Alemanno dopo le elezioni aveva assunto per chiamata diretta più di 850 persone persone legate da rapporti familiari o politici ad esponenti del centrodestra locale, dirigenti aziendali e sindacalisti...

Conti in rosso Atac, a rischio una corsa su cinque

Conti in rosso Atac, a rischio una corsa su cinque

Possibili tagli al servizio fino al 20% dopo il passivo 2013 e il buco milionario del 2014. Secondo R&S Mediobanca è la peggiore utility partecipata del panorama italiano. Dipendenti pronti alle barricate per gli stipendi di luglio in bilico: "Se non ci pagano blocchiamo tutto"

La crisi dell'Atac riportata nell'articolo del Messaggero. La giunta comunale proroga il contratto di servizio di Atac fino a dicembre. Un’accelerazione improvvisa dettata dall’emergenza sottolineata durante l’ultimo consiglio di amministrazione che ha annunciato un nuovo buco di 65 milioni di euro e il rischio del default sempre più vicino. Quasi un atto dovuto.   Ovviamente i soldi non ci sono, e il problema sta proprio qui.   L’Atac, l’azienda controllata dal Comune, travolta da 1.6 miliardi di deficit complessivo accumulato negli ultimi dieci anni, continua a fare i conti con centinaia di autobus fermi e nuovi tagli. Dai conti mancano ancora circa 160 milioni di euro, soldi che, per il Comune, dovrebbe mettere la Regione.   C’è in ballo la necessità di intervenire subito con la revisione della rete, la gestione delle manutenzioni dei mezzi e il rinnovo del parco.   La ripartizione del Fondo nazionale del trasporto prevista per Atac quest’anno (con 140 milioni), non basta a tamponare la crisi. L’azienda, infatti, rischia di perdere milioni di chilometri e quindi una drastica riduzione del servizio.   I RISCHI   Il disegno finale, programmato con i conti attuali, trapelato dai corridoi di Palazzo Senatorio, comprenderebbe secondo indiscrezioni il taglio complessivo di almeno 19 milioni di chilometri dei tragitti coperti da Atac e altri 6 milioni di quelli coperti da Roma Tpl, in tutto 25 milioni di chilometri in meno, ovvero il 20 per cento complessivo delle corse, che dovranno essere recuperati attraverso il taglio delle linee «morte» (quelle con bus vuoti all’85 per cento), ma anche con il ridimensionamento dei transiti complessivi della rete del trasporto pubblico romano.   A tutto questo si fa avanti l’incubo per i 12 mila lavoratori di non percepire lo stipendio di luglio, con la conseguente mobilitazione che potrebbe creare ulteriori disagi. «Se non ci pagano blocchiamo tutto», tuonano i dipendenti già sul piede di guerra.   GLI INTERVENTI   Il piano di efficientamento di Atac previsto dal Campidoglio, contenuto nel dossier licenziato dall’assessore Guido Improta, prevede di garantire nel triennio un mix di minori costi e maggiori introiti, toccherà quattro aree: dalla riprogrammazione della rete di superficie al costo del lavoro. Dai costi operativi all’aumento introiti (contrasto strutturato e organizzato all’evasione e eventuali adeguamenti tariffari).   Buone intenzioni. Ma il rimedio alla situazione disastrata dell’azienda può arrivare solamente dalla sistemazione del contenzioso tra Regione e Comune attraverso un diverso equilibrio finanziario tra Cotral e Atac e all’iniezione urgente di liquidi. Resta in ballo, infatti, il tema dell’eventuale ricapitalizzazione della società Tpl, visto che negli ultimi dieci anni, per colpa di forniture avventate, appalti truccati, finanza a dir poco creativa, furti e una gestione alquanto discutibile, le casse di Atac sono state prosciugate, con l’erosione di circa un terzo del capitale.   Per ora l’unica soluzione dettata dal codice civile, paventata anche dal collegio dei sindaci che hanno affrontato il bilancio, quindi, è la ricapitalizzazione o il fallimento attraverso il quale Atac potrebbe essere smembrata e ceduto il suo ricco patrimonio immobiliare.   I SINDACATI   «All’interno della stessa delibera firmata dal Campidoglio è prevista la rivisitazione della scadenza dello stesso Contratto di Servizio al 31 dicembre 2019.   Va riconosciuta, dunque, la coerenza riguardo gli impegni presi e sottoscritti tra Roma Capitale e queste organizzazioni», spiega Gianluca Donati, della Fit Cisl, che assieme a Cgil, Uil, Ugl ieri pomeriggio hanno incontrato l’assessore.   Ovviamente, però, sul tavolo andranno messi i soldi, perché le buone intenzioni certamente non bastano.   LA RICERCA E la perdita cumulata di 1,02 miliardi nel 2012 viene notata anche da R&S Mediobanca, il cui rapporto, reso noto la scorsa settimana, sulle municipalizzate italiane fa ”guadagnare” all’Atac l’ultimo posto.   Una ricerca che fotografa un settore a due velocità: autostrade e aeroporti che spingono su ricavi e utili, generando tassi di crescita che fanno invidia all’industria, mentre il trasporto pubblico locale e i servizi ambientali sono i buchi neri, che hanno assorbito nel 2012 a livello nazionale complessivamente 4,7 miliardi di euro di trasferimenti, di cui 3,2 miliardi solo il Tpl.   R&S Mediobanca ha passato in rassegna i bilanci di 67 utility partecipate per almeno 1/3 del capitale dai 115 maggiori enti locali italiani tra il 2006 ed il 2012, considerando anche il rendimento delle società quotate in Borsa, che è risultato essere quasi sempre inferiore dello 0,5 per cento a quello dei Titoli di Stato. L’esempio più eclatante della discrepanza tra i settori in mano agli enti locali è proprio quello dell’Atac, definito un «pachiderma». Intanto un altro D-Day è vicino: mercoledì prossimo il cda incontrerà il Comune, socio unico, per parlare di ricapitalizzazione.   Comune e Regione dovranno avere trovato un accordo, altrimenti qualcuno dovrà mettere la firma sulla fine di Atac.

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