Attualità città / vivere senza auto

Speciale su l’Espresso “Io guido solo Car Sharing”

Speciale su l’Espresso “Io guido solo Car Sharing”

Da Milano a Palermo, da Firenze a Roma, è boom di italiani che usano macchine a noleggio. Molti gli entusiasti, ma c'è anche qualcuno che si lamenta

Elena Botturi, che ha 29 anni, la sua macchina ce l'ha nella città dove è nata e dove torna qualche volta nel week-end. Ma vive e lavora a Milano, nella comunicazione, e da quando c'è il car sharing l'auto se la micronoleggia per andare al lavoro quando piove, al cinema o all'Esselunga a fare la spesa.   Anche Martina & Luca vivono a Milano, però loro l'auto non la possiedono: lei, studentessa di 21 anni e lui, 36 anni, ex operatore tivù in attesa di aprire una panetteria, con l'utilitaria in condivisione ci vanno ovunque, anche al centro sociale Leoncavallo. Gianluca Felicetti, 51 anni, presidente della Lega Anti Vivisezione, dopo l'arrivo a Roma del servizio car2go la sua vettura ha smesso praticamente di usarla, gite fuori porta escluse. Da animalista, ora si aspetta il via libera per trasportare a bordo delle auto del car sharing anche cani e gatti.   Mentre Edoardo Corcos, 48 anni, che sta ai Parioli e fa l'imprenditore nel campo delle discoteche e dei ristoranti, giostra tra tutte le forme di condivisione a quattro ruote, talvolta pure quella promossa dal Comune, che gli consente anche di circolare sulle corsie preferenziali. Piace parecchio, l'idea di girare in città con le auto in afftto anche per pochi minuti. Una rivoluzione che si diffonde con una velocità vertiginosa: in un solo anno in Italia gli iscritti ai diversi servizi sono saliti oltre quota 300 mila, pur con molte duplicazioni.   C'è chi lo fa per risparmiare, chi per comodità, chi per seguire stili di vita più sostenibili. Elena, Martina, Luca, Gianluca, Edoardo e tutti gli altri dovrebbero metaforicamente dire "Grazie Ulm". È lassù, nella cittadina di 120 mila abitanti del Baden Württemberg, a metà strada tra Stoccarda e Monaco di Baviera, che sei anni fa – il 24 ottobre 2008 – il gruppo Daimler avviò, a livello sperimentale, car2go.   L'esperienza fu positiva e il costruttore tedesco è andato alla conquista del mondo: ora copre 27 città tra Europa e Nord America, con 11 mila macchine in circolazione. In Italia, le piccole Smart bianche bordate d'azzurro sono sbarcate nell'agosto del 2013 a Milano e da allora nulla è stato più come prima. Il successo, numerico e di costume, è stato rapido. Poi s'è fatta sotto l'Eni, con le Fiat 500 rosse del sua compagnia Enjoy, e a maggio è stata la volta della Twist, con le sue Volkswagen up! blu, per ora solo a Milano.   Nel capoluogo lombardo ci sono ben sei operatori a farsi concorrenza. Molti clienti sono intelligentemente "infedeli" e saltano da una "marca" all'altra, sulla base dei costi e delle disponibilità di macchine. La via italiana al car sharing non l'hanno aperta i tedeschi, ma solo con l'invasione delle Smart il fenomeno s'è fatto di massa. Il Comune di Milano con GuidaMi era sceso in campo già nel 2001, imitato poi dalle amministrazioni di Bologna, Venezia, Genova. Le iniziative pubbliche non sono mai decollate perché imperniate sul meccanismo del parcheggi: si prenota l'auto in un certo posto e la si riporta lì, anche se in alcuni casi, con la formula "solo andata", la si può restituire in un parcheggio diverso.   Con le fotte in costante crescita e sostanziose campagne pubblicitarie, sono state car2go ed Enjoy a dare la spallata defnitiva. In meno di un anno di attività, la società del gruppo Daimler ha contabilizzato oltre un milione di noleggi e le sue Smart hanno macinato oltre 6 milioni di chilometri. Il segreto sta soprattutto nella fuidità del servizio, oltre che nelle tariffe. Se è facile trovare auto disponibili – sia con car2go che con Enjoy lo si può fare col computer o con lo smartphone, grazie alle "app" dedicate – cresce la soddisfazione, fondamentale nello spingere gli utilizzatori a parlarne bene con amici, colleghi e parenti, innescando un passa-parola dagli effetti travolgenti.   La pietra rotolante partita da Ulm è destinata a trasformarsi in valanga e girano stime di 12 milioni di utenti a livello mondiale entro il 2020. Nel Vecchio Continente attualmente ci sono 13 mila vetture condivise su strada ma per i ricercatori di Frost & Sullivan siamo alla vigilia di una formidabile accelerazione.   E prevedono che già nel 2016 si metteranno al volante di un'auto in car sharing 5,5 milioni di europei, dieci volte tanto rispetto a oggi. Ma chi si è innamorato, in Italia, del car sharing? Un po' tutti, a quanto sembra. L'irruzione delle compagnie che si basano sul "free foat", cioè sulla possibilità di acchiappare la vettura ovunque e di lasciarla dove si vuole, ha abbassato l'età media, che comunque resta sorprendentemente alta: intorno ai 40 anni, tra i clienti delle Smart bianche, un annetto in più della media europea.   (Leggi il resto dell'articolo di Maurizio Maggi su L'Espresso n.38)

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