi la Città dello Stretto appare una grande incom­piuta. Sfu­mata la chi­mera del ponte e sva­niti i pro­messi finan­zia­menti, rimane la que­stione di come far fronte alla disper­sione inse­dia­tiva e fare emer­gere il poten­ziale «metropolitano».   I col­le­ga­menti fra le due sponde dello Stretto sono di mode­sta qua­lità, con­cen­trati su poche diret­trici, gestiti pre­va­len­te­mente da com­pa­gnie pri­vate, con tra­ghetti adatti al tra­sporto di vei­coli.   I mezzi veloci per pas­seg­geri secondo l'analisi del professore ordinario di Trasporti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria Domenico Gattuso sono pochi e gestiti mode­sta­mente (corse poco fre­quenti, costose, inaf­fi­da­bili, non rispon­denti alle esi­genze dei viag­gia­tori). Nel men­tre si parla di inte­gra­zione, Fs-Bluvia opera in senso oppo­sto; com­pra la grande nave tra­ghetto mono­di­re­zio­nale quando per Gattuso (Esperto di pianificazione dei trasporti) sareb­bero state pre­fe­ri­bili, a parità di costo, 6 moto­navi pas­seg­geri da 150–250 posti, taglia i rac­cordi fer­ro­viari, rinun­cia all’integrazione tarif­fa­ria e vet­to­riale, fa il gioco della com­pa­gnie pri­vate.   La tariffa per l’attraversamento in auto, anche e soprat­tutto per gli abi­tanti dello Stretto, è ele­va­tis­sima. Il sistema dei tra­sporti neces­sita di un assetto diverso in grado di eser­ci­tare azioni di cuci­tura tra le due sponde dello Stretto. Il mare può gio­care il ruolo di infra­strut­tura pri­vi­le­giata; non si tratta di costruire nuove costose infra­strut­ture, ma di attrez­zare meglio gli approdi por­tuali e di orga­niz­zare ser­vizi di tra­sporto col­let­tivo effi­caci e soste­ni­bili.   Alla stre­gua di linee di auto­bus che rac­cor­dano i quar­tieri di tante grandi città. Miglio­rando l’offerta si potrebbe rispon­dere a una domanda latente ine­spressa e i flussi pas­seg­geri potreb­bero cre­scere signi­fi­ca­ti­va­mente.   D’altra parte potrebbe essere meglio ser­vita l’utenza fer­ro­via­ria che oggi sconta un incre­di­bile per­di­tempo con­nesso alle mano­vre dei treni in porto o all’interscambio inef­fi­ciente. L’autobus del mare potrebbe inol­tre favo­rire la mobi­lità dei turi­sti (sono circa 300mila i cro­cie­ri­sti che sbar­cano ogni anno), ren­dendo pos­si­bili iti­ne­rari inte­grati su un rag­gio di 100 chi­lo­me­tri.   Ne gua­da­gne­reb­bero di certo l’economia e il sociale di tutta l’area. Per dar vita a un ser­vi­zio di qua­lità sarebbe oppor­tuna un’operatività di navette marit­time veloci sulle 24 ore, con una fre­quenza mag­giore nei periodi di punta, atti­vando l’integrazione dei ser­vizi di tra­sporto, sin­cro­niz­zando gli orari, uni­fi­cando la bigliet­ta­zione, ade­guando i sistemi di infor­ma­zione e di assi­stenza al viag­gia­tore. Sarebbe inol­tre auspi­ca­bile una tipo­lo­gia di biglietto, frui­bile per un’ora prima e dopo la tratta marit­tima, che con­senta l’accesso ad altri ser­vizi o luo­ghi pub­blici quali musei, tea­tri, siti turi­stici, enti convenzionati.   L’iniziativa di dar vita a un ser­vi­zio di Tra­sporto Pub­blico Locale (Tpl) inte­grato potrebbe essere assunta, con un po’ di buona volontà, dai comuni diret­ta­mente inte­res­sati, ma anche dalle Regioni Cala­bria e Sici­lia che, attra­verso la sigla di un accordo spe­ci­fico, ren­dano ammis­si­bile il regime del tra­sporto col­let­tivo a scala di conur­ba­zione dello Stretto, supe­rando il vin­colo, alquanto ana­cro­ni­stico, dei ser­vizi regi­men­tati esclu­si­va­mente entro il ter­ri­to­rio regio­nale.   In rap­porto a una ricerca con­dotta in ambiente acca­de­mico sui flussi di traf­fico pas­seg­geri poten­ziali, i costi di gestione dei ser­vizi di attra­ver­sa­mento si potreb­bero pagare con i soli introiti tarif­fari, per cui il limite da supe­rare sarebbe solo di stampo burocratico.   Resta aperta una grande que­stione che è quella della dota­zione di ser­vizi di Tpl a misura della Città dello Stretto; i tagli di que­sti ultimi anni e la gestione dei ser­vizi non sem­pre ocu­lata, stanno met­tendo a dura prova la tenuta delle aziende.   I falsi per­corsi di pri­va­tiz­za­zione ed effi­cien­ta­mento rischiano di essere pagati dalla comu­nità locale e da oltre 700 lavo­ra­tori. Forse è venuto il momento di dar vita a una unica grande azienda di tra­sporto dello Stretto, gestita con cri­teri di effi­cienza, effi­ca­cia e qua­lità da un sano Ente Pubblico.

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