Il sindaco Marino: "Senza trasferimenti adeguati, impossibile garantire un servizio che sia all'altezza di una grande città"

Salva Roma, Marino batte cassa sui trasporti: «Mancano 100 milioni»

Salva Roma, Marino batte cassa sui trasporti: «Mancano 100 milioni»

La richiesta del Campidoglio alla Regione per sciogliere l'ultimo nodo sul piano di rientro. Via libera del governo per gli extracosti

La riunione del tavolo interistituzionale sul piano di riequilibrio dei conti capitolini ha permesso a Ignazio Marino di incassare diversi risultati positivi: la conferma del via libera definitivo all'impostazione fatta da Palazzo Senatorio, l'istituzione di una task-force tecnica incaricata di seguire passo dopo passo la messa in pratica del piano. L'ultimo nodo, piuttosto rilevante, è quello dei fondi per il trasporto pubblico locale. E, soprattutto, una dead line invalicabile (il 20 settembre) per definire gli extra costi – da riconoscere a Roma per le spese sostenute in quanto Capitale della Repubblica – e i trasferimenti regionali per il Tpl.   La Regione quest'anno ha riconosciuto 140 milioni al Campidoglio, che si aggiungono ai 108 destinati alle ferrovie concesse, con l'impegno di salire a 180 nel 2015. Ma l'amministrazione comunale – per evitare di affossare un'Atac sull'orlo del baratro nonostante la politica di risanamento già avviata per questa voce ne chiede 240, puntando il dito anche sul miglior trattamento di cui, negli anni passati, avrebbe goduto il Cotral rispetto all'Atac.   Difficile, in due settimane, riuscire a richiudere una forbice da 100 milioni. «Il nodo del Tpl, ancora non risolto, deve essere portato a termine in questi giorni dalla Regione sostiene Marino – È evidente che non è possibile garantire un servizio all'altezza della Capitale se non c'è almeno la somma di 240 milioni di euro».   La soluzione potrebbe arrivare dalla gestione commissariale del debito pregresso del Comune di Roma: quella che gestisce la massa passiva accumulata prima del 2008 e a cui, tra l'altro, finisce quasi la metà dell'addizionale comunale Irpef pagata dai romani. Il commissario potrebbe «prestare» a Palazzo Senatorio proprio i cento milioni mancanti, con un'espediente già utilizzato per chiudere il bilancio 2013 dell'amministrazione capitolina.   L'intera partita, come detto, va chiusa entro il 20 settembre. Compresa anche la questione dei vincoli del patto di stabilità degli enti locali. Il Campidoglio, come riconoscimento per aver fatto bene i compiti a casa del piano di rientro, ha chiesto di poter sbloccare 300 milioni per rilanciare gli investimenti. Palazzo Chigi non sembra però intenzionato a esaudire interamente la richiesta: l'equilibrio potrebbe essere trovato a metà strada, a quota 150 milioni. Sugli extra costi, invece, dal governo potrebbe arrivare l'ok ai 109 milioni stimati dal Comune. «Credo che lunedì, al rientro del sottosegretario Delrio, possa essere preparato il decreto – spiega il sindaco – Con esso si avrà l'approvazione e la piena operatività del piano di rientro». Nel documento del governo «si è stabilito che il lavoro continuerà per monitorare tutto quello che il Comune di Roma ha deciso di fare – sottolinea Marino – È un punto a cui tenevo moltissimo perché responsabilizza tutti: amministrazione, consiglieri e governo». Quindi «è importante che ci sia un organismo che abbia la capacità di monitorare in maniera trasparente tutto quello che accadrà nei prossimi mesi – aggiunge l'inquilino del Campidoglio Inoltre abbiamo chiesto che ci sia un gruppo ristretto, composto da un tecnico per ogni ente, per risolvere in maniera rapida ogni problema che si presenti nell'attuazione del piano».

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