Lo sviluppo di un piano di mobilità urbana sostenibile (SUMP) promette benefici a lungo termine

Ecco l’impatto della mobilità sostenibile sul futuro – Report

Ecco l’impatto della mobilità sostenibile sul futuro – Report

Il portale della mobilità Eltis riporta un nuovo studio pubblicato dal Centro comune di ricerca (CCR) dell’UE analizza gli effetti dei SUMP in Europa, con particolare attenzione ai risultati futuri. Sulla scorta dei dati attuali, i ricercatori hanno previsto tutta una serie di conseguenze, inclusa la possibile riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030

Per quasi tutto il secolo scorso, la pianificazione urbanistica si è occupata essenzialmente di modellare le città intorno alle esigenze dei veicoli a motore. Il traffico causato dalla prevalenza di autovetture private ha determinato il congestionamento delle città, che sono diventate sempre più inquinate e rumorose, e sempre meno salubri e piacevoli da vivere.     Preoccupata per questo fenomeno, la Commissione europea (CE) ha introdotto i piani di mobilità urbana sostenibile (SUMP) per incoraggiare i responsabili della pianificazione urbanistica a tenere conto del principio della sostenibilità nella progettazione delle reti di trasporto urbano.     Indipendentemente dai vantaggi ambientali offerti dal SUMP, una migliore mobilità e accessibilità dei cittadini può promuovere la reputazione internazionale di una città, contribuendo a ridurre la rumorosità e a migliorare la qualità dell’aria e la sicurezza stradale.   Un SUMP ben congegnato offre inoltre la possibilità di destinare il territorio, precedentemente riservato al trasporto, a spazi pubblici con funzione di carattere sociale.     Sempre più città mettono in pratica il concetto del SUMP, ma tutto ciò porterà a una riduzione delle emissioni di biossido di carbonio?   Una nuova relazione del Centro comune di ricerca dal titolo “Quantificare gli effetti dei piani di mobilità urbana sostenibile” affronta il problema  partendo dall’esperienza acquisita in passato e dall’analisi di esperti per prevedere l’impatto di vari tipi di misure, principalmente sulle emissioni di biossido di carbonio generate dal trasporto urbano.    I ricercatori hanno calcolato che i maggiori risparmi potrebbero derivare dai pedaggi d’ingresso delle auto (tasse di congestione), dalla riassegnazione delle aree stradali, dal maggior uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nella logistica urbana, dalla promozione del car sharing e dal miglioramento del trasporto pubblico.       Considerate singolarmente, ciascuna di queste misure ha la possibilità di ridurre le emissioni di CO2 in Europa di circa 1 000 – 1 500 ktonnellate entro il 2030.               Nel documento si calcola inoltre che le campagne di comunicazione che promuovono le modalità di trasporto sostenibili potrebbero, ad esempio, ridurre i livelli di biossido di carbonio di un valore compreso tra 629 e 788 ktonnellate. La relazione sottolinea altresì la possibilità di ridurre le emissioni di CO2 in ciascuno dei 28 Stati membri dell’UE qualora questi attuassero le misure individuate.   In allegato il report completo.

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